Quando è l'enologo a proporti il "vino con il ghiaccio"
Foto per gentile concessione di Casa Ronsil

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Cibo

Quando è l'enologo a proporti il "vino con il ghiaccio"

Ed è una delle cose più buone che mai ti capiterà di assaggiare.

All’inizio del secolo scorso una gelata epocale ha compromesso gran parte delle coltivazioni sulle Alpi. Tra le altre, anche la vite. L’ottobre di quell’anno l'uva non era abbastanza matura per essere raccolta, così i contadini pensarono bene di lasciarla tutta sul tralcio e vendemmiarla poi a fine gennaio sotto la neve. Ebbene, da quel mosto 'sbagliato' è nato un vino di fama mondiale, chiamato Ice Wine. Il mio primo assaggio di Ice Wine è stato complesso - non per niente viene definito il vino da meditazione per eccellenza - netto, intenso. Si sente e si beve tutta la montagna: selvaggia, innevata, faticosa, altissima e, ovviamente, fredda. Ho fatto un po' di ricerca scoprendo così che in media costa 90 euro al litro (a me l’avevano regalato), si produce solo dai mille metri in su… e si vendemmia esclusivamente nella neve.

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Foto dell'autrice

Foto per gentile concessione di Cave Mont Blanc

Scopro gli indirizzi delle uniche due cantine che lo producono: quel giorno nevica in modo eccezionale anche in città, ma voglio saperne di più e vado in loco. Loco che, per la precisione, si trova sul Monte Bianco. Alle sue pendici c’è Morgex, piccola località valdostana dove italiano e francese si fondono prima nei cartelli stradali e poi nelle tradizioni locali: la loro uva è il Priè Blanc, antico vitigno che cresce solo lungo questo confine. Incontro Nicola, che è il giovanissimo enologo della rinomata cantina Cave Mont Blanc, la quale produce i DOC più alti d’Europa - fino a 1300 metri di altitudine. È in queste condizioni climatiche così estreme che nasce il loro Chaudelune, o Vino dei Ghiacci, il quale nasce su distese di filari terrazzati ricoperti di neve (e qualche volta anche valanghe). È una viticoltura eroica, unica, per pochi veri appassionati. Mi mostra le foto dell’anno scorso: lui e i suoi colleghi in slitta e scarponi che vendemmiano, con luci e caschetti da miniera.

L’Ice Wine si raccoglie nella notte a gennaio con temperature dai -6 ai -10 gradi, possibilmente alla luce della Luna. Aggiungiamo una difficoltà: se durante l'anno fa troppo freddo, si perde tutto il raccolto. Per avere un prodotto eccellente si deve rispettare questo standard perché l’acino ancora gelato deve essere gettato nel torchio, così tutta la parte zuccherina si separa dalle bucce e dall’acqua creando un mosto dolce da affinare poi in legni con profumi diversi. Il sapore? Alla frutta secca seguono sentori di legno e ginepro, per finire con note acide e nettamente minerali.

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Nicola mi vuole mostrare la punta di diamante dell’azienda, da pochi anni in via di sperimentazione: lo spumante dei ghiacci. La loro cantina showroom è quasi sul ghiacciaio del Monte Bianco: “I primi anni portavamo le bottiglie in quota con degli zaini, facevamo delle pause per calibrare i lieviti con l’altitudine e scalavamo pareti di roccia”. Oggi saliamo con la Skyway, cabinovia futuristica altrimenti nota come l’ottava meraviglia del mondo, per assaggiare in mezzo alla neve il Cuvée des Guides metodo classico, 100% Priè Blanc in purezza che fermenta in bottiglia a 3000 metri.

Foto per gentile concessione di Cave Montblanc

Mentre faccio amicizia con dei norvegesi lì per una degustazione, Nicola si allontana e poco dopo torna con una piccozza da scalata in limited edition. “Andiamo fuori a sciabolare” ci invita. Non a caso la piccozza è l’immagine dell’azienda: i più esagerati possono acquistare il kit Magnum e piccozza in tirature limitatissime. Le prime 60 bottiglie dell’annata vengono sciabolate con le piccozze a 4000 metri. Per chi vuole sbocciare in modo davvero estremo e poi gustare direttamente sul ghiacciaio.

Foto per gentile concessione di Casa Ronsil

Foto per gentile concessione di Casa Ronsil

Ultima tappa obbligatoria dell’Ice Wine è Chiomonte, antica roccaforte sabauda, a casa di Franck e Nadine, italo-francesi di Lione appassionati di skate e vino. Nadine è la discendente di un’antica famiglia locale, di cui è rimasta la casa-cantina del 1200 affrescata: lo stemma del paese raffigurava già i loro vitigni. La valle è il regno dell’Avanà DOC, vitigno rosso nostrano dall’anima montana ma dal sapore aristocratico da cui Franck, titolare e volto dell’azienda Casa Ronsil, crea l’ICE One, la loro versione aggiornata del Vino dei Ghiacci. Un ice wine unico al mondo perché prodotto da tre varietà di uva a bacca rossa - il colore aranciato ne è la prova. Da disciplinare il prodotto è sempre quello, si inforcano slitte e sci e si vola su per le pendici più alte nella notte, tra metri di neve e grappoli ghiacciati.

Così faccio ricerca e scopro che in media costa 90 euro al litro, si produce solo dai mille metri in su e si vendemmia esclusivamente nella neve

L'audace Nadine mi assicura: “Le match parfait est avec l’apéritif”. Abbinatelo a foie gras e castagne et voilà, les jeux sont faits!. Altro che spritz e patatine.

Ma mi rimaneva un'ultima domanda: cosa ne fanno dell’acqua gelata e delle bucce prima scartate? Semplice, un’incredibile grappa varietà Ice Wine. Da bere con parsimonia per distillare pensieri geniali. Dopo aver incontrato questi pionieri del vino ho tratto diverse conclusioni: fare cose difficili dà sempre i risultati più alti, anche di gradazione. Essere creativi e un po’ folli di sicuro aiuta. E bere è sempre un lavoro bellissimo.

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