Kosovo

Il Kosovo ha un vero debole per il caffè macchiato

Una passione che abbiamo cercato di rintracciare nei bar di Pristina.
Macchiato Kosovo
Foto di Jan Schmidt-Whitley perMunchies FR

Se aprite un motore di ricerca e ci scrivete "Miglior macchiato del mondo" i primi risultati non vi porteranno verso l'Italia, bensì verso un piccolo paese montuoso al centro dei Balcani: il Kosovo.

Piuttosto sorprendente, no? Quando si nomina lo stato, chiuso tra l'Albania, la Macedonia del Nord, il Montenegro e la Serbia, si pensa più alla guerra e ai bombardamenti dell'esercito jugoslavo del 1999 che ai bar. Molto meno attraente dei suoi vicini, il Kosovo, ufficialmente diventato indipendente dal 2008 - ma riconosciuto solamente da 114 dei 193 paesi membri dell'ONU - resta fuori dai circuiti turistici. A meno di far parte degli 1,8 milioni di abitanti o di viaggiare fuori dai circuiti battuti, avrete poca possibilità di sentir parlare dell'arte locale del macchiato, l'espresso sovrastato da una schiuma di latte.

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I Kosovari si godono un macchiato in uno dei numerosi bar di Pristina.

Nei numerosi bar di Pristina lo si ordina a tutte le ore della giornata. La sera è più normale vedere dei Kosovari seduti attorno a un tavolo pieno di vassoi di caffè che di birre. Da dove viene questa passione per il macchiato? Siamo andati a cercare una risposta da Dit’ e Nat’, uno dei caffè più frequentati della capitale kosovara.

"Bere caffè e fumare sigarette sono due cose che ci riescono proprio bene in Kosovo"

Dietro il bancone Guri Gashi, 22 anni, prepara gli ordini. Vicino alla macchina del caffè sono impilate dozzine di bricchi rossi di latte con il 3,8% di materia grassa: "È necessario avere un latte abbastanza grasso per avere un buon macchiato" spiega.

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Dit' e Nat'.

Guri ci ha messo meno di una settimana a imparare a fare il macchiato. "Quando ho del tempo libero amo fare dei disegni sulla schiuma" confida, prima di mostrare fieramente il suo account Instagram con foto di alberi, arabeschi e cuori.

La terrazza di Matisse, un bar conosciuto soprattutto per la sua pasticceria, è pienissimo in questo tardo pomeriggio. La clientela è molto giovane. Ylli, 21 anni, è a un tavolo con un amico davanti a un macchiato. "Vengo tutti i giorni a questo bar con i miei amici. È una scusa per uscire. Bere caffè e fumare sigarette, sono cose che ci vengono piuttosto bene in Kosovo" ci racconta lo studente.

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Jetmir Maliqi, il barista più conosciuto del paese, all'Hôtel Sirius.

Jetmir Maliqi è considerato il maestro il macchiato. Lo andiamo a trovare nel suo luogo di lavoro, l’Hôtel Sirius a Pristina. Elegantissimo nella sua uniforme, mette su un'aria concentrata mentre risponde alle nostre domande: "Un buon macchiato dipende dal modo in cui monti il latte" assicura facendo un gesto delicato. Jetmir fa il barista da vent'anni: prima di arrivare all'hotel Sirius, si è formato in Italia e in Albania.

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"Alla fine della Jugoslavia non avevamo televisioni, scuole, istituzioni, lavoro. Le persone passavano la giornata al bar perché non avevano altro da fare"

Le sue decorazioni sulla schiuma l'hanno reso una piccola celebrità kosovara e gli valgono delle comparse regolari nella televisione locale. Sul suo account Instagram mostra la sua abilità: un volto di donna, un cavallo che cavalca davanti al sole, dei cavalli… Quando gli domando da dove viene la passione dei kosovari per il macchiato, Jetmir ribatte subito: "Onestamente non so perché tutto d'un tratto sia divenuto così popolare."

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La frequentazione assidua dei bar può anche essere spiegata dalla situazione economica del paese e i suoi forti tassi di disoccupazione - il 33% della popolazione attiva non lavora e, tra i giovani, le cifre sono ancora più alte. Alcuni ci vedono un'eredità degli Ottomani, che hanno occupato il Kosovo dal quindicesimo fino all'inizio del ventesimo secolo, e per i quali il bar era un'istituzione centrale nella vita quotidiana.

Dardan Selimaj, giornalista e produttore di 34 anni, vuole dare un'altra spiegazione. Il Kosovaro ha la voce profonda mentre si prende il tempo di spiegare lasciando che la sigaretta si consumi nel posacenere della terrazza di Pishat.

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"Negli anni Novanta, alla fine della Jugoslavia, non avevamo televisioni, scuole, istituzioni, lavoro. Le persone passavano la giornata al bar. Ci restavano tre, cinque, addirittura otto ore, perché non avevano altro da fare! I camerieri che prima facevano solo qualche macchiato si sono messi a farne molti di più" racconta.

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Per lui, l'infatuazione per la bevanda risale allo stesso periodo in cui c'è stata una certa forma di riconoscimento internazionale. "Dopo la guerra molti stranieri sono venuti in Kosovo e hanno detto 'Wow, il macchiato qui è proprio buono!'. Prima le persone non avevano consapevolezza della qualità del proprio caffè."

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su VICE FR.


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