Tutte le foto per gentile concessione di Pazzi
“Non è una situazione molto diversa dal servirsi di una macchina spremiagrumi: è un robot anche quello, ma le persone non se ne rendono conto. E lo stesso vale per le macchinette del caffè. In quel caso nessuno ha da ridire o si lamenta perché stanno rubando il lavoro agli esseri umani!”“Anche uno spremiagrumi o una macchinette del caffè sono robot, ma le persone non se ne rendono conto e non si lamentano perché ‘rubano il lavoro’”
Una delle più grandi ansie della specie umana rispetto al futuro è la possibilità che le “macchine”, i robot e le intelligenze artificiali ci rubino il lavoro. Mentre l’automazione cambia ogni cosa, dalle fabbriche ai magazzini, è difficile evitare di chiedersi come sarà e cosa diventerà il lavoro tra qualche decennio.I proprietari di Pazzi, un piccolo franchise dedicato alla pizza con sede a Parigi, hanno deciso di scoprirlo ‘assumendo’ un braccio meccanico che sembra uscito da una catena di montaggio e che è diventato il loro cuoco principale.
Il robot che prepara la pizza in tutta la sua gloria
Pubblicità
Il robot che taglia la pizza
Pubblicità
All’inizio del 2021, invece, per Munchies Andrea Strafile, abituato alle raffinatezze della vita, ha provato la pizza di Mr. Go, il primo venditore automatico di pizza a Roma, e non ne è rimasto particolarmente impressionato. Un esperimento ancora più fallimentare con i pizza robot è stato quello della Zume, una compagnia americana che nel 2018 ha cercato di riempire gli USA con una flotta di furgoni della pizza completamente automatizzati, ma da allora ha interrotto l’esperimento.Per quanto la tecnologia faccia parte della nostra vita quotidiana, di solito associamo l’idea delle macchine nei ristoranti a una mediocre qualità del cibo e a motivazioni legate soltanto al profitto. Roverso, tuttavia, dichiara che la sua pizza è ben differente dagli altri tentativi simili, visto che usa solo ingredienti freschi e la ricetta è stata perfezionata con l’aiuto dello chef Thierry Graffagnino. “Saremmo potuti essere ben più veloci se non avessimo voluto realizzare delle pizze così eccellenti,” sostiene Roverso.“Le pizze mancano di quella spontaneità tipica delle pizze fatte a mano nei ristoranti tradizionali”
Pubblicità
“Non abbiamo alcuna intenzione di provare a rimpiazzare la normale pizzeria di quartiere,” risponde Roverso. “Vogliamo semplicemente essere i primi in questa particolare nicchia.” E in effetti, benché i mastri pizzaioli continueranno a vincere qualsiasi contest relativo alla pizza, i robot verranno probabilmente utilizzati sempre di più nelle catene dei ristoranti fast food, perché permettono di preparare il cibo velocemente e a costi ridotti—le due pietre angolari dell’industria dell’asporto. La pizza di Pazzi mantiene fede a questo diktat e, in una delle zone più care della capitale francese, offre un prezzo molto competitivo (7 euro per una margherita e 10 per una quattro formaggi, cifre relativamente basse per la zona).Questo è proprio il punto che viene sottolineato da quanti appoggiano l’introduzione dei robot in cucina e nelle altre industrie: sono certi che le macchine non sostituiranno mai la creatività umana, pur potendo occuparsi delle parti più faticose e impegnative del lavoro. “Alla fin fine, si tratta semplicemente di un assistente,” ha confermato in un’intervista al Guardian Enrique Lillo di br5 , l’azienda che sta dietro la prima paella creata dai robot. “Non è una situazione molto diversa dal servirsi di una macchina spremiagrumi: è un robot anche quello, ma le persone non se ne rendono conto. E lo stesso vale per le macchinette del caffè. In quel caso nessuno ha da ridire o si lamenta perché stanno rubando il lavoro alle persone!”In ogni caso, se vi sentite minacciati dall’avvento dell’automazione, non temete. Le prime settimane di lavoro sono state un inferno anche per il robot di Pazzi, che ha avuto bisogno di pause e manutenzione per staccare un po’ la spina. E, almeno per ora, non ha intenzione di conquistare il mondo: vuole solo durare più a lungo di Zume.“Le prime settimane di lavoro sono state un inferno per il robot, che ha avuto bisogno a più riprese di pause e manutenzione”