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Tutte le foto per gentile concessione del Bar Turrisi
Cibo

Il bar di Taormina famoso per il vino di mandorla e per essere un museo del pene

Bar Turrisi a Castelmola, vicino Taormina, è una tappa fissa per chi è nato in Sicilia o per chi semplicemente la visita.
Andrea Strafile
come raccontato a Andrea Strafile
Rome, IT

Molti artisti gay nell’800 trovavano in Taormina un posto dove vivere la propria sessualità in tutta tranquillità, lontano dai giudizi dei paesi natali.

Non ricordo di preciso quando sono stata per la prima volta al bar Turrisi, ma immagino fosse intorno ai sedici anni, quando ho cominciato a guidare il motorino.

Per noi del posto, che vivevamo a un quarto d’ora di strada, bar Turrisi era… beh, era il bar dei falli. Eppure quando entravi dentro non sentivi di essere in un posto in cui praticamente ogni cosa aveva o riproduceva forme falliche.

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Puoi tranquillamente vedere dei pupi siciliani, bere il vino di mandorla su un tavolino in ferro battuto e, mentre ti aggiusti a sedere, ti accorgi che il bracciolo è un lungo, interminabile, pene.

Per chi non lo sapesse, bar Turrisi a Castelmola, vicino Taormina, può sembrare un normalissimo bar di paese visto da fuori. Ha una tenda rossa, degli ombrelloni rossi e l’immancabile lavagna con la specialità della casa: il vino di mandorla. Non immaginereste mai che, una volta entrati, sarete circondati da peni. Statue con peni enormi, braccioli delle sedie a forma di pene, fontane a mo di pene e, semplicemente, enormi peni di legno. Persino il rubinetto del bagno è un pene.

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La facciata del Bar Turrisi. Foto per gentile concessione del Bar Turrisi

Purtroppo, essendo nata e cresciuta a Giardini Naxos, a valle rispetto Castelmola, non ho goduto dell’effetto sorpresa quando sono entrata per la prima volta. Sapevo già cosa aspettarmi. Ma tutte le persone che ho portato negli anni hanno impiegato qualche secondo prima di rendersi conto che il tema principale del bar fossero dei falli.

Per noi, almeno da adolescenti, era più una cosa goliardica andare a bere al Turrisi. Eppure sentivi che lo era fino a un certo punto. Il modo in cui sono disposti gli oggetti, i colori, le piastrelle tipiche siciliane non rendono volgare o spudorato quello che è, a tutti gli effetti, un museo di falli. Puoi tranquillamente vedere dei pupi siciliani, bere il vino di mandorla su un tavolino in ferro battuto e, mentre ti aggiusti a sedere, ti accorgi che il bracciolo è un lungo, interminabile, pene.

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A pensarci bene, la cosa è quantomeno particolare se si considera che siamo in un paesino di montagna in Sicilia. Chissà se il parroco del vicino Duomo va mai a prendere il caffè in compagnia di satiri eccitati.

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Una lampada a forma di pene.

“Questo posto è stato aperto nel 1947, appena dopo la guerra come bazar: si vendevano gassose, vino della campagna, cose semplici,” racconta il proprietario Massimo Turrisi. “Io sono la terza generazione, fu mio nonno Salvatore ad aprirlo, poi fu di mio padre Giuseppe.” Si fregiano anche del fatto che, negli anni ‘90, siano stati inseriti anche in una lista dei ‘sette bar più particolari del mondo’ per la rivista Focus. La cosa affascinante, però, è che sia famoso, tra i turisti e gli autoctoni, non esclusivamente per la sua pletora di falli, ma in misura uguale per quello e per il vino di mandorle.

“Tutti vogliono attribuirsi la paternità del vino di mandorle da queste parti, ma la verità è che esisteva già quando i Romani colonizzarono la zona.”

Nel raccontare la storia del posto e del perché un signore abbia deciso negli anni ‘50 di costellare il proprio bar con delle minchie (come le chiamiamo in Sicilia), proprietari e camerieri sono molto seri. Il che contrasta un po’, magari, con il fatto che tra le mani hai un grosso menu a forma di pene.

“Mio nonno era un tipo molto aperto, gli piaceva la libertà e voleva sottolineare il carattere della Sicilia attraverso la forma fallica, che è un simbolo a noi molto caro per via delle influenze della Grecia Antica.” Secondo i rituali greci prima e romani poi, nelle processioni al dio Dioniso (per i Greci) e Bacco (per i Romani) si facevano processioni con grandi falli e venivano sparsi succo d’uva e miele, come se fosse un’eiaculazione. Nella mitologia classica, Dioniso venne fatto a pezzi dai Titani e solo il pene, quale simbolo di fertilità e quindi l’organo più importante, viene salvato e nascosto dalla dea Pallade Atena. Quindi non è un simbolo da intendere come goliardico o becero o sconcio, ma è simbolo di virilità, intesa non tanto come maschilismo tossico, ma come forza della terra Sicilia. E questa cosa affascinava il signor Salvatore.

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“E poi c’è un’altra storia,” continua Massimo Turrisi. “Taormina era, già dall’Ottocento, meta tra le preferite di artisti, poeti e intellettuali.” E alcuni di loro erano gay, e trovavano in Taormina un posto dove poter vivere la propria sessualità in tutta tranquillità, lontano dai giudizi dei paesi natali.”

Massimo spiega: “Il pene è anche un richiamo al lavoro del fotografo di inizio Novecento Wilhelm Von Gloeden, che visse a Taormina fino alla morte e che realizzò dei ritratti di nudo con i giovani del posto in scenari da Grecia Antica.” Von Gloeden, di stirpe nobile, fece alcune mostre con questi fanciulli nudi e seminudi che fecero drizzare occhi e orecchie degli artisti più aperti dell’epoca; tacciato anche di pedofilia, è ovviamente un personaggio molto controverso ancora oggi.

E così Taormina si ritrovò la presenza di Oscar Wilde, Goethe, Maupassant e Nietsche, che qui scrisse il suo Così parlò Zarathustra. Negli anni del Dopoguerra, quando il bar Turrisi aveva aperto i battenti, Taormina si ritrovò, per esempio, la presenza fissa dello scrittore Truman Capote. “Taormina dall’inizio del 1900 è diventata uno dei poli preferiti dove villeggiare per artisti gay. Anche oggi è molto legata al movimento LGBTQ+

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Un enorme fallo di legno

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Anche la Trinacria, il simbolo della Sicilia, è fatto con i peni.

Il bar è cambiato negli anni, da come mi ricordo. Non so come fosse all’inizio, ma quando andavo da adolescente, il locale era reduce dall’arredamento anni ‘70 del signor Giuseppe, dove la forma fallica era calcata parecchio, probabilmente in linea con i costumi dell’epoca. A tornarci ora il tutto è più elegante: ci sono, li vedi, ma non ne senti la presenza soffocante. La mia amica australiana Stephanie, quando l’ho portata qui, era indecisa se ridere o esserne estremamente affascinata. Di sicuro era confusa. “Papà ha calcato parecchio questa cosa dei peni. E fin da quando aveva iniziato nonno sono fioccate critiche e denunce per l’immoralità del luogo. Ovviamente non hanno vinto nemmeno una volta. Io, poi, nel 2014 ho rifatto il locale tenendo sempre il simbolo e gli oggetti fallici, ma cercando di renderli un po’ più eleganti, diciamo, magari stilizzandoli.”

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Il vino di mandorle, che con i suoi 16 gradi risulta abbastanza dolce e beverino, è la specialità del bar Turrisi, dove viene servito insieme a cannoli, cassate e cantucci.

Bar Turrisi, però, come dicevamo, non è famoso solo per la simbologia fallica. Qui si serve il vino di mandorla, un vino liquoroso dolce che fa due fermentazioni in vasca, di cui la seconda insieme a mandorle locali, agrumi e erbe aromatiche. “Quella di Taormina era una zona di vigneti una volta, fin dai tempi dei romani. Oggi sono rimasto solo io con un pezzetto di terra su cui coltivo Nerello Mascalese. Tutti vogliono attribuirsi la paternità del vino di mandorle da queste parti, ma la verità è che esisteva già quando i Romani colonizzarono la zona,” dice Massimo.

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Il vino alla mandorla e le bottiglie falliche in vendita sull'e-commerce del Bar Turrisi

Il vino di mandorle, che con i suoi 16 gradi risulta dolce e beverino, con un retrogusto un poco amaro, per via degli olii che rilasciano le mandorle, è la specialità di casa. Certo, ci sono anche cocktail, ma non puoi andare al Turrisi senza assaggiare il loro vino dolce. Che poi, come dirgli di no, visto che va bevuto insieme a cannoli, cassate o cantucci. Ormai non è più prodotto nel taorminese, ma a Marsala e si può trovare sia vinificato in bianco sia in rosso. Ovviamente, per rimanere in tema, l’opinione popolare vuole che il vino di mandorle sia un potente afrodisiaco. Già lo si dice della mandorla da sola, figuriamoci unita a dell’alcol.

Da decenni vivo ormai fuori casa, anzi, proprio in diversi continenti come gli USA o l’Australia. E lì per lì non ci pensi, ma quando torni a casa, ti stupisci delle cose inaspettate o fuori norma che puoi trovare. Per dire: se mi affaccio dal balcone dei miei vedo l’Etna che fuma. Se ci pensi bene è incredibile. E il bar Turrisi è uno di quei luoghi che, ancora una volta, ti fanno pensare come in Sicilia ci siano cose e luoghi completamente inaspettati. Che, come spesso accade, hanno storie e leggende fichissime.

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Comunque, se doveste passare dal bar Turrisi, non passate tutto il tempo a tentare di trovare ogni pene esposto o nascosto. Date uno sguardo fuori dai balconi, che oltre ai membri c’è una vista sul golfo da rimanerci secchi.

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