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A9N3: Il sottobosco ucraino è roba dura

Recensioni

Quali dischi ci sono piaciuti e quali ci hanno fatto vomitare.

TYLER, THE CREATOR

LAPALUX

DEMDIKE STARE

BOHEMIEN

A quanto pare Lil Wayne continua a seguire la strada cominciata con l'album "rap-rock"  e proseguita con dischi "rap-senza-rock" ma lo stesso scrausi, composti quasi esclusivamente da strofe brucia neuroni come l'ormai leggendaria "Bitch, real G's move in silence like lasagna". Così facendo, nel giro di un paio d'anni è riuscito a passare da "Best Rapper Alive" a "Recycle Bin God", perché è quello l'unico posto dove le sue tracce potranno trovare spazio sul vostro computer.

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LIL RENZO

NOYZ NARCOS

Monster

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Nella vita è sempre bello avere dei punti fermi, soprattutto in periodi di confusione in cui non riesci bene a capire cosa cazzo succede e perché. Magari non ti fanno svoltare, non sono rivoluzioni, ma restano comunque importantissimi e vanno apprezzati perché 1) sono davvero pochi e 2) ti ricordano che esistono degli standard e dei livelli di cui bisogna sempre tenere conto. Nel rap italiano Noyz è uno di quei punti fermi, e forse il suo nuovo album non ti cambierà l'esistenza, ma ti aiuterà a capire con maggiore chiarezza che la merda e il cioccolato sono cose ben diverse.

TONI ZUGNA

SALMO

Midnite

Tanta Roba

A cuor leggero e senza alcun senso di colpa: il primo singolo estratto è uno dei suoi peggiori degli ultimi anni. "Russell Crowe", quindi, aveva già ucciso in partenza le mie aspettative. Il resto riflette sostanzialmente l’apertura del disco, uno skit preso da Kill Bill: non necessariamente brutto, ma scontato, banale, non abbastanza per un progetto partito in maniera così ambiziosa. A meno che non abbiate comprato l'edizione limitata, in quel caso, è tutto un altro discorso.

SODA CAUSTICA

TYLER, THE CREATOR

Wolf

Odd Future / Sony

Ho avuto sentimenti ambivalenti nei confronti di questo album fino a pochissimo fa. Di base mi sta molto sui coglioni chi cerca di accaparrarsi simpatie o, peggio, credibilità buttandola sui cazzi propri, anche se è una roba succede nel 99% dell’hip-hop. Ad ascoltarlo bene, invece, questo è un album ipercomplesso, il cui dramma sarà proprio quello di essere più amato che capito, mentre Tyler usa un sacco di trucchetti per annunciare al mondo che fondamentalmente si è rotto il cazzo. Come non capirlo…

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MAURIZIO LUPI

DJ RASHAD

Rollin

Hyperdub

Questo Rollin mi aveva dato l’idea di un Rashad che in studio si scervella su quale siano le prossime frontiere del break che la musica può affrontare, tipo ideologo della free form digitale manco fosse il Coleman della footwork. Ovviamente non è così, ma l’ultima traccia rimane uguale un capolavoro. Se vi piace la jungle.

CAROL CULO

BLUE HAWAII

Untogether

Arbutus

Questo è un buon disco, proprio come deve essere. È come una persona di cui tutto quello che c'è da dire lo trovi scritto sulla carta d'identità. Non che non mi piaccia, ma è il classico caso del bigliettino "Vuoi metterti con me?" su cui barri la casella del "Forse". "Forse" non sarà mai vero amore.

DR. AGO

Not Not Fun

Harris torna in pista, millantando un capolavoro di crossover italo/goth/industrial/etc. Poi te lo senti e la cifra della ricerca sonora è “ho un Microkorg e uso i preset.” Peccato, perché i pezzi ci sono e ballare si balla: ma non di sole scarpe vive l’uomo, talvolta usa anche le orecchie. Mi sa che ultimamente alla Not Not Fun le usano per portare l’acqua.

GARYBALDY LOW

SANDWELL DISTRICT

Fabric 69

Fabric

Una volta sono stato a sentire i Sandwell District ed era pieno di coattoni da non crederci. Loro mettevano i Whitehouse e quelli ci urlavano sopra i coretti, felici come pasque e strapieni di cristalli allegri. Questo a dimostrare che con la giusta quantità di chimica si può far ballare qualsiasi cosa a chiunque, quindi drogatevi tutti di più e mettete su due dischi decenti, ogni tanto. Vabbè, si è capito che ho una relazione platonica con Regis, no?

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MONICA VINCO DA SESSO

ATOM™

HD

Raster-Noton

Uwe! Tranquillo, non  la prendere male! Ti vogliamo bene comunque, puoi evitare di spiattellarci gli sbattimenti di sette anni, le pugnette estetico-politiche sul pop e il capitalismo, la caducità di macchine e uomini e stronzatone assortite. In fondo, la testa balla a tempo con i piedi—questo ci piace, i bassi e i ritmi impattano a dovere—piglia bene, e di quello che pensi fotte sega—siamo gretti e meschini. Per il resto: attaccati forte e non soffiarci dentro.

LEBANNEN NANE

POLYSICK

Daydream

audioMER

Egisto Sopor è da sempre un sostenitore di tutte le possibili proprietà psicotropiche della pennichella. Stavolta però ha deciso di esplorare uno stato di mezza-coscienza, coi piedi per terra e la testa fra le nuvole. Suona proprio così: mezzo di qua  mezzo di là, mezzo vapori ambient mezzo beat vecchia scuola più veri del vero. A fare da collante tra quello che c’è e che non c’è è sempre l’acido, e infatti in mezzo ci sta una 303 sopraffina.

LOTTO M’ARZO

THE KNIFE

Shaking The Habitual

Mute

Prima pensavo di dargli il vomito per partito preso, poi di dargli il sorriso per partito preso, poi l’ho ascoltato, poi l’ho tolto dopo 2 minuti perché avevo voglia di ascoltare altro. Poi mi ci sono messo buono e sono giunto alla conclusione che, per quanto me ne possa fottere un cazzo dei The Knife, nemmeno mi interessa stroncarli. Ci hanno messo sette anni a fare un disco manco fossero Scott Walker, però boh mi sa che ai loro fan piacerà lo stesso. Non li odio, c’è roba molto più dannosa in giro.
BRADIPO ASCOLANO

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THE BLACK DOG

Tranklements

Unterton

Gli ultimi lavori del cane nero erano una roba tutta magicka e profonda e avevano svecchiato di brutto il loro suono. Ora però gli è presa la fissa di tornare alla bleep, infatti questo album fa spessissimo bleep e ci sono dentro un paio dei pezzi techno più pallosi ascoltati da anni. Altri invece hanno suoni spacchiusi ma zero botta e, cazzo, mi dispiace tanto ma ne faccio volentieri a meno. Ho provato anche ad ascoltarlo a volume altissimo ma proprio niente.
DJ INDOLENZA

LAPALUX

Nostalchic

Brainfeeder

-La musica dei giovani è quella suonata con le chitarrone distorte e il doppiopedale.

-La musica dei giovani è quella in cui spaccano le cose, fanno un casino di rumore, sputano sul pubblico, pisciano sul palco.

- La musica dei giovani è questa delicata rottura di coglioni.

Solo una di queste tre affermazioni è vera. Buon 2013.

BORDO PISCINA

THE BLACK ANGELS

Indigo Meadow

Blue Horizon

C’era davvero bisogno di ribadire per la quarta volta che i Black Angels fanno questa roba qua? Sembrano ancora  una versione dei Brian Jonestown Massacre a cui manca il coraggio che loro hanno sempre avuto di dire “sì, suoniamo musica riciclata mille volte, e allora”? Oppure potremmo vederli come la versione riuscita bene dei BRMC, ma l’ottimismo di questi tempi è una cosa immorale.

REVERENDO KENDO

RORCAL

Vilagvege

Coproduzione

I Rorcal hanno due problemi: il primo è di avere un nome e un titolo di disco che anche al dodicesimo passaggio non mi ricordo e devo andare a controllare nella cronologia di internet, il secondo è che suonano un metal estremo tra doom, black e Kurt Ballou che nel 2013 può essere senz’altro definito il genere di musica heavy più scontato che si possa decidere di suonare. Hanno un solo pregio, che è quello di suonare con un incazzo così grosso e insensato da rendere stupida l’idea di porsi i due problemi di cui sopra. Come si chiamano questi cloni dei Nails? Non mi ricordo ma stanotte se non ti scoccia dormo con la luce accesa.

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MAICOL GETSEMANI

STRATOVARIUS

Nemesis

Edel AG

Mandiamoli a casa tutti quegli esecutori di suoni casuali che spacciano per arte. Non credete alle cazzate dei tre accordi in croce! Mistificatori! Solo gli assoli di cinque minuti, il basso a 6 corde e le chiome folte salveranno la musica! Basta con questo complotto contro il genere maschile, w il Metallo!

PEPPE BRILLO

MINNIE'S

Ortografia

Fallo Dischi / ToLoseLaTrack

Ortografia potresti interpretarlo come un titolo che si richiama ad una ritualità tipica della musica come quella dei Minnie’s, la quale esiste da UN SACCO di tempo ed è sempre più o meno quella, a beneplacito di una schiera di fedeli sempre più ridotta e stempiata in testa. Tipo: facciamo uscire un altro disco uguale e diamoci una contata. Magari quando siamo arrivati sotto i 23 smettiamo di fare uscire dischi uguali. Personalmente la musica dei Minnie’s mi ha sempre fatto schifo, ma come fai a non rispettarli a questo punto.

GIONATAN BOGDANI

IN ZAIRE

White Sun Black Sun
Sound Of Cobra

E io non so che cosa è il rock per la maggior parte della gente, ma se si tratta  di qualcosa che fa un botto fortissimo e corre veloce, allora gli In Zaire sono decisamente rruock, e ci tengono ad essere etichettati così. No dai, sta parola mi fa schifo davvero, ma mi sono anche rotto di parlare di free-psichedelia e pugnette. Facciamo che questa è un impennata totale e gloriosa verso quel sole nero a cui i Loop avevano appena accennato più di due decenni fa.

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SANDROKAN

Home

Epitaph

Rispolvero le Airwalk, lo skate di Topolino e mi metto a fare tricks sopra un dirupo urlando a squarciagola come un matto. Sono vecchio, grasso e pelato e sai che c´è? Sono un tipo giusto perché mi piace questo disco emo uguale ai precedenti. Questi Off with Their Heads ci sanno fare con le melodie, la batteria tupa-tupa e le urla strazianti. Ok, ora che ho fatto coming out dove sono le squinzie? Non ci sono? Ah…

ZIO TRITO

Ma che è!? Je metto na sorrisa perché me fa troppo ride er nome!

BANANA BRAVEHEART

BOHEMIEN

Bohemien

RBL

Quando ero un giovane darkettone, dieci anni fa, questi già erano anziani. Si erano appena riformati dopo un lungo scioglimento e qualcuno me li vendette come leggende della scena post-punk italiana. Sarà, a me facevano cacare uguale. Adesso, dopo trent’anni di onorata carriera, si sono dati una rinfrescata, che consiste nel suonare sempre la stessa pappa ma con pretese più autoriali, che si dovrebbero capire dai vestiti tipo nonni steampunk. Dai, sul serio…

JJJ SYCOMORO

RAINBOW ARABIA

FM Sushi

Compact

A volte nell'evoluzione di un suono, la parte migliore rimane quella transitoria. O almeno è quello che sta succedendo ai Rainbow Arabia che con tutti questi synth forse era meglio rimanere suI campioni arabi. Degli anni Ottanta non se ne può più, era proprio necessario un altro disco da froci della moda?

FAI STRUSHI

INC.

No World

4AD

Ci sono giorni in cui sono talmente felice che non mi interessa se uno di questi due ha i capelli unti, in quei giorni potrei accettare di farmi piacere esclusivamente la loro musica senza pensare neanche per un attimo alla qualità gelatinosa dei suoi capelli. Oggi non è uno di quei giorni.

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TANTRA MANI DI FROCIO

VONDELPARK

Seabed

R&S

Mi volete solo spiegare che cazzo è quel becchetto che mettete addosso alle cose? Che merda. Però, se chiudo gli occhi, tutto il resto è ok.

BACI DALLA RIVIERA LIGURE

JAMES BLAKE

Overgrown

Universal

Ho letto un commento youtube a un pezzo di James Blake che diceva “this song gave me blue balls, i love it”. Non ho capito perché avere le palle blu sarebbe una buona cosa, ma ho il terrore che sia capitando anche a me, sempre con lo zampino di Jamesino il sensibile. Però dai, alcuni beat e produzioni sono niente male, non è che si può togliere quello che ci fa “mmmmmmmmmhhhmmmm” sopra?

ILLUMINATO FALLICO

YOUNG DREAMS

Between Places

Modular

Noi siamo uomini virili, ci inteneriamo per il mare d’inverno e ammiriamo le armonizzazioni vocali. Siamo uomini che se dovessero  avere un odore sgradevole sarebbe di pesce, ma profumiamo di borotalco. E questo disco ci piace come la stimolazione del perineo, che ci imbarazza chiedere, e quando capita speriamo non finisca con un dito nel culo, che quello è un gesto brutale che non ci piace.

KASPAR CASPITERONI

THE STROKES

Comedown Machine

RCA

Basta! Il reflusso gastrico è un problema serio e non possiamo permettere più a uno come Julian Casablancas di prendere sottogamba il suo problema e continuare a fare dischi.
DOTTOR TELEFONO HOUSE

Una cosa che mi confonde è che l'espressione "fissare negli occhi" in realtà non ha nessun senso: non puoi fissare che un occhio alla volta. Invece scommetto che nel mondo degli E.E. e degli H.I.T. puoi anche fissare una persona negli occhi, proprio occhio-a-occhio, capito come? Ok. Comunque non sentite troppe volte questo split LP, perché domani è lunedì e dovete andare al SerT e secondo me dopo il terzo ascolto vi blindano al test delle urine.

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DR. OGA

DEMDIKE STARE

Testpressing #001

Modern Love

Lo dicevo io che la jungle sta tornando. I Demdike Stare sono d’accordo in più di un senso: sul lato A perché hanno deciso di ficcare l’amen-break in mezzo a una foresta di metalli maltrattati e compressi. Nel Lato B perché accellerando delle percussioni in odor di Muslimgauze (anzi, mi sa che hanno proprio campionato Muslimgauze), ne rotola fuori un breakbeat lento e feroce. Non vorrei sbilanciarmi, ma potrebbero aver tirato fuori la loro uscita migliore.

IL CANE DI PASQUA

EMPTYSET

Material

Subtext

Quando non hanno voglia di pestare coi cassoni quadrati, gli Emptyset vanno a registrare suoni d’ambiente in posti poco ospitali. Praticamente come Daniele Bossari in Mistero, solo senza la sindrome di Down. In compenso credo siano andati incontro a un sacco di cose simpatiche come le radiazioni nucleari (chissà come sta il loro sperma). I tre pezzi fanno immaginare di essere andati con loro ed essere rimasti fatalmente indietro.

JACK CUCCHIAIO

PRURIENT

Through The Window

Blackest Ever Black

Sarà davvero l’ultima volta che Dominick Fernow mette da parte le bombe, il corano, la sabbia del deserto e torna a dedicarsi alle frustate, alla droga e al nichilismo bucolico? Speriamo sinceramente di sì, così almeno la chiuderà in bellezza evitando di scivolare di nuovo in cacate tipo Bermuda Drain, che sembrano sempre dietro l’angolo. Qui c’è un bel po’ di balera goth discreta, buona per andare a trans con Donato Bilancia.

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L’ANTONLAVEY ITALIANO

Con Essi Vivono Carpenter ha dimostrato che non esistono solo i Ray Ban per piloti nani col nasone o Beppe Grillo, ma anche occhiali speciali che permettono di scoprire se tua zia o l’arrotino sono alieni inviati sulla terra al fine di schiavizzarci subdolamente. Fighi, eh? Ora Essi Rivivono attraverso un restyling deluxe farcito di posterone, litografia e vinile bi-color. Non all’altezza delle sue precedenti colonne sonore ma pur sempre foriero di gran brividi 80’s e tastieroni a palla di fuoco. Chi non lo compra è uno di Loro.

WILLEM DA FOG

Constellation

Tra minimalismo classico e nuove scoregge, ecco un disco di ampie vedute, in cui un sassofono senza pietà regge tutta la baraonda facendo di tutto… addirittura una cassa dritta tanto vasta da poterci mettere la frutta del pianeta. Una voce impastata nella merda cerca inutilmente di uscirne fuori, con una classe che non è la terza elementare. Roba che alla fine ti rendi conto dell’inutilità dei sequencer quando hai mani e cervello.

NEGRETTO BALLETTO