Cibo

Come rendere le consegne a domicilio di cibo più etiche per rider e ristoratori

Impossibile avere un sistema per la consegna a domicilio del cibo etica? A Bologna è nato il sistema di delivery Consegne Etiche, e gli abbiamo chiesto in cosa sono etici rispetto ai sistemi come Glovo o UberEats.
Giorgia Cannarella
Bologna, IT
delivery etica
Foto Screengrab via Vice Video: Milano vista in lockdown da un rider

*In seguito allo sciopero indetto il 26 marzo 2021 e al nuovo protocollo siglato fra il Governo e l’associazione Assodelivery e i sindacati (Cgil, Cisl e Uil), contro lo sfruttamento dei rider e il caporalato, abbiamo aggiornato il pezzo in data 26/03/21.

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“Se non paghi la consegna stai sfruttando il lavoro di qualcuno che viene pagato poco e trattato male”

Negli ultimi mesi il mondo dei rider è stato scosso da proteste e agitazioni e il sistema delle consegne a domicilio, ancora una volta, si è rivelato molto problematico. A novembre 2020 a Torino, Milano, Bologna e non solo, si sono svolte manifestazioni di centinaia di rider che invitavano a non usufruire dei principali servizi di consegna di cibo, dopo che il 3 novembre Assodelivery (che comprende Deliveroo, Glovo, Uber Eats, Just Eat e Social Food) aveva annunciato l’arrivo di un contratto siglato con il sindacato Ugl che i lavoratori erano costretti ad accettare, pena il licenziamento.

In quell’occasione Just Eat Italia annunciò che i rider della sua piattaforma sarebbero stati assunti con un contratto di lavoro dipendente secondo un modello, già seguito in Germania e Danimarca, chiamato Scoober. In effetti a marzo 2021 si sono aperte delle posizioni e l’azienda ha iniziato ad assumere. E a Milano è stata emessa una sentenza che ha multato alcuni colossi del settore per 733 milioni di euro con la richiesta di obbligo di assunzione per oltre 60.000 lavoratori.

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Ma le agitazioni nel mondo dei rider continuano: oggi venerdì 26 marzo la rete nazionale RiderXiDiritti ha proclamato il #nodeliveryday con diverse adesioni sindacali in grandi metropoli e l’invito a tutti i clienti a non ordinare delivery per un giorno.

Nel frattempo a Bologna è nata una realtà di consegne a domicilio che ha l’intenzione di cambiare completamente il sistema del delivery. Consegne Etiche nasce da due cooperative, Dynamo e Idee in movimento, insieme al centro universitario AlmaVicoo, nell’ambito di un progetto coordinato da Fondazione per l’Innovazione Urbana e Comune di Bologna. Abbiamo cercato di capire cos’è, come funziona e se può tracciare una strada da seguire anche in altre città.

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Foto di Margherita Caprilli per Fondazione Innovazione Urbana

Come si costruisce una consegna etica?

I fattorini sono pagati 9 euro netti l’ora contro i 5,5 lordi delle piattaforme tradizionali di delivery

Michele D’Alena dell’Ufficio Immaginazione Civica della Fondazione Innovazione Urbana ci ha raccontato la nascita del nuovo sistema di consegna a domicilio. “Tre anni fa a Bologna è nato Riders Union, il primo movimento auto-organizzato di rider. Partendo da quel movimento, e dalla Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali, abbiamo iniziato a pensare a un sistema diverso. Abbiamo messo insieme sociologi, urbanisti, comunicatori e soprattutto organizzato assemblee pubbliche in cui potessero partecipare in prima persona fattorini e commercianti.”

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Foto di Margherita Caprilli per Fondazione Innovazione Urbana

La prima fase sperimentale di consegne a Bologna è partita a ottobre. Ad oggi hanno aderito diversi mercati (via Vittorio Veneto, Mercato Albani, Mercato Ritrovato e Coop Alleanza 3.0), NaturaSì, biblioteche, l’Associazione Panificatori, una pizzeria e due locali di street food.

Quali dovrebbero essere i diritti dei fattorini

Rispettare i diritti e le tutele dei lavoratori; garantire un compenso equo e dignitoso; garantire il diritto alla salute e alla sicurezza; smontare meccanismi reputazionali che alimentano competizione tra lavoratori. Questi sono i primi quattro punti del manifesto di valori di Consegne Etiche.

I fattorini sono pagati 9 euro netti l’ora e assunti con un contratto a tempo indeterminato e le relative tutele. Per ora sono solo 6 ma ovviamente, man mano che il servizio prenderà piede, sperano di assumerne sempre di più. “Sulle principali piattaforme i fattorini sono pagati 5,5 lordi l’ora. E lavorano tramite algoritmi che incentivano la competizione,” spiega D’Alena. “Abbiamo parlato con molti di loro: sono vessati, non sanno a chi rivolgersi se hanno problemi.”

Consegne etiche anche per i commercianti

Tutti i rider lavorano con bicicletta o cargo bike e al massimo, in futuro, macchine elettriche.

Nelle normali piattaforme di delivery, mi spiega D’Alena, il commerciante rinuncia circa al 30% del guadagno. Con Consegne Etiche invece le transazioni vengono gestite direttamente dal commerciante e la piattaforma non trattiene alcun costo.

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A pagare è il cliente che ordina la consegna a domicilio. “Se non paghi la consegna stai sfruttando il lavoro di qualcuno che viene pagato poco e trattato male,” afferma lapidario D’Alena. Il costo per ogni consegna varia ma la media è tra i 6 e i 7,90 euro.

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Foto di Margherita Caprilli per Fondazione Innovazione Urbana

L’etica è anche ambientale

Per noi è stato fondamentale sapere che la dignità lavorativa dei fattorini venisse tutelata in ogni modo.

Il quinto punto della carta dei valori è “Essere logisticamente sostenibile o con impatti ambientali tendenti al minimo.” Tutti i rider lavorano con bicicletta o cargo bike e al massimo, in futuro, macchine elettriche.

Appare evidente che Consegne Etiche non si pone semplicemente come una piattaforma bensì come un modo per ripensare in toto il concetto di delivery, dando valore al lavoro dei fattorini, lasciando respiro ai commercianti ed entrando nell’ottica che pagare meno non è necessariamente meglio: per la qualità del servizio, per l’ambiente, per uno sviluppo economico sostenibile.

Abbiamo parlato con Giorgio Pirazzoli, direttore del Mercato Ritrovato di Bologna, che ha iniziato a utilizzare il servizio: “Per noi è stato fondamentale sapere che la dignità lavorativa dei fattorini venisse tutelata in ogni modo. E abbiamo subito notato che c’era un approccio diverso al lavoro. Una cura nel servizio e un modo di comunicare completamente differente da quello a cui eravamo abituati.”

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