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Anonymous dichiara guerra allo Stato Islamico

Image. Wikimedia Commons

Mentre la Forza Quds iraniana sta aiutando l’esercito iracheno, e alcuni droni armati americani perlustrano i cieli sopra Baghdad, alle entità che combattono contro lo Stato Islamico (IS, ex ISIS) in Iraq si è aggiunto un affiliato virtuale. In un videomessaggio su YouTube una della fazioni di Anonymous chiamata The Anonymous Message, espone le motivazioni che hanno portato all’”Operazione NO2ISIS”, una campagna di hackeraggio che mira a colpire l’infrastruttura informatica degli Stati che supportano i militanti dell’IS.

Nonostante gli attori a livello locale come Iran e Arabia Saudita si considerino gli iniziatori di una guerra indiretta per difendere la propria sfera geopolitica di influenza, Anonymous afferma di intervenire in nome dei cittadini iracheni indifesi. 

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“Il popolo iracheno ha passato quasi due settimane in uno stato di atroce terrore, che nessuno di noi conoscerà né proverà mai in vita sua,” afferma il solito uomo con il volto coperto dalla maschera di Guy Fawkes. “Questi selvaggi senza religione o moralità hanno l’inclinazione a bruciare, uccidere e saccheggiare tutto ciò che trovano al loro passaggio. Devono essere fermati.” 

Nel video si afferma che degli hacker dell’IS hanno violato uno dei loro account Twitter, @TheAnonMessage, twittando foto esplicite di un attacco dell’IS nei pressi di Baghdad. Il portavoce nel video si scusa per l’hack e per i contenuti pubblicati, dicendo che “sono stati presi provvedimenti” per rendere sicuro il loro account contro “futuri tentativi di hacking.”  

Oltre a dichiarare il supporto di Al-Jazeera all’IS, affermando che l’emittente oscura la propria “reputazione rigurgitando le vostre bugie e il vostro supporto traditore all’IS” e che “non ci sfuggirete,” Anonymous chiama in causa tre stati sospettati di supportare il gruppo terrorista islamico. 

“Questo è un messaggio per gli stati di Qatar, Turchia e al Regno dell’Arabia Saudita; non sfuggirete alla nostra collera. Abbiamo le prove del vostro continuo supporto e dei rifornimenti che consegnate all’ISIS. Se non fate cessare questa situazione immediatamente saremo costretti a scatenare tutto il nostro esercito contro i vostri patetici aborti di cyber-sicurezza,” afferma. 

Grazie alla concessione di una fonte anonima, Forbes riporta che Anonymous sta puntando i sostenitori dell’IS perché il gruppo e la sua struttura lasciano poche impronte virtuali vulnerabili ai loro attacchi. “Non siamo in grado di colpire l’ISIS perché combattono principalmente su terra. Ma possiamo stare dietro alle persone o agli Stati che li finanziano,” ha detto la fonte anonima a Jasper Hamill, collaboratore di Forbes. 

La stessa fonte ha dichiarato che lo stile con cui gli hacker responsabili dell’infiltrazione nell’account @TheAnonMessage hanno attaccato era molto simile alle tattiche utilizzate dall’Esercito Elettronico Siriano (SEA)—un gruppo responsabile degli attacchi al New York Times, a Reuters e del costoso tweet AP che diceva che Barack Obama era rimasto ferito in un’esplosione alla Casa Bianca. Secondo Forbes le dichiarazioni rilasciate dalla cellula di Anonymous di un potenziale collegamento tra l’IS e il SEA, è uno sviluppo interessante in un conflitto che potrebbe diventare virtuale. 

Il gruppo di Anonymous non è solo. Reduce di un cambio nel nome da jihad (prima era lo Stato Islamico in Iraq e in Siria, adesso semplicemente “Stato Islamico”),e dopo aver dichiarato l’istituzione del proprio Califfato nel nord dell’Iraq), un hashtag è apparso in Iraq a giugno—#No2ISIS—al fine di combattere l’aggressiva campagna mediatica dell’ISIS. L’hashtag sembra aver ispirato anche il nome che Anonymous ha dato all’operazione contro i sostenitori dell’IS.  

Ma finora IS ha mostrato poco interesse per l’hashtag #No2ISIS, e molti supporter online se ne prendono gioco. Un sospettato combattente con il soprannome di Al Janabi, ha criticato le tempistiche dell’hashtag: 

Un altro utente attivo di Twitter collegato all’IS ha twittato qualcosa di simile una settimana prima, affermando l’indifferenza dell’hashtag verso i crimini di guerra compiuti dagli sciiti: 

Fondamentalmente, il video di Anonymous Message potrebbe non contare niente, soprattuto ora che l’organizzazione di hacking sta passando una fase di crisi di identità. In ogni caso il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia dovrebbero aver imparato dai recenti attacchi di Anonymous e prendere precauzioni oppure prepararsi ad essere colpiti.

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