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Il Bitcoin impenna dopo il sì al Brexit

Questa mattina alle 5.45 ora locale Enrico Mentana ha dichiarato concluse le proiezioni per lo spoglio dei voti del referendum sul Brexit e ha sancito la vittoria dello schieramento del “Leave” durante la sua maratona notturna. La prima conferma ufficiosa è arrivata a seguito del lancio della BBC, che ha ufficializzato la sua proiezione sulla vittoria del “Leave”—Da questo momento in poi è stata anarchia.

Mentre la sterlina continuava il suo tracollo iniziato ieri, affondando del 6.4 percento (1.2222) nel cambio sterlina-euro e del 9.8 percento (1.3415) nel cambio sterlina-dollaro, e le borse di tutto il mondo assorbivano il duro (e inaspettato) colpo del sì al referendum con la volatilizzazione di oltre 120 miliardi di dollari solo per l’indice FTSE, altrove si festeggiava.

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Questa mattina, infatti, il valore di mercato del Bitcoin è schizzato a 650 dollari per unità, confermando ancora una volta la volatilità del suo valore. Dopo il picco di 1.000 dollari per unità raggiunto nel 2013, la stabilizzazione e infine il nuovo picco di 775 dollari per unità raggiunto il 17 giugno, nell’ultima settimana il Bitcoin è crollato del 25 percento a causa, si pensa, del timore di speculazioni nell’incerto contesto Brexit, sfiorando i 550 dollari per unità. Questa mattina, dopo l’ufficializzazione del risultato del referendum, la criptovaluta è tornata in testa, recuperando quasi 100 dollari per unità.

Per quanto ovvie, queste brusche fluttuazioni permettono di inquadrare (in senso piuttosto ampio, certo) alcune tendenze del mercato finanziario: perché all’approdo di una crisi globale—infatti, il Brexit ha colpito i mercati di tutto il mondo—un mercato avulso dalle dinamiche tradizionali riceve una boccata d’aria fresca? Visto e considerato che il mercato statunitense sta ancora dormendo, la valuta potrebbe subire ulteriori fluttuazioni durante la giornata per poi stabilizzarsi, nei prossimi giorni, assieme alla sterlina.