La prima volta che Cameron Allan è andato a caccia di pervertiti, pensava che sarebbe stato accoltellato.
L’adolescente di New Brunswick, in Canada, ha passato la mattinata del suo 18esimo compleanno fingendosi una ragazza minorenne su internet. Il suo obiettivo: attirare un molestatore di bambini nella sua casa di Saint John e incastrarlo con un filmato.
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Ispirato dalle azioni della Creep Catcher network – un gruppo di ‘cacciatori di pedofili’ che posta video su internet in cui affrontano uomini che tentano di approcciare ragazzi e ragazze minorenni – la mattina del suo compleanno Allan ha creato un profilo finto su un sito di incontri.
Poco dopo ha iniziato a chattare con un uomo fingendosi una ragazzina di 15 anni. L’uomo ha chiesto di incontrarlo, e Allan gli ha dato il suo indirizzo di casa. Quando si è presentato, Allan gli ha puntato una telecamera in faccia e l’ha accusato di approfittarsi di giovani minorenni.
“Si è allontanato di circa mezzo metro e ci siamo guardati negli occhi per un secondo, lui aveva le mani in tasca e ho pensato ‘Dio, verrò accoltellato il giorno del mio compleanno’,” racconta Allan a VICE News.
L’uomo gli ha invece urlato qualche insulto, poi è salito in macchina e si è allontanato. Allan ha poi postato il video su Facebook, dove è stato visualizzato più di 56.000 volte.
Il filmato ha fatto scalpore nel suo paese, e alla porta di Allan si sono presentati giornalisti e poliziotti. Ha anche attirato l’attenzione del Creep Catcher network, e oggi Allan è il vice presidente della sezione di Saint John.
Ma non tutti sono entusiasti dell’organizzazione autonoma di vigilantes. Un uomo ha affermato di essere stato preso di mira dal gruppo ingiustamente, e che a causa loro la sua vita è stata rovinata. Le forze di polizia hanno criticato il gruppo e le sue diramazioni. Suscita preoccupazione il fatto che un gruppo che non risponde a nessuno e che non è monitorato potrebbe fare più male che bene.
Creep Catchers è stata fondata da Dawson Raymond, un 26enne sfacciato e pieno di tatuaggi, che dice di essere stufo di sentire storie di pedofili che riescono a farla franca.
‘Succede a uno dietro l’altro… e i poliziotti non fanno un cazzo.’
“Succede a uno dietro l’altro… e i poliziotti non fanno un cazzo. Praticamente non fanno nulla e questi individui ricevono delle condanne che sono assolutamente ridicole,” dice Raymond.
L’organizzazione, che Raymon ha fondato lo scorso anno insieme ad alcuni amici, è diventata una rete che copre tutto il Canada con sezioni in nove città. Complessivamente, i suoi membri hanno postato decine di video.
“Sembra facile a chi osserva da fuori, ma serve tanto lavoro per realizzare queste operazioni,” dice Vicky Penny, programmatrice 32enne di Calgary, webmaster del gruppo e tra i primi aderenti all’organizzazione.
Si inizia con la creazione di un profilo falso su un sito di incontri. In genere questi servizi sono riservati ai maggiorenni, ma i cacciatori di pervertiti usano foto profilo che sono sull’orlo dell’illegalità.
“Sono i pervertiti a contattarci. Non siamo noi a cercarli,” dice Melanie, 30 anni, membro della sezione di Edmonton il cui nome è stato cambiato. “Questi individui ci cascano perché davvero vogliono approfittarsi di un bambino.”
Le conversazioni di solito iniziano in maniera innocente, ma dopo i soliti convenevoli i cacciatori di pervertiti scrivono qualcosa del genere: “In realtà ho 12 anni, va bene lo stesso?”
“Alcune persone dicono ‘No, sei troppo giovane’ e la chiudono lì. Ma molte persone – in realtà è sconvolgente pensare a quanti sono – dicono ‘Ah, va bene, l’età è solo un numero,’” dice Jordan Latimer, 28 anni, presidente della sezione di Lloydminster, in Alberta.
Lo scopo è quello di portare il pervertito a incastrarsi da solo.
“Quello che ci scrivono è assolutamente disgustoso,” afferma un cacciatore di pedofili che lavora con Latimer e che ha chiesto di rimanere anonimo. “Voglio dire, sono un uomo di 31 anni e non dico cose di questo tipo nemmeno a donne della mia età.”
Ci sono volte in cui gli uomini insistono per parlare al telefono prima di un incontro, o perlustrano il luogo dell’incontro in anticipo. Se è una donna a fingersi minorenne, Melanie o una delle altre donne del gruppo fanno da esca, o recitano al telefono.
“Ci vogliono molto autocontrollo e pazienza,” dice Melanie. “Non è proprio divertente, non lo nego, ma dev’essere fatto.”
Questa situazione può durare un paio d’ore, oppure trascinarsi per settimane, o addirittura mesi. Ma se tutto va liscio, il momento dell’incontro alla fine arriva. Un uomo si presenta all’appuntamento pensando di incontrare un bambino vulnerabile, e invece si ritrova una telecamera puntata in faccia mentre un cacciatore di pervertiti lo insulta per il suo comportamento.
“Sei Bill, vero?” dice Raymond a un uomo ripreso in uno dei suoi video girati a Calgary.
“Sì, perché?” risponde l’uomo.
“Sei qui per incontrare una bambina? Alyssa, 12 anni?”
“No.”
“Perché sei venuto a incontrare una bambina?”
“Perché…”
“Perché… perché?”
“Mi sono appena lasciato. Voglio solo degli amici.”
“Certo, certo, certo, non sembra da quello che scrivevi e dalle foto che mandavi.”
“Ok.”
“Perché fare una cosa del genere?”
“Non lo so, mi dispiace.”
“Cazzo, ma ti vergogni?”
“Sì.”
“Fai bene.” “Lo farai di nuovo?”
“No.”
“Bene, vedi di non farlo più. E se lo fai, ricordati la mia faccia. Mi vedi? Incontrerai me. Incontrerai me ogni volta.”
Quando i pervertiti vengono sgamati e filmati – anche con delle inquadrature ravvicinate della targa della loro auto – Penny pubblica i video e le conversazioni in chat su CreepCatcher.ca. Crea anche un backup dei dati e protegge il sito da attacchi hacker o DDoS.
Dice di aver contattato Dawson per mettere a disposizione le sue capacità dopo aver visto il suo primo video.
“Per me è stato come constatare che cittadini normali possono prendere posizione ed essere efficaci,” dice. “Ho pensato che sarebbe stato grandioso far parte di qualcosa che ha un tale impatto, che potrebbe cambiare il nostro sistema giudiziario da una situazione di indulgenza a una di intolleranza verso chi compie reati sessuali.”
Ma non tutti appoggiano questa missione.
Un uomo di Calgary ha detto alla CBC News che la sua reputazione è stata rovinata quando è apparso in un video di Creep Catchers. Dice di essere stato preso di mira ingiustamente — anche se Raymond afferma che gli screenshot dipingono un quadro diverso.
I dipartimenti di polizia di tutto il paese hanno emesso comunicati in cui condannano le azioni del gruppo. Il mese scorso la polizia di Medicine Hat, in Alberta, ha rilasciato un comunicato in cui definisce l’organizzazione “un’iniziativa non autorizzata e poco organizzata” di “individui che intraprendono l’attività di vigilantes” e “rischiano di compiere svariati reati penali.”
Ad aprile, durante una conferenza stampa, la polizia di Lloydminster ha accusato il gruppo di aver interferito con un’indagine in corso e di aver messo in pericolo alcuni agenti.
‘Alla fine, se le persone pensassero che la polizia fa bene il suo lavoro, i cittadini non dovrebbero fare nulla.’
Ma i membri del gruppo non sono preoccupati del dover lavorare al di fuori di un sistema che ritengono corrotto. Molti dei Creep Catchers hanno detto a VICE News di essere stati molestati da bambini, o che conoscono qualcuno che è stato abusato, e sono stati delusi dalle persone che avrebbero dovuto proteggerli.
Il molestatore di Melanie è andato in carcere quando lei aveva 13 anni, ma è uscito dopo pochissimo tempo e ha continuato a fare del male ad altre persone, racconta lei.
“Il sistema giudiziario, per me, ha fallito,” dice.
Stando al Servizio Penitenziario canadese, gran parte di coloro che commettono abusi sessuali restano in carcere meno di due anni. Secondo i dati dell’ufficio statistico del Canada, il 13 per cento dei molestatori di bambini viene condannato per altri crimini sessuali entro cinque anni dall’uscita di prigione; il 18 per cento viene condannato entro 10 anni, e il 23 per cento entro 15 anni.
Penny dice che i video dovrebbero fungere un grido d’allarme per spingere i legislatori canadesi ad aumentare le pene per i molestatori e a creare un registro nazionale accessibile al pubblico di chi si è reso colpevole di reati sessuali.
“L’attivismo prende diverse forme e si occupa di diversi problemi,” dice Penny. “Alla fine, se le persone pensassero che la polizia fa bene il suo lavoro, i cittadini non dovrebbero fare nulla e quando noi facciamo qualcosa, non avremmo così tanti meravigliosi sostenitori.”
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