I migliori genetisti al mondo hanno deciso di passare praticamente tutta la settimana scorsa a discutere su come evitare che le tecniche di ingegneria genetica di ultima generazione finiscano per distruggere la razza umana. Una nobile missione, non c’è che dire. Peccato però che non abbiano investito altrettanto tempo a parlare del fatto che la manipolazione genetica di altre specie rischi di cambiare l’idea stessa di “natura.” Un futuro in cui la tecnica di manipolazione genetica CRISPR/Cas9 è utilizzata da biologi amatori e startup di ingegneria genetica, in cui persino gli artisti possono creare organismi sofisticati propri dei film di fantascienza, non é solo possibile—è probabile, secondo due dei migliori esperti di bioetica del paese.
“Perché non dovremmo aspettarci elefanti nani, cavie giganti, o tigri rese docili geneticamente?” scrivono Hank Greely della Stanford School of Medicine e Alta Charo della University of Wisconsin School of Medicine nel saggio “CRISPR Critters and CRISPIR Cracks.” “Oppure—facendo un piccolo sforzo d’immaginazione—il miliardario che decide di regalare alla figlia un unicorno in carne e ossa per il suo dodicesimo compleanno?”
Videos by VICE
Greely e Charo sostengono che usi incontrollati o persino “frivoli” della tecnica CRISPR/Cas9 potrebbero scivolare tra le fessure e magari avere un impatto più grave sul nostro ambiente di quanto farà mai l’ingegneria genetica sugli esseri umani.
“Qualcuno si potrebbe accontentare di un rettile molto grosso che somigli almeno un po’ a un drago europeo o asiatico (magari dotato anche di ali da agitare qui e là, se non da battere per volare)”
“Gli esseri umani sono cavie da laboratorio terribili. Non seguiamo le istruzioni, abbiamo tempi generazionali lunghi, e possiamo mettere in mezzo gli avvocati. [La manipolazione del genoma umano] ha un ammasso di norme, regolamenti, burocrazia e (potenziali) tribunali da superare,” hanno scritto nel saggio, pubblicato su The American Journal of Bioethics. “Le applicazioni dell’ingegneria genetica non tradizionali, come riportare in vista il mammut o coltivare un giardino psichedelico, potrebbero subire un scrutinio blando, se scivolano tra le fessure inosservate. Questo saggio è, in pratica, un appello—ricordiamoci delle parti della biosfera che non sono gli esseri umani.”
Greely e Charo ricordano che la manipolazione genetica è già stata utilizzata dall’artista Eduardo Kac per creare un coniglio verde ; che il “GloFish” geneticamente modificato può essere acquistato quasi ovunque negli Stati Uniti; e che ci sono startup che già pubblicizzano fiori che cambiano colore su Kickstarter. È logico pensare che draghi e altre creature da spettacolo non siano tanto lontani, no?
“Le leggi fondamentali della fisica combinate con i vincoli della biologia impediranno quasi certamente la nascita di draghi volanti o draghi sputa-fuoco—ma qualcuno si potrebbe accontentare di un rettile molto grosso che somigli almeno un po’ a un drago europeo o asiatico (magari dotato anche di ali da agitare qui e là, se non da battere per volare),” scrivono.
Greely e Charo non sono contrari alla tecnica di manipolazione genetica—ciò che dicono è semplicemente che non c’è mezza briciola di chiarezza normativa in merito alle responsabilità delle agenzie governative nel decidere quando è OK usare CRISPR/Cas9.
Un’azienda stanziata in Florida che si chiama Oxitec è molto interessata ad usare CRISPR/Cas9 per modificare geneticamente le zanzare, così da sterilizzare quelle che portano la dengue.
Al momento, la Food and Drug Administration sta decidendo se permettere o meno all’azienda di portare a termine un test specifico, basandosi sulle norme dei “farmaci per animali” che valutano se la manipolazione genetica sia nociva o meno per la salute della zanzara.
Nel frattempo, si potrebbe sostenere che sia le leggi sulla salute di piante e animali previste dallo US Department of Agriculture che le norme sui pesticidi dell’Environmental Protection Agency dovrebbero essere applicate al caso. CRISPR, però, non è né un “farmaco” né propriamente un “pesticida.” Le cose si complicano.
“In pratica, ci sono tre agenzie e diversi statuti che entrano in gioco nel valutare che effetti avrà sull’ambiente la manipolazione genetica di un’intera popolazione di zanzare,” scrivono Greely e Charo. “Sembra rassicurante, certo, ma significa anche che si creerà un pantano legislativo generale ogni volta che un caso sembra scivolare tra le fessure.”
Né Greely né Charo pretendono di conoscere la soluzione: “Siamo d’accordo che queste possibilità dovrebbero alimentare non solo l’immaginazione, ma anche un approccio critico e un’analisi etica—e magari qualche idea per dell’ottima fantascienza.”
Qualcosa a cui pensare, insomma.