Che impatto ha il coronavirus sul mercato internazionale della droga

productie van drugs

Jesús è un trafficante di droga affiliato al cartello di Sinaloa, uno dei più potenti in Messico. La settimana scorsa, insieme ad altri narcotrafficanti, ha ricevuto un messaggio su WhatsApp dal capo del cartello, Ismael “El Mayo” Zambada, in cui si comunicava che i prezzi all’ingrosso delle metanfetamine sarebbero aumentati.

“Mayo ha mandato questo annuncio dicendo, ‘D’ora in poi per 450 grammi di crystal andranno chiesti 15.000 pesos (550 euro circa), perché scarseggia’. Prima stava a 2.500 pesos (90 euro),” ha detto Jesús, che ha parlato a patto di restare anonimo. “Il messaggio diceva anche che ‘se non obbedite, ci saranno conseguenze.’”

Videos by VICE

La ragione ufficiale di questo picco nei prezzi è la pandemia di coronavirus. La filiera del cartello è complessa e internazionale. Gli ingredienti usati per produrre metanfetamine e fentanyl provengono soprattutto dalla Cina. In una recente intervista con VICE News, Jesús ha detto che normalmente i suoi cuochi hanno a disposizione sostanze chimiche per un mese di produzione, ma che si trovano già in riserva e i rifornimenti stavano diventando complicati.

Un cuoco di un’altra fazione del cartello di Sinaloa, che si fa chiamare Enrique, ha parlato di un problema simile: il prezzo dell’acetone, usato per produrre l’eroina, è raddoppiato nel giro degli ultimi 15 giorni, triplicando quasi il suo valore (ora si parla di 140 euro per 20 litri).

“È cambiato tutto,” ha detto Enrique. “I prezzi sono molto alti al momento. Per via del coronavirus, c’è pochissima distribuzione o importazione dalla Cina a Città del Messico. È difficile ottenere le sostanze chimiche. Puoi trovarle, ma i prezzi stanno salendo parecchio per tutti.”

Enrique ha riferito di aver sentito che un chilo di fentanyl, che prima costava all’ingrosso a Sinaloa 870.000 pesos (32.000 euro), ora costa 1 milione di pesos (37.000 euro). Il potente oppiaceo sintetico una volta arrivava direttamente dalla Cina agli Stati Uniti, attraverso la posta internazionale. Ma un giro di vite delle autorità cinesi iniziato a maggio scorso ha spinto la produzione in Messico, lasciando alla Cina il rifornimento delle materie, meno regolamentate, per il processo di sintetizzazione.

L’arrivo del fentanyl ha già destabilizzato il mercato messicano dell’eroina, provocando un crollo del prezzo della gomma di oppio—una melassa densa e nera che viene poi raffinata in eroina—dall’equivalente di 1.670 euro al chilo di qualche anno fa, a 300 euro al chilo degli ultimi mesi. I cartelli hanno stabilito che fosse molto più lucrativo produrre fentanyl, dato che può essere fatto tutto l’anno con sostanze chimiche economiche e disponibili rapidamente (almeno fino a poco fa). L’eroina, invece, ha bisogno di grandi campi di papaveri, che possono essere raccolti solo stagionalmente, e di contadini che devono essere pagati per il loro lavoro.

Cartel members break up a brick of fentanyl-laced heroin into powder. (Photo by Miguel Fernández-Flores/VICE News)
Membri di un cartello spezzano una panetta di eroina tagliata con il fentanyl in polvere. (Foto di Miguel Fernández-Flores/VICE News)

I cartelli messicani hanno dominato a lungo il mercato della metanfetamina, specialmente a partire dagli anni Dieci del Ventunesimo secolo, ossia quando gli Stati Uniti hanno iniziato a regolamentare in modo rigido i medicinali che contengono pseudoefedrina. Jesús ha ipotizzato che il picco di prezzi della meth imposto da El Mayo fosse più dettato da opportunismo che da una carenza di sostanze. Ha aggiunto che, mentre la produzione di meth è aumentata vertiginosamente negli ultimi anni, di pari passo con la competizione tra cartelli rivali, i margini di profitto sono diminuiti.

“È solo una scusa per alzare i prezzi,” ha detto. “Non è più il mercato di una volta. Investivano 100.000 dollari (92.000 euro circa) e ne facevano il doppio. Sono un sacco di soldi, ma non c’è molto profitto considerato il rischio. Ora vogliono continuare a investire 100.000 dollari ma tirarne su un milione e mezzo.”

Katerine Pfaff, portavoce della DEA (Drug Enforcement Administration), ha detto che l’agenzia sta tracciando come e se la pandemia di coronavirus stia condizionando i mercati della droga, ma è troppo presto per dire con certezza cosa sta succedendo. “È difficile valutare la situazione,” ha detto Pfaff. “La DEA sta monitorando costantemente. Ci vorrà un po’ per avere un’idea più chiara dell’impatto di questa emergenza sanitaria sul traffico di droga.”

Un trafficante che lavora per El Mayo a Mexicali, una città messicana al confine con gli Stati Uniti, ha detto a VICE News che sono passati da contrabbandare circa 15 chili di metanfetamina ed eroina alla settimana ad appena cinque, per via della mancanza di rifornimenti e dell’aumento dei controlli sul lato statunitense. I trafficanti si sono anche detti preoccupati di non riuscire a importare soldi e armi in Messico dagli Stati Uniti.

Bryce Pardo, un ricercatore della RAND Corporation che studia il contrabbando delle sostanze illegali, ha detto che la filiera chimica potrebbe essere destabilizzata ulteriormente se i porti saranno costretti a chiudere o a limitare le operazioni in risposta alla diffusione del virus negli Stati Uniti e in Messico.

A cartel gunman stands guard at a clandestine drug lab in Sinaloa. (Photo by Miguel Fernández-Flores/VICE News)
Un uomo del cartello fa la guardia a un laboratorio clandestino a Sinaloa. (Foto di Miguel Fernández-Flores/VICE News).

“Ci sarà parecchia merce bloccata nei porti, perché non ci saranno abbastanza persone—lavoratori portuali, stivatori, eccetera—per scaricarla,” ha detto Pardo. “Il problema potrebbe essere risolto in Asia, ma poi sul versante degli Stati Uniti e del Messico ci sarà un ritardo perché le persone non possono andare al lavoro e scaricare la merce, legale o illegale che sia.”

Ci sono già notizie di aumenti del prezzo delle droghe sui mercati online nel dark web, dovuti alla carenza delle sostanze chimiche in Cina, oltre a indizi che i cartelli messicani stiano soffrendo il contraccolpo in altri modi. Una testata ha riportato che un cartello a Città del Messico, La Unión de Tepito, ha smesso di ricevere i carichi navali di beni di lusso contraffatti (come scarpe e borse).

Enrique ha detto che pensava che il virus fosse una “copertura” o una scusa per permettere ai capi dei cartelli di alzare i prezzi, ma non ha nascosto il suo nervosismo. “Sono tutti spaventati. Arrivano voci di tutti i tipi,” ha detto. “Qualcuno dice che è una semplice influenza; altri che ti può ammazzare. Non so a cosa credere.”

Jesús, invece, era scettico rispetto ai rischi legati al virus. “Per me sono tutte bugie,” ha detto. “Non ci credo. È una stronzata, se posso dire la mia. Non conosco nessuno colpito dal coronavirus.” Per quanto riguarda i suoi prospetti lavorativi, Jesús era però ottimista. I suoi costi operativi potrebbero aumentare nel breve periodo, e per questo si vedrà costretto ad alzare i prezzi, ma a un certo punto i costi crolleranno.

“Come fornitore, è una cosa buona perché ci fai soldi. I miei clienti dovranno aumentare il prezzo per grammo in strada, e potrebbero esserci persone a cui non andrà giù,” ha spiegato. “Visto che sono dipendenti dalla metanfetamina si lamenteranno, ma alla fine saranno disposti a pagare qualunque cifra.”

Miguel Angel Vega ha collaborato nella stesura di questo articolo.