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Musica

Mudimbi - M

M è l'EP di debutto di Mudimbi e contiene produzioni di Ckrono & Slesh, Digi G'alessio, Epi e altri esperti di musica grossa. Leggete l'intervista mentre vi scaricate gratuitamente l'EP.
Mattia Costioli
Milan, IT

Oggi vi presentiamo un EP davvero grosso e davvero diverso da quello che si sente di solito, il protagonista è Michel Mudimbi, in arte Mudimbi e basta, probabilmente lo conoscete per “Supercalifrigida”, un pezzone un po’ trap e un po’ no. Quello che potete ascoltare qua sotto è M, che è a metà strada tra una dichiarazione di intenti e un debutto artistico, l’unico problema è che purtroppo questa strada è stata bombardata a tappeto da producer come Ckrono & Slesh, Digi G’alessio ed Epi. Quando ho ascoltato M per la prima volta sono rimasto un po’ spiazzato, devo essere sincero, ma ho comunque sentito la necessità di riascoltarlo da capo. Per provare a capirci qualcosa di più ho pensato di fare una telefonatina proprio a Mudimbi, potete leggere quello che ci siamo detti poco più sotto.

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Qui invece trovate l’EP completo, che potete ascoltare e scaricare gratuitamente.

Partiamo con la tua storia personale, raccontami come sei arrivato a fare queste cose, che secondo me sono fiche, ma decisamente strane.
Non sei la prima persona che me lo dice, in effetti sentendo quello che c'è in giro la mia musica suona diversa, ma forse questa è più una colpa di altri che un mio merito.

Forse sì, ma a te come è venuto di metterti a fare questa roba?
Nel 2000 mi è venuta voglia di scrivere rap, era un periodo in cui cercavo un modo per poter esprimere quello che avevo dentro. In realtà è stato un percorso piuttosto lungo e in cui ho provato varie cose: per un periodo sono andato in skateboard, ma quando mi sono rotto un orologio, dopo una caduta, ho deciso che forse era troppo pericoloso; poi ho dipinto, ma una volta finito il primo pezzo mi sono reso conto che non mi bastavano i soldi per comprare materiali e bombolette e di certo non mi andava di mettermi a rubare per pagarmi le cose per dipingere. Dopo un po' di riflessioni mi rimaneva 'sto famoso rap: così iniziai a provare a scrivere qualcosa, sempre da solo in camera, ovviamente. Ho scritto, a periodi, per un tot di anni, ma non ero granché entusiasta dei risultati e ogni volta la mollavo lì. Nel frattempo ho iniziato anche a fare il deejay, spingevo soprattutto drum n bass e questo genere di cose. Ero davvero preso bene anche perché la scena stava crescendo, ma dopo un po' mi tornò quella voglia di fare rap: mi misi a scrivere e stavolta, finalmente, il risultato iniziò a piacermi. Da lì cominciai ad esibirmi nei sound system e via via fino ad oggi.

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Quali sono le tue scelte diverse, in termini di hip-hop?
Io parto dal presupposto che uno, quando mi ascolta rappare può essere interessato a quello che dico, al beat oppure al suono di quello che compongono le mie parole. Se tu riesci a rappare in una maniera piacevole per l'orecchio e se sei abbastanza furbo da riuscire a incastrare le parole di modo da suscitare interesse all'orecchio, ti accorgerai che prima o poi l'ascoltatore viene rapito, è una cosa automatica ed inconscia, credo. Tanta gente quando uscì "Supercalifrigida" scriveva: 'non ho idea di cosa stia dicendo, però mi piace e non so spiegare il perché'. Volenti o nolenti c'è tutta una tradizione dancehall che ci insegna che certe parole suonano bene vicine ad altre e hanno una loro musicalità, io cerco di sfruttare questa musicalità.

Praticamente crei una linea melodica con il testo.
Sì e anche i temi, pure se sembra brutto da dire, me li scelgo a caso: per fare rap non è che ci voglia un genio, quindi non vedo perché uno non possa parlare di qualsiasi argomento. Personalmente non ho nulla contro quel nemico immaginario che infesta tutte le canzoni rap, hai presente? 'Sono più figo di te, faccio rime meglio di te'. Venendo dalle serate, da posti in cui comunque si fa festa, ho subito capito che non avrei dovuto usare argomenti troppo pesi, la vita già fa schifo di suo, io non ho alcuna necessità di infierire ulteriormente. Prendo temi a caso, ci metto l'ironia che mi contraddistingue, e quello che esce fuori è più o meno quello che puoi ascoltare nel mio EP.

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Le produzioni sono tutte realizzate da artisti grossi e, in realtà, se dovessi scegliere un aggettivo per questo EP, sarebbe proprio grosso.
Considera che il master me l'ha fatto Stabber, diciamo che ha gonfiato tutto con la pompa della bicicletta. Ogni collaborazione ha la sua storia: Ckrono & Slesh li conosco da tempo, ho anche cantato con loro a qualche serata; Digi l'ho conosciuto più tardi e all'inizio ci siamo un po' rincorsi, dovevamo collaborare già da un anno, ma lui è un missile ed è sempre in giro per il mondo, quindi non si è mai concretizzato nulla fino a quando non gli ho mandato il testo già registrato di "Missili", a quel punto si è preso decisamente bene e mi ha realizzato il beat in mezza giornata; i BAD iDEA sono venuti fuori dopo e sono stati molto bravi ad entusiasmarmi, mi hanno mandato alcune delle loro cose che mi hanno lasciato a bocca aperta, quindi abbiamo iniziato una bellissima collaborazione, anche se ha richiesto tanta fatica: abbiamo rifatto il pezzo da capo più di una volta, con loro posso dire che è nata un'amicizia e si sono sempre dimostrati super disponibili; I 2moellers mi hanno contattato nell'esatto momento in cui ho capito che serviva qualcosa da mettere in mezzo alle tracce di Digi e Epi per non far sentire così tanto la rottura, dato che sono molto diverse, loro mi hanno offerto un beat assolutamente perfetto per questo scopo. Epi, per l'appunto, ha realizzato la base che suonava più diversa dalle altre contenute nell'EP e in generale dalle cose che facevo di solito, e per questo lo ringrazio: mi ha permesso di confrontarmi con qualche suono diverso dai soliti, mi ha dato un'opportunità che desideravo da tempo. La sua è stata l'unica traccia che ho scritto da zero, ed è venuta veramente figa, tutti, io compreso, pensiamo che sia la traccia che si erge sopra le altre, a livello di carattere e personalità.

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È una nota in più, rispetto a tutto il resto.
Ci sono dentro tante cose nuove anche per me, anche un modo diverso di usare la voce e di scrivere, mi sono dovuto mettere a studiare.

Ed è questa la direzione che vuoi seguire adesso?
No, la direzione è quella solita: random. Sicuramente adesso vogliamo subito metterci a pensare all'album. Considera che io non ho intenzione di fare un disco da 15-20 tracce, sono per il poco, ma molto buono. Vorrei metterci tutto quello che ho scoperto che mi piace fare, tracce cazzone e veloci, ma anche due o tre pezzi più lenti. L'unica cosa che spero è che non ci sia troppa trap, perché mi ha veramente rotto i coglioni, tendo ad annoiarmi facilmente.

Eh, devo dire che è una cosa che stavo immaginando, vista la storia che mi hai raccontato prima.
Non ci posso fare niente, per quanto le produzioni siano fighe e diverse dalla solita trap, alla lunga scoccia stare sempre sugli stessi tipi di suoni, anche se sono piuttosto sicuro che un certo timbro di basso resterà per sempre. Sono curioso di vedere cosa succede dopo questo EP, e in base a quello decidere che direzione prendere. Le idee troppo chiare non ce le ho, mi lascio un po' di strade aperte, diciamo.

Ho visto che tu ti occupi di un sacco di cose, giri i video e ne scrivi le sceneggiature. Te li studi tu da zero, come funziona? Hai intenzione di girarne altri adesso?
Di solito quando faccio un video difficilmente metto quello che uno avrebbe potuto immaginarsi ascoltando la canzone, mi piace poter ribaltare un po' le cose, visto che c'è l'opportunità. A me piacerebbe poter girare un video per ogni traccia, però a volte si tratta di una questione di tempo e disponibilità. Vediamo cosa succede, io vorrei farne altri, ma potrebbe anche essere che tra una settimana dobbiamo metterci a lavorare al nuovo album. Sicuramente girerò qualcosa per "Senso", al 99,9%, perché ci credo molto e voglio che questo pezzo esca il più possibile, anche in maniera visiva.

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Sei un factotum, insomma.
L'80% di quello che gira attorno a Mudimbi è relizzato da me personalmente, anche perché questo progetto porta davvero il mio nome, anzi, il mio cognome, per la precisione: mi chiamo Michel Mudimbi. Non riuscirei mai a far uscire qualcosa legato al mio nome che non mi convince del tutto, per quanto possa essere oggettivamente buona. Spesso e volentieri mi trovo a dover spiegare che a me non importa quanto una cosa piaccia agli altri, prima di tutto deve convincere me. A volte sono un po' un dito al culo, però voglio essere fiero e convinto del mio prodotto, gli altri vengono relativamente dopo.

Anche perché non avresti modo di giustificare qualcosa che non hai fatto tu direttamente. Hai fatto anche l'artwork?
Ci ho lavorato insieme al mio grafico, con lui si è creata una grande empatia, di solito io penso una cosa e lui mi manda una bozza che rispecchia esattamente quello che avevo in mente. Purtroppo, a volte, devo scontrarmi con la mia mancanza di conoscenze estetiche, quindi è un bene che ci sia qualcuno a mitigare le mie trovate, ma come ti dicevo ho la testa piuttosto dura, e in fondo la maggioranza delle persone ha le mie conoscenze, non le sue, quindi qualche volta tendo a rischiarmela e lui è bravo a lasciarmi rischiare. L'artwork in sé nasce da una vecchia foto in cui ho un pupazzo di un'alce sulla spalla, quella è la foto da cui è partita una mia carissima amica quando le ho chiesto se aveva voglia di realizzare un logo per me. A dire il vero quello che mi mandò lei non mi piacque, sempre per la solita storia, ma mi ci misi a lavorare e dopo un po' venne fuori quello che c'è adesso nella cover. Penso che me lo porterò dietro per un bel po', anche perché ormai è finito dappertutto: sulle t-shirt, su vine; è stato piuttosto naturale metterlo anche sulla copertina, ci siamo trovati nella situazione di dover "alleggerire" l'artwork e quindi ho subito pensato al mio pupazzo, a qualcosa di minimale. Comunque anche il titolo M ha una sua logica, diventerà più evidente con i prossimi dischi: diciamo che questa parte del lavoro l'abbiamo già risolta per tutto il resto della carriera.

Ti chiedo un'ultima cosa, pensate di stampare questo EP?
Sì, anche se io ho un po' l'ansia del supporto fisico, ne ho pochissimi e la maggior parte sono di amici stretti. Ormai siamo nell'era di Spotify de merda, no? Mi hanno convinto sia i ragazzi che mi danno una mano con il booking sia il mio grafico, che è un feticista del vinile e di queste cose qui. Mi hanno fatto riflettere e abbiamo capito che effettivamente c'è ancora un pubblico per il supporto fisico, abbiamo deciso di fare un packaging in cartone e chi vuole se lo prende, se no il disco è in free download, perché mi rendo conto che a tanta gente interessa solo la musica. Qualche anno fa sono rimasto un po' traumatizzato: avevo messo del materiale in free download e c'era gente talmente scoglionata che, pur di non andare a scaricarsi le cose dal link giusto, andava a rippare l'audio dal video che avevo caricato su YouTube. Quindi ho deciso che da quel momento in poi devo sempre tenere una corsia preferenziale per quelli che non c'hanno voglia de fa' un cazzo, poi pensiamo a quelli che vogliono mettersi il cd sulla mensola a prendere la polvere e fare la sua porca figura.

È un modo interessante di vedere la cosa. Va bene, a presto allora.
Questa è stata la mia prima intervista telefonica, tra l'altro.

Vedi, ti ho battezzato.