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Grazie a una mappa medievale, ora sappiamo dove si trova questa ‘Atlantide’ perduta

La mappa di Gough con il regno perduto di Cantre'r Gwaelod in Galles.

Per secoli sono circolate leggende su un regno chiamato Cantre’r Gwaelod che sarebbe esistito anticamente nella Baia di Cardigan, in Galles, prima di affondare fra le onde e trasformarsi nel mito di una “Atlantide gallese”.

I racconti su Cantre’r Gwaelod si sono evoluti negli anni: prima si diceva che una donna avesse perso di vista un pozzo traboccante che aveva inondato il territorio, mentre più avanti si è diffuso il mito del guardiano ubriaco che si è dimenticato di controllare le chiuse. Leggenda vuole che le campane del campanile sommerso si sentano ancora nel silenzio di certe sere.

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Ora un team di ricercatori ha presentato nuove prove dell’esistenza delle due isole nella baia basate sull’analisi di una mappa medievale, racconti folkloristici, studi sul campo e indagini geologiche. Realizzato con la guida di Simon Haslett, professore onorario di geografia fisica all’Università di Swansea in Galles, il lavoro, pubblicato in Atlantic Geoscience, dimostra che “l’esistenza delle isole ‘perdute’ è considerata plausibile e può rappresentare un nuovo dato per l’osservazione dell’evoluzione costiera post-glaciale della Baia di Cardigan.”

“Questo studio indaga fonti storiche a fianco di dati geologici e batimetrici e propone un modello di evoluzione costiera post-glaciale che fornisce una spiegazione delle isole ‘perdute’ e un potenziale framework di riferimento per ricerche future,” riportano nello studio Haslett e il coautore David Willis, professore all’Università di Oxford. “Evidenze letterarie e folkloristiche supportano l’idea che la Baia di Cardigan sia associata al bassopiano ‘perduto’ di Cantre’r Gwaelod.”

Lo studio è il primo a indagare approfonditamente due misteriose isole che appaiono sulla mappa di Gough, datata tra XIII e XIV secolo, il che la rende la mappa più antica ancora esistente delle Isole Britanniche. I due territori ovali sono posizionati a poche miglia di distanza dalla costa del Galles: quella più a sud misura un’area di sette miglia quadrate (circa 18 km²) e quella più a nord circa il doppio, anche se Haslett e Willis ci tengono a precisare che è difficile ricavare una stima precisa basandosi sulle fonti esistenti.

Il cartografo greco Tolomeo, vissuto circa 2000 anni fa, sembra posizionare questa parte di linea costiera gallese circa 13 chilometri più in fuori verso il mare rispetto a dove si trova oggi, il che fa pensare a una significativa erosione della costa nel corso dei secoli successivi.

Elaborando su questa eventualità, Haslett e Willis hanno valutato gli effetti della glaciazione in quest’area durante l’ultima era glaciale. Con il ritiro dei ghiacciai durante gli ultimi 10.000 anni, è rimasto in mare un basso strato di sedimenti morbidi e detriti, poi scavati da forze geologiche come, ad esempio, fiumi.

È interessante notare che la posizione delle enigmatiche isole sulla mappa di Gough è compatibile con dei “sarn” subacquei, che sarebbero mucchi di massi e ghiaia accumulati da queste forze. Ciò allude alla potenziale origine delle isole quanto alla loro fine, causata dall’innalzamento dei mari oppure da un evento catastrofico come uno tsunami o un’onda di tempesta.

“Dal punto di vista batimetrico, le due isole rappresentate sulla mappa di Gough sembrano localizzate approssimativamente in coincidenza del Sarn Cynfelin, tra gli estuari di Ystwyth e di Dyfi, e del Sarn y Bwch, tra gli estuari di Dyfi e Mawddach, il che ci suggerisce che le rocce clastiche di questi sarn avrebbero potuto fare da ‘ancoraggio’ per le isole,” ragionano i ricercatori nello studio.

“Parrebbe che l’erosione delle due isole fosse completa già a metà del XVI secolo, visto che non appaiono su mappe successive, come la Mape off Ynglonnd di Thomas Butler, datata tra il 1547 e il 1554,” hanno aggiunto.

In una affascinante sezione dello studio intitolata “Geomitologia,” i ricercatori riportano un catalogo di racconti e storie che forniscono una narrazione a supporto di questi cambi nella linea costiera gallese, pur con la premessa che “occorre esercitare attenzione quando il confine tra storia, letteratura e tradizione si fa confuso.”

“La storia di Cantre’r Gwaelod può far teorizzare che il bassopiano, o almeno parte di esso, sia stato abitato fino al V-VI secolo,” hanno ipotizzato gli studiosi. “Svariati autori hanno considerato la leggenda di Cantre’r Gwaelod ciò che resta della memoria popolare di una graduale immersione di un territorio a causa del crescente livello dei mari” nei millenni dopo l’ultima era glaciale.

“La descrizione che si trova nel Mabinogion della traversata di Bendigeidfran [Brån il Benedetto, figura della mitologia celtica] verso l’Irlanda, in cui si parla di due fiumi navigabili che scorrono nel mezzo, si allinea con la tradizione che vorrebbe che le isole fossero state cancellate da un innalzamento graduale del livello dei mari; ma l’improvvisa inondazione di Cantre’r Gwaelod contraddice questa spiegazione ed evoca una fine più rapida dovuta a un evento o una serie di eventi,” hanno postulato, citando antiche storie di improvvise alluvioni in quella zona.

Prese tutte insieme, le scoperte offrono un’allettante spiegazione per le strane isole ritratte nella mappa di Gough, che potrebbero benissimo essere proprio la Atlantide gallese di cui si parla così tanto—e potrebbero, magari, fare da apripista per la ricerca di altre terre sommerse.

“Sono di particolare interesse geomitologico le leggende riguardanti bassorilievi costieri oggi ‘perduti’ non soltanto nella Baia di Cardigan, ma anche al largo della Cornovaglia, della Bretagna e in altre zone,” hanno affermato gli studiosi.