Il mio falegname con 30mila like la fa meglio

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Attualità

Il mio falegname con 30mila like la fa meglio

Come Aldo, Giovanni e Giacomo si sono ritrovati meme nonostante una comicità oggi più che sbiadita.

Prima che iniziate a leggere è necessario fare una premessa: se Aldo, Giovanni e Giacomo non vi sono mai piaciuti, se i Bulgari vi danno sui nervi o se alle parole "Ajeje Brazorf" non vi viene neanche un mezzo sorriso, non troverete qui né una giustificazione del vostro astio, né un'illuminazione che da domani ve li farà trovare uno spasso. Sono gusti. Ma probabilmente sarete tra i primi a non capire perché dei diciottenni (o nemmeno diciottenni) pubblichino e condividano dei meme basati su sketch di Tre uomini e una gamba o di Tel chi el telun.

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Perché tutto questo succede.

Perché uno che non ha neanche visto in prima battuta quegli spettacoli dovrebbe condividerli? Perché dovrebbe trovarli interessanti, figuriamoci divertenti?

Intanto, possiamo anche smetterla di pensare che solo chi ha vissuto lo zeitgeist che ha permesso a una certa opera di essere com'è, possa realmente apprezzarla—soprattutto dopo le centinaia di meme con Fantozzi come protagonista, che sicuramente non sono stati postati da gente che aveva vent'anni nel 1975. La stessa cosa sta succedendo con Aldo, Giovanni e Giacomo, e con ragazzi più giovani di noi. Solo che in qualche modo ci fa strano.

In parte è perché da qualche anno Aldo, Giovanni e Giacomo non sono reputati il meglio che la comicità italiana abbia da offrire—il loro ultimo film è stato un flop, i precedenti non sono stati memorabili, e si tengono lontani dalla tv se non per fare pura promozione. Riprendiamo un secondo l'esempio di Fantozzi: dopo il romanzo e la trasposizione filmica, anche Paolo Villaggio ha partecipato a film terrificanti, che neanche tutte le edizioni di Stracult riusciranno mai a far passare come opere dell'ingegno, e gli stessi ultimi capitoli della saga di Fantozzi erano discutibili.

Eppure, decenni dopo, Villaggio è comunque ritenuto un venerando maestro, e non ci stupiamo di nessuna gif che appare sulla nostra dashboard di Tumblr o se i suoi film vengono usati per i remake del trailer di Trainspotting.

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La stessa sorte non è stata possibile per Aldo, Giovanni e Giacomo—che, diversamente da Villaggio, si sono trovati a essere meme prima che il tempo li rendesse intoccabili. Forse per questa ragione sembrano "non meritevoli" di tale recupero, e ci stupiamo.

Le prime apparizioni televisive del trio sono del 1992 in Rai, poi nel 1994 passano a Mai Dire Gol su Italia Uno, e dal 1995 iniziano a produrre spettacoli teatrali che finiscono in TV con enorme successo. Nel 1997 esce al cinema Tre uomini e una gamba, segue nel 1998 Così è la vita e nel 2000 Chiedimi se sono felice—personalmente, il punto più alto della loro carriera: una commedia romantica disillusa e divertente tipo quelle di Nora Ephron senza voler minimamente fare l'americanata.

Poi le cose hanno iniziato ad andare sempre peggio. Lo hanno detto loro stessi in un'intervista dello scorso novembre a  Repubblica: "Il nostro periodo d'oro è stato tra il 1995 e il 2000, un'idea via l'altra, tutte che facevano ridere e avevano successo, alla tv e al cinema. Poi sono arrivati gli anni d'argento, poi quelli di bronzo, ora siamo agli anni di legno, e pure il legno sta marcendo." Lo dicono promuovendo il loro ultimo film, in un momento di autocoscienza che qualsiasi publicist avrebbe cercato di eliminare dalla memoria del giornalista facendosi esplodere insieme ai suoi artisti.

Però hanno ragione: anche a Sanremo 2016, quando hanno riportato in scena lo sketch della montagna sacra reso celebre in Tel chi el telun, gli era andata male. Non era un problema del testo—l'originale è ancora perfetto: il problema è che, palesemente, non c'avevano voglia.

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Il materiale del trio non ha nulla di legato all'attualità (non c'è satira, neanche di costume) ma rimanda alla clownerie e agli artisti di strada (quello che erano i loro personaggi più noti del primo periodo, i Bulgari), per arrivare poi a momenti di totale freakness. È l'esempio di Tafazzi, il personaggio interpretato a Mai Dire da Giacomo, che in tuta nera e pannolone si dava bottigliate sul pacco urlando "OH OH OH" sulla linea melodica di "Gam Gam" in versione Mauro Pilato & Max Monti. Se tutti i miei compagni delle elementari avranno problemi a riprodursi, la causa sarà il loro vizio di imitarlo costantemente con qualsiasi bottiglia avessero a tiro.

Se quella di una riga fa sembra la descrizione più anni Novanta che si possa immaginare, è solo colpa di "Gam Gam" e del fatto che sappiamo che erano quelli gli anni in cui andava in onda: la verità è che non c'è niente di più comicamente senza tempo di un uomo adulto che si colpisce ripetutamente i maroni. Così come non c'è niente di più comicamente senza tempo di inventare scuse con il controllore per non aver pagato il biglietto, o degli svizzeri ticinesi—che come popolo hanno abolito il passare del tempo da qualche decennio.

E questa regola è applicabile a qualsiasi testo prodotto dal trio: se recuperate oggi uno sketch dal 1992 al 2000 (lo potete fare agevolmente dal loro canale YouTube) non vi sarà necessario perdere tempo a ricostruire il periodo storico in cui è stato prodotto. Ed è una fortuna che non è di tutti i comici, neanche dei migliori d'Italia.

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Prendete i programmi satirici di RaiDue condotti da Serena Dandini, come Avanzi o il Pippo Chennedy Show. Sono intoccabili, meravigliosi, le performance sono pazzesche e un sacco di belle cose con cui mi paro il culo prima di dire che senza un minimo di contesto storico, la maggior parte degli sketch non sono più immediati, quindi meno divertenti.

Lo stesso Corrado Guzzanti—che ormai non è una persona, ma un incantesimo da invocare per proteggersi dagli attacchi alla comicità italiana—non ha un repertorio spendibile in blocco in qualsiasi epoca storica (alcuni personaggi sì, ma molti altri sono inseriti in periodi ben precisi).

Quando io vedo una gif di Vulvia perdo completamente la testa, ma avevo 14 anni quando andava in onda L'Ottavo Nano. Ripetevo ossessivamente con le mie compagne di classe le sue battute, ero dentro al periodo storico della tv delle vallette sceme e guardavo i programmi di Rai Educational. Qualcuno che ha oggi 14 anni può davvero cogliere appieno un personaggio simile? E soprattutto, potrà accettare l'esistenza di una persona a cui stava sul cazzo Alberto Angela?

La scrittura scollegata dall'attualità ha fatto tanto per Aldo, Giovanni e Giacomo, ma il periodo storico in cui i loro sketch sono stati prodotti è fondamentale per capire come siano arrivati a fare quello che hanno fatto.

Da una parte avevano Mai Dire, la trasmissione per un pubblico giovane e sveglio che gli ha dato libertà e credibilità, dall'altra avevano la diffusione massiccia in prima serata dei loro spettacoli teatrali e dei film, che spaccavano il botteghino. Oggi non solo non esistono più programmi come Mai Dire, in cui agli autori era permesso rischiare con personaggi fuori da qualsiasi logica, ma è sempre più difficile raggiungere un tale livello di permeabilità sull'intero suolo italiano—di tormentoni e di Checco Zalone ce ne sono ancora, ma Aldo, Giovanni e Giacomo non sono mai stati percepiti come il peggio del nazionalpopolare, e anzi sono arrivati positivamente alla critica come al pubblico.

Ma cosa sarebbero oggi i tre se avessero trent'anni? Un trio che appare in un qualche programma-macelleria alla Colorado in cui non si può sgarrare dai minuti a disposizione? Tre buskers in giro per le strade d'Europa? Degli YouTuber? Non possiamo saperlo. Possiamo ipotizzare quale comico attualmente in circolazione ha il percepito che avevano AG&G all'apice della carriera, e potrebbe essere tra qualche anno un meme per adolescenti che ora sono solo bambini. Ma al momento fatico meno a immaginare la fine di internet.

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