Tre giorni fa mi è arrivato un comunicato stampa che recita così: “MACHETE batte un record dopo l’altro! MACHETE MIXTAPE 4 è l’album più venduto della settimana in Italia e conquista il primato italiano di streaming in una settimana su Spotify!” Un risultato clamoroso per un prodotto clamoroso, ma anche parole strane da leggere. Perché—signora mia—c’erano tempi in cui la parola “mixtape” e le parole “venduto” e “primato” manco stavano nella stessa stanza. Il punto è: che cos’è un mixtape?
La risposta non c’è, perché le parole con il tempo cambiano significato. Un tempo era letteralmente una musicassetta, un tape, con dentro un mix di pezzi curati da un selezionatore. Poi gli artisti hanno cominciato a chiamare così quelle cose fatte un po’ per gioco in cui prendevano beat di altri e ci rappavano sopra, magari un po’ tutti assieme, regalandole ai fan. Quando è arrivato internet le hanno messe in free download. Quando sono arrivati Myspace e YouTube ce le hanno caricate sopra. Oggi che ci sono le piattaforme di streaming non ci sono più—perché la musica la ascolti lì, non la scarichi, e lì se sei famoso e usi un campione non tuo ti tirano giù il brano prima che tu possa dire “skrr”.
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Salmo, Slait, Hell Raton, Low Kidd e tutti i rapper e producer che hanno partecipato al MACHETE MIXTAPE 4 hanno indubbiamente fatto un mixtape. Hanno apparecchiato la tavola e, come si fa in Scandinavia, l’hanno riempita di tramezzini e panini e polpette e marmellate creando uno smörgåsbord su cui ogni minimo appassionato di rap italiano poteva ragionevolmente gettarsi famelico. Ma lo hanno fatto con le modalità dell’era in cui viviamo: con la qualità e l’approccio di un album, come hanno detto loro stessi, e mettendolo in streaming.
Abbiamo colto l’occasione per fare un listone dei mixtape più importanti della storia del rap italiano. Non è onnicomprensiva, un po’ perché non ha senso scegliere qual è il migliore e un po’ perché alcuni sono letteralmente scomparsi. I siti da cui si scaricavano, le piattaforme su cui erano stati caricati, in alcuni casi non esistono più—e chissà se YouTube continuerà a ospitarli per sempre. (EA)
I testi sono stati realizzati da Elia Alovisi, Vincenzo Marino, Niccolò Murgia, Federico Sardo, Simone Zagari.
DJ Double S – Lo Capisci L’italiano!!? (1997)
Il mixtape nel senso più profondo del termine: una musicassetta, un selezionatore, brani clamorosi da tutta Italia: “Nella luce delle sei” dei Sangue Misto, “Solo Hardcore” dei Colle Der Fomento, “E uno, due, tre, quattro” de La Famiglia, “Anothasounwantess” degli OTR. Una reliquia che richiama un periodo puro, di affermazione, quando questa cosa qua del rap era pura cultura sotterranea.
Robba Coatta – La Banda Der Trucido (1997)
Nel 1997 il rap underground a Roma era fortissimo, e ruotava intorno al Rome Zoo, quando ancora si trattava di una crew unica che metteva insieme il giro Robba Coatta e quello dei Colle der Fomento. Probabilmente il momento di maggiore fulgore di quella scena è testimoniato su questo mixtape veramente storico.
Teste Mobili – Dinamite Mixtape (2001)
C’è un senso di dolore, panico e tensione che attraversa tutti e 23 i brani di questo storico mixtape. Le strofe di Shezan Il Ragio sono deliri febbricitanti, Fibra e Nesly Rice sono due facce complementari ma ugualmente bloccate in una smorfia malata, i beat sono pura muffa di suono.
Mondo Marcio – Fuori Di Qua (2004)
Ogni volta che si parla di Mondo Marcio sembra sempre siano necessarie una premessa e un affresco del contesto storico. E invece mi limiterò a dire che la frase “Uomo, sono pronto al grande salto: il mio mondo non è questo, il mio è un altro” è esattamente il giro di prova prima della MTV Generation del nostro rap di metà duemila—di cui questo EP è un po’ una sintesi per basi, feat e tutto. Scusate per l’affresco storico.
Porzione Massiccia Crew & Club Dogo – PMC VS Club Dogo The Official Mixtape (2004)
L’ormai storica collaborazione del 2004 tra la Porzione Massiccia Crew (PMC) di Bologna e la Dogo Gang di Milano è stata un All Star Game. Jake, Guè, Inoki, Marra, Rischio, Vincenzo da via Anfossi, Gianni KG e altri, tutti al massimo splendore, rivisitano le vecchie basi di Don Joe e Shablo, oltre ai prestiti da icone quali J Dilla, Premiere e Obie Trice. Non è un semplice tape, è un culto.
Marracash – Roccia Music (2005)
Roccia Music resta tuttora un lavoro enorme, probabilmente l’apice della Dogo Gang in quanto tale, e di conseguenza fra gli apici del rap italiano. C’è dentro uno dei pezzi più belli di Jake La Furia (“Serpi”), alcune delle cose più belle di Marra, e anche una loro collaborazione indimenticabile (“Le voglio piene”, nientemeno che su base di Tiziano Ferro).
Brokenspeakers – The Secret Mixtape (2007)
Uno spaccato che spacca del suono di Roma prima che tutto esplodesse davvero. I Brokenspeakers accolgono tra le loro tracce giganti come Noyz Narcos e il Chicoria, leggende underground come Er Costa e Matt Er Negretto—e fanno rappare Coez, che in “Continuo Così” pare di nuovo quello degli inizi.
Crookers – Crookers Mixtape (2007)
A posteriori, è stato uno dei dischi più influenti e più avanti usciti in Italia nell’ultimo decennio (anzi, ormai di più). L’inizio della blog house, della fidget, di un sacco di contaminazioni che, in ambito Crookers, partivano decisamente dal rap. Liberissimo, divertente e divertito, freschissimo.
Xtreme Team – Affare Romano (2007)
Canesecco, Gemitaiz, D-Skills: un accrocchio di menti che creò, per qualche anno, una serie di progetti che hanno lasciato il segno nell’underground romano. In questo primo “street album” erano acerbi, ma era il loro bello. E c’è sopra quella pazzia di “Nun Di De No”, e se non vi viene da sorridere a sentire quelle voci rappare su “Let’s Go” di Trick Daddy—a sua volta nata da “Crazy Train” di Ozzy Osbourne—non avete un cuore.
Noyz Narcos & DJ Gengis Khan – The Best Out Mixtape (2008)
Sangue e merda, rime e sudore. Noyz Narcos al suo apice, con una lista di featuring che fa paura—Fabri Fibra, Inoki, tutto il cucuzzaro romano con Chicoria, Duke Montana, Cole, Gast, Er Costa, Il Turco… e un feat con Miss Violetta Beauregarde, “Merda Cousins”, personaggio che rappresenta una piccola grande storia controversa dell’underground italiano.
Emis Killa – Keta Music (2009)
Questo è probabilmente il lavoro che serve ascoltare per capire perché Emis Killa è uno dei rapper più importanti d’Italia. Piaccia o meno quello che ha fatto dopo, il suo talento tecnico è indiscutibile, e in questo lavoro—pubblicato da appena ventenne—viene fuori in tutta la sua forza. Un pezzo su tutti? “Era meglio ieri”.
Gemitaiz – Quello Che Vi Consiglio (2009)
L’inizio di una saga epica, i primi mattoni di una delle carriere monumentali del rap italiano, una presa di posizione: “Le basi americane spaccano il culo! / Io sopra ci spacco il culo! / E sicuramente viene più bello de cento dischi tua”. E anche, già che ci siamo, “Se, bestemmio sui pezzi, ‘sti cazzi tanto stanno su MySpace / Nun me ‘nculo nessuno”.
Luche – Poesia Cruda Mixtape Vol. 1 (2010)
Già (quasi) dieci anni fa, come dice Luché nel suo nuovo disco interpolando la hit di Poesia Cruda Mixtape Vol. 1, “So Frisc (Gucci Prada e Fendi)” con Coco, ai tempi Corrado. Per tematiche e tono, il cambio di passo per il rap napoletano.
DJ Nais – Sono Cazzi Miei (2011)
Semplicemente un gioiello dimenticato. Legato a Mondo Marcio, Big Fish e Fabri Fibra, DJ Nais nel 2011 pubblica questa raccolta di brani in cui rapper italiani scrivono su grandi beat del rap italiano—il tutto tenuto assieme da Fibra, host del progetto e voce più presente. Ed è così che possiamo sentire Fibra che rappa su “Festa Festa” dei Crookers, Dargen D’Amico su “Suona Ancora” di Neffa, Ghemon su “Puro Bogotà” dei Dogo. Un lavoro unico e irripetibile.
Gemitaiz & Madman – Haterproof (2011)
Gli incastri come arte, le rime come felicità, la nascita di una delle amicizie e collaborazioni più importanti della storia del rap italiano. Ma d’altro canto si poteva già capire dal fatto che solo nella prima traccia c’erano robe tipo energumeno-aculeo-noumeno e Gem che accoglie l’ascoltatore nel “nostro multidegrado / Tra tumulti, urti, bombe e vari furti allo Stato”.
Mecna – Bagagli a Mano (2011)
Tutto il valore di Mecna in poche tracce: umile arroganza, intimità e cieli stellati, parole così semplici e genuine che fa bene ascoltarle (“Le Cose Buone”), scelte di beat fuori dai giochi per la media nazionale (Flying Lotus in “Tuta Spaziale”). E soprattutto “Avril 14th” di Aphex Twin come base di quel capolavoro del rap italiano tutto che è “31/7”, suo più grande classico e punto d’inizio della “trilogia dell’estate”.
Roccia Music – Genesi (2011)
La nascita di un progetto ambizioso e le prime avvisaglie dell’esplosione di Lauro, The Night Skinny e CoCo, l’inizio del nuovo Luche, il tutto sotto l’egida di Shablo e Marracash. Il progetto è scomparso, ma le sonorità cupe che lo hanno caratterizzato hanno plasmato il futuro della scena.
Achille Lauro – Barabba Mixtape (2012)
Fa strano dirlo adesso, dopo la samba trap, Pechino Express, Sanremo e il successo rock di “Rolls Royce”, ma Barabba di Achille Lauro è stato l’esordio più d’impatto nel rap degli anni Dieci. Epico nella musica e diretto nelle rime, Lauro racconta storie di disagio sincero, ancora oggi validissime.
Caneda – Nato Nell’Acqua Mixtape (2012)
Un notturno del rap italiano. Per le strade fumose di Milano, Caneda procedeva con passo di pachiderma e si mangiava la concorrenza con una voce roca e una scrittura allucinata—il congiuntivo sbagliato di “Dio non è al momento raggiungibile”, la notte nel panino di “Eroi”, l’enumerazione di zarri di “Craxi Era”.
Gué Pequeno – Fastlife Mixtape Vol. 3 (2012)
Il Guercio all’apice della sua essenza: grosso, enorme, scorretto, visionario. Su “Man Down” di Rihanna, su zarrate di Jason DeRulo, su uno scurissimo Tyga. Con Jake, Salmo, Ghali ed Ernia ancora nei Troupe d’Elite, Emis Killa, Gemitaiz. Ritornelli memorabili (“Amore o Soldi”, “Forza Campione”) e una serie di punchline semplicemente epocali (“Prima dei dogo il rap italiano faceva schifo”).
Ultimi AED – UA Mixtape (2012)
Ci sarà un motivo se Tedua, Izi e mezza scena ligure parlano degli Ultimi AED come di un gruppo a cui devono tutto. Nelle rime di Moreno e Nader, insieme a Axel Spleen, Dala e si sente sia la controversa deriva pop dei primi anni Dieci del rap italiano sia l’eco lontano dell’arrivo della nuova scuola.
Ghemon – Aspetta Un Minuto Mixtape (2013)
L’ultima volta che Ghemon ha fatto il rap. Poi è uscito dalla crisalide di beat e flow ed è diventato farfalla con orchIDEE, ma fino a qua si fingeva sborone col sorriso, usava beat di Knxwledge per correrci sopra come il Cobra Tovalieri. E poi c’è quel capolavoro segreto che è “Scusa”.
MadMan – MM Vol. 1
MadMan comincia MM Vol. 1 scusandosi con i suoi fan per averci messo così tanto a farlo: è un piccolo momento di umiltà prima dello scoppiare dell’ego, della tecnica, dell’orgoglio—da “Freaks” in poi MadMan ha cominciato un’operazione di demolizione lirica dei suoi avversari che non si è più fermata.
Unlimited Struggle & Blue Nox – Blue Struggle Mixtape (2013)
Blue Struggle non è una release di pezzi originali, bensì una sorta di “Best Of” congiunto (mixato da DJ Tsura) di Unlimited Struggle e Blue Nox, due crew affini per mood e qualità, unite da un denominatore comune: Ghemon. Insieme a lui troviamo Mecna, Johnny Marsiglia, Hyst, Egreen, Stokka & Madbuddy, Kiave, Mistaman e Nex Cassel. Una dichiarazione d’intenti, un manifesto del rap di cuore.
Lazza – K1 Mixtape (2014)
Se oggi Lazza è uno dei re delle punchline dello stivale è perché ha messo in chiaro fin da subito, con questa pietra miliare di Blocco Recordz, che cos’era il suo rap: skill, orgoglio e una leggerissima voglia di mettere “nomi di rapper non validi / Sopra la lapide di questa merda di rap italiano”.
Machete Crew – Machete Mixtape 3 (2014)
Una versione più affilata, chirurgica, incazzata e completa dei primi due capitoli. Uno statement che trova la sua realizzazione più completa in “Battle Royale”, un vero e proprio classico del rap italiano tutto.
IZI – Julian Ross Mixtape (2015)
Il gioiello della corona dei mixtape di IZI, l’ultimo prima di quella telefonata che lo rese prima attore e poi stella. Già connesso con Sfera Ebbasta e supportato dai suoi compagni liguri—Sangue, Nader Shah, Disme, Kemaho—Diego metteva sul banco un enorme dono per la melodia (“La Mia Banda”) e la volontà di mostrarsi fin dal primo attacco: “Sto a mio agio se collasso in ospedale in corridoio / Muoio fatto, non c’è spazio per i cani in obitorio”.
Ketama126 & Pretty Solero (Tama & Sean) – Dieci Pezzi (2015)
L’origine dell’immaginario della Love Gang 126 sta qua, tra Peroni da 66 alzate al cielo come trofei e polmoni neri di fumo. Come oggi, Dieci Pezzi è un lavoro con due anime: la trap catramosa e Ketama che rappa roba tipo “vengo a sgozzarti puttana”, la malinconia delle chitarre acustiche di “Un gradino”.
Sfera Ebbasta & Charlie Charles – XDVR (2015)
Probabilmente la singola uscita più importante nel rap italiano degli ultimi anni, nonché il disco di Sfera che possono digerire anche i puristi. Piccolo brag: è uscito proprio su Noisey.
Dark Polo Gang – Crack Musica (2016)
L’esplosione del fenomeno più forte del rap italiano degli ultimi anni, i più discussi, i più chiacchierati. Parte tutto da qui, tuttora secondo molti il loro lavoro migliore. “CC”, “Swisher”, “Cavallini”, “Mafia”… Tutte le prime hit della gang che hanno dato inizio al mito sono qui.
Tedua – Orange County Mixtape (2016)
Se Aspettando OC era un’avvisaglia, Orange County è la conferma: Tedua è un fuoriclasse. Gli ospiti del tape non si contano sulle dita di due mani (Charlie Charles, Sick Luke, Rkomi, Sfera, Ghali, Izi e tutta Wild Bandana) e i singoli bomba nemmeno (su tutti “Lingerie”, “Wasabi Freestyle”, “Buste della spesa” e “Lezione”). Flow matto, proprietà di linguaggio enorme, talento cristallino.
Tauro Boys – TauroTape1 (2017)
Il primo progetto dei Tauro Boys danza tra salti in alto linguistici e scelte musicali coraggiose in soli 8 pezzi e 19 minuti. Ha creato una nicchia e rafforzato la scena rap romana dal basso nel momento in cui DPG e 126 stavano esplodendo. Edgy quando vuole esserlo, ha lanciato tre dei migliori liricisti della nuova scuola.
Machete Crew – Machete Mixtape 4 (2019)
Semplicemente un nuovo modello di mixtape, perché è prodotto come un album. Ci sono comunque gli skit epici—Massimo Pericolo che caga a casa di Marracash è subito storia—i freestyle registrati col telefono, le pillole che ti lasciano voglia di prenderne ancora e ancora, la velocità di registrazione ed esecuzione. Ma la qualità, il formato, la piattaforma e i risultati di un’uscita da major.
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