Música

Ookci, l’artista italiano che sta ridisegnando la scena rap USA

Young Thug, Yak Gotti, & Gunna - Take It To Trial

Per chi segue il rap italiano da non troppi anni, le ormai frequenti collaborazioni con l’estero potranno sembrare la normalità, pensiamo solo ai feat di Famoso di Sfera Ebbasta, al precedente Rockstar, o ancora a Plaza, il disco di Capo Plaza appena uscito. Eppure, fino a qualche tempo fa, questa era tutt’altro che la prassi, e collaborare al di fuori del nostro paese sembrava una sorta di missione impossibile.

Prima ancora dei rapper, però, sono stati illustratori, grafici e designer a costruire un importante ponte tra Italia e USA—pensiamo a nomi quali Blessnd, Moab, Alvaanq o Gianpiero. L’ultimo italiano a conquistare l’America è stato Ookci.

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Playboi Carti
Ookci x Playboi Carti

Lo stile di Ookci si discosta fortemente da quello degli artisti citati in precedenza, tanto da rendere la sua cifra stilistica persino difficile da descrivere. Ciò che anima le sue opere è sfuggente, disturbante, a tratti inquietante, eppure incredibilmente magnetico.

I suoi lavori catturano l’occhio, disorientano la percezione, impediscono il focus su un singolo elemento, tanto che il punto di forza è da cercare nel complesso, nella capacità di amalgamare la fonte e il suo tratto al punto tale da renderli indistinguibili. Dietro l’alias Ookci si cela un nome ben preciso, quello di Cristian Posella, originario di Agropoli (Salerno), ma per il resto si sa molto poco di lui.

“Ho altre attività oltre ad Ookci, e in realtà non mi reputo un artista. Ci sono molti pittori o designer più bravi di me, non ho studiato arte a scuola o fatto corsi. Non ho nulla da nascondere,” aggiunge, finendo però soltanto per alimentare il mito. Anche il suo account Instagram non tradisce nulla, se non le collaborazioni tripla A che ha già iniziato ad inanellare.

Come le sue origini, quindi, anche le sue fonti d’ispirazione non vanno cercate nel mondo dell’arte, bensì altrove: “Come riferimento ho le persone a me più vicine, che pagano per i loro sbagli o si godono il loro successo. Potrei dirti che Young Thug ha avuto una grande influenza su di me, cosi come altri, ma non puoi avere ispirazione da qualcuno che non conosci davvero a 360 gradi, capisci cosa intendo?” C’è una certa intimità nel modo in cui descrive il concetto stesso di ispirazione, come se fosse una connessione su più livelli, che richiede uno spessore ben diverso dalla verticalità tra artista e pubblico.

Eppure, con lo stesso Young Thug è già arrivata la collaborazione per la cover di “Take It To Trial”, uno dei suoi ultimi singoli, che ha portato alla conferma ulteriore del feeling tra i due, visto che anche la cover di “GFU”, un altro singolo tratto dall’attesissimo Slime Language 2, è opera di Ookci (e pare che sarà usata anche per l’album). Persino Travis Scott ha postato un suo lavoro, e Ookci lavora gomito a gomito con sickamore—il direttore creativo della Interscope Records e partner dello stesso Travis in Cactus Jack, la sua label—in diversi nuovi progetti.

Young Stoner Life, Yak Gotti & Yung Kayo - GFU (feat. Sheck Wes)
La copertina di “GFU (feat. Sheck Wes)” di Young Stoner Life, Yak Gotti & Yung Kayo

“Non si danno mai spoiler sul lavoro, è la prima regola,” risponde, quando gli si chiede cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro. Tuttavia, è lecito ritenere che tutto questo sia solo l’inizio: il fatto che sia arrivato sotto i radar del pubblico così, come un fulmine a ciel sereno scagliato dall’Olimpo del rap americano, non è sicuramente cosa di tutti i giorni.

“Se mi fermo a pensare alle cose successe, magari a mente fredda, personalmente mi sembra tutto assurdo,” eppure ovviamente dietro c’è un percorso, non si diventa Ookci in una notte. “Più che l’arte in senso stretto, nel tempo sono cambiato io,” racconta, “così come le persone intorno a me.”

“La mia prima cover, per XXXTentacion, fu sostanzialmente il disegnare i capezzoli di una tipa col mio logo, perché quel pezzo aveva bisogno di quella vibe. Quella con Lancey, subito dopo, fu invece un disegno al 100%, senza foto in bianco e nero. Ma un domani potresti vedermi anche a fare qualche barra o prendere parte ad una serie Netflix.” E non è ironico, semplicemente non si pone alcun limite.

Ookci non è solo arte visiva, per quanto criptico è un progetto che non ha intenzione di porsi paletti relativi al medium, alla natura delle creazioni, alla piattaforma su cui appoggiarsi. Il punto di partenza, però, si cela sempre nell’intimità di cui si parlava prima, nel contatto, nell’interscambio. “Ovviamente tutto parte dalle relazioni. Io mi sento con le persone in modo diretto e si lavora a fare qualcosa di unico. Lavorare con artisti come Thug e Travis è più semplice, perché sanno bene cosa vogliono, quindi puoi costruire qualcosa di solido. Io ho una visione di loro e loro una di me.”

Ookci Travis Scott
Ookci x Travis Scott

L’assenza di collaborazioni italiane colpisce sicuramente. Qualcosa si è mosso sui social—il suo stile è stato notato da figure che lavorano dietro le quinte, come Ciro Buccolieri di Thaurus o Charlie di Machete—eppure, al momento, tutto tace. “In Italia penso uscirà qualcosa a breve,” anticipa però, venendo un po’ meno alla sua regola sugli spoiler. Non si sbottona oltre, ma tanto basta ad alimentare la curiosità e, soprattutto, a chiedere quali siano le maggiori differenze tra la nostra nazione e gli States a livello lavorativo. “Questa cosa dei paesi non esiste fuori, non so perché in Italia sia molto sentita. Si tratta di lavoro e di mercato, il resto siamo solo persone che cercano di farci più soldi possibili e di divertirsi,” spiega. “Chiunque si sia relazionato con me per dei progetti con Ookci non mi ha mai chiesto di dove fossi, che colore della pelle avessi o cose simili. Il dove sei conta solo per il fuso.”

L’approccio e l’attitudine sono al 100% orientate al business, lo si capisce dal peso che dà ad ogni parola. Mai una di troppo, mai una fuori posto, mai dilungarsi in risposte che possono essere coincise. “In Italia si pensa molto meno al lato imprenditoriale, ai numeri, al mercato. Cinesi e americani sono maestri in questo, da noi invece sembra esserci una sorta di repulsione.” Non ha intenzione di lasciarsi contagiare da questo vizio Ookci, e non ha minimamente intenzione di fermarsi o rallentare: “sono sempre connesso, si dorme davvero poco ultimamente. No sleep per davvero. Se si parla di fresca [soldi, ndr] ci sono sempre,” nonostante i traguardi impressionanti già raggiunti. “Io ancora non ho fatto niente alla fine, e i soldi in ogni caso non bastano mai, non penso ci si possa saziare. Si può fare sempre meglio. Si deve sempre fare meglio.” Work hard and then keep working harder: parola di Ookci, funziona.

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