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Sapersi inventare balle è effettivamente un segno di intelligenza

Bullshitting Is Actually a Sign of Intelligence, Study Finds

Le persone che hanno le capacità e l’abilità necessarie per raccontare balle credibili in una conversazione potrebbero effettivamente essere più intelligenti della media.

Si tratta delle conclusioni di uno studio, pubblicato a maggio 2021 sul periodico scientifico Evolutionary Psychology—studio che potrebbe spiegare perché il tuo compagno di classe che ne inventava di ogni prendeva spesso un voto più alto di chi effettivamente studiava.

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In ogni caso, lo studio afferma anche che i più dotati in tal senso non necessariamente si rivelano essere anche i cazzari o bugiardi più frequenti.

La ricerca è stata condotta su 1017 partecipanti e in due diverse sessioni, per esaminare le correlazioni tra l’abilità cognitiva, la propensione alle frottole e la capacità di raccontarle al meglio.

Ai partecipanti sono stati mostrati dieci argomenti ed è stato chiesto loro di votarli in una scala da uno a cinque—da “non l’ho mai sentito” a “lo conosco molto bene”—per esplicitare il loro grado di conoscenza.

Sei di queste nozioni, come ad esempio la Relatività generale o la Selezione sessuale, sono reali, mentre altre quattro—Autonomia genetica, Adesione neurale, Frazione dichiarativa e Congiuntivo scalabile—erano del tutto inventate. La predisposizione a inventarsi fandonie è stato poi misurata in base a chi dichiarava di conoscere le teorie inesistenti e contraffatte.

Per determinare l’abilità in questo campo, è stato poi chiesto a un gruppo di 534 persone di produrre la spiegazione più convincente e soddisfacente possibile per ognuno dei concetti esposti. Inoltre, è stato detto loro di non preoccuparsi per la veridicità, ma di cercare di essere il più convincenti possibile.

In seguito, è stato chiesto a un altro gruppo campione di valutare quanto queste risposte apparissero accurate o soddisfacenti, usando sempre una scala di cinque—da “per niente accurato” a “molto accurato” per giudicare l’accuratezza e “per nulla soddisfacente” a “molto soddisfacente” per determinare quanto le spiegazioni fossero contestualizzate. In più, al gruppo dei valutatori è stato chiesto di determinare l’intelligenza dei partecipanti del primo gruppo.

Gli autori dello studio hanno notato che nella maggior parte dei casi i partecipanti in grado di creare definizioni apparentemente accurate o soddisfacenti dei concetti del tutto falsi erano anche quelli che avevano ottenuto i risultati migliori rispetto al linguaggio utilizzato e ai test lessicali.

La maggior parte era anche andata benissimo nei test dedicati al ragionamento astratto e all’intelligenza fluida e non verbale, per misurare l’abilità nell’analisi e risoluzione dei problemi.

“Abbiamo scoperto che quelli più efficienti nel produrre cavolate soddisfacenti e apparentemente più accurate, ottenevano un punteggio più alto nelle misurazioni delle abilità cognitive, e inoltre venivano percepiti dagli altri come più intelligenti,” conclude lo studio.

“In generale, l’abilità nel produrre simili baggianate può servire agli individui come aiuto per navigare i sistemi sociali, sia come strategia efficiente dal punto di vista ‘energetico’ per colpire positivamente gli altri, che come ‘onesto’ segnale d’intelligenza.”

In ogni caso, gli studiosi hanno sottolineato che si tratta di risultati preliminari, da utilizzare solo come indizi iniziali. “Il lavoro futuro dovrà cercare di indagare e dimostrare la relazione causale tra intelligenza e abilità di inventarsi cavolate, se davvero esiste una cosa simile,” confermano gli autori.

Curiosamente, lo studio ha dimostrato anche che chi si dimostrava abile a raccontare cavolate non era automaticamente propenso a utilizzare questa capacità, pur potendolo fare.

“Gli individui più intelligenti hanno dimostrato di essere anche quelli meno propensi alle menzogne, nonostante le capacità superiori,” ha raccontato a PsyPost Mane Kara-Yakoubian, la co-autrice dello studio. “La tendenza potrebbe essere spiegata da una maggiore capacità nell’attribuzione e riconoscimento degli stati mentali altrui (la teoria della mente). Cosa che permetterebbe a queste persone una maggior consapevolezza rispetto all’efficacia delle falsità, nonché alle situazioni in cui potrebbero funzionare o meno.”

Del resto, i ricercatori hanno rilevato che questa categoria è anche più ricettiva alle cavolate falsamente profonde. Si tratta di un risultato in linea con un altro studio pubblicato sul British Journal of Social Psychology, che indica queste persone come più ricettive alle informazioni ingannevoli come le fake news.

Kara-Yakoubian ha spiegato che a motivarla a condurre questa ricerca è stato il fatto di riconoscere che molte persone non riescono a distinguere tra le cavolate pseudo intellettuali e il linguaggio specializzato degli studiosi d’arte.

“Più cavolate scrivevo in qualche saggio, e meglio andavano i miei voti. Naturalmente, mi sono appassionata a questa ricerca. Ne posso vedere la rilevanza nella mia vita di tutti i giorni,” ha affermato.

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