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Musica

L'indie è morto: RIP Vampire Weekend

Rostam Batmanglij è uscito dal gruppo: ora che la sua band più significativa si è sgretolata è finito l'indie?

Carles, con il suo Hipster Runoff, è l'ultimo dei blogger.

Ricordo la prima volta in cui incontrai Rostam Batmanglij: era il backstage di un concerto dei Vampire Weekend a Chicago nel 2010. Erano in tour con i Beach House in un momento d'oro per la musica indie. Ai tempi ero semplicemente un timido blogger che aveva scambiato un paio di mail con Rostam, l'allora leader della band.

Per come la vedevo io, Rostam era il membro del gruppo più interessato a socializzare, parlare con la gente e credere in generale che ci fosse un lato positivo nel passare i dopo-concerti chiacchierando con gli sconosciuti. Sfortunatamente i membri di una band famosa, di solito se ci si trova in loro compagnia si è portati a pensare che siano persone che stanno tutto il tempo a far festone, mentre la realtà è che tentano semplicemente di mantenersi in salute. Suonano le loro cose, dormono in un bus e sono alla disperata ricerca di cibo nutriente e sano. Ricordo che Chris Tomson, il membro della band considerato più "strano", ai tempi stava leggendo Gravity’s Rainbow.

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Mi stavo mangiando dell'hummus che lo staff della Lincoln Hall ci aveva fornito e commentavo dicendo “Questa roba non è niente male.”

Rostam mi rispose, “Lo pensi sul serio?” con un sorrisetto furbo.

Quando un esponente di una band abbastanza in vista che ha girato il mondo ed è figlio di una chef iraniano-americana mette in discussione il tuo gusto in fatto di hummus, è il momento di dar fondo alle tue insicurezze. Forse avrei dovuto difendere quell'hummus, dicendo che quantomeno era meglio di quello del supermercato. Invece ho deciso di dargli corda, date le basi da cui partivano le sue considerazioni alimentari, e prendere in considerazione il fatto che, là fuori, c'è tutto un mondo di hummus di cui non ero ancora a conoscenza. La sua collocazione all'interno del backstage dei Vampire Weekend non doveva influenzare la mia opinione su quell'hummus, anche se alla fine non era davvero così male.

Quando hai la fortuna di percepire il tuo lavoro come parte della tua vita (anche oltre la questione dell'hummus), il bello è che puoi scegliere la tua strada: nonostante le esperienze positive o negative, decidi tu in che modo valorizzarti.

Non mi ha sorpreso apprendere che Rostam Batmanglij avesse deciso di uscire dal gruppo, anche se non in maniera brusca, e che la preoccupazione degli altri membri della band fosse più che altro quella di accompagnare con grazia i Vampire Weekend nella loro forma futura. I ragazzi rimasti nella band hanno da subito avuto un'attitudine positiva, come se avessero una forma di organizzazione interna alla band. Quattro persone emotivamente stabili che, seguendo il loro istinto e le loro aspirazioni artistiche, cercavano di fare del loro meglio per risolvere con calma la situazione. Chi abbia qualche antipatia per il periodo d'oro dell'indie, anche detto "quella musichetta all'acqua di rose in cui i trentenni istruiti adorano identificarsi," sarà felice di costatare che questo non è un atteggiamento molto rock'n'roll.

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Alla fine, però, siamo tutti il riflesso dei tempi in cui viviamo. Il modello di business che band come i Vampire Weekend applicano nella loro evoluzione non è poi così lontano da quello delle grosse corporate che cercano di far credere ai propri impiegati che lavorare è come stare in un gruppo di amici che ha l'opportunità di fare qualcosa di buono per le persone. Credo che non sia molto sbagliato concepire in questo modo i gruppi musicali.

Lavoriamo sodo per trovare il modo di raccontare la nostra identità, ma in pochi riescono a prendersi il tempo che serve per entrare in contatto con ciò che vogliono fare veramente. Rostam sembra aver capito che la collaborazione creativa non lo aiuta soltanto a mantenere vivo l'interesse nei progetti che segue, ma anche ad alimentare il fuoco della ricerca di nuove esperienze. Credo che sia per questo che gli artisti oggi vengono chiamati 'producer'. Se, tuttavia, non ti interessa andare in tour e non ti interessano tutte le altre piccole menate che avere una band comporta, cosa devi fare? Se sei in perenne conflitto con te stesso mentre cerchi la tua strada o la tua identità, il modo migliore per liberarti da questo conflitto è cercare di spegnerlo. Ogni membro dei Vampire, ora come ora, ha l'opportunità di esplorare le proprie strade personali per trovare la motivazione che lo spinge a fare quello che fa, sia fuori che dentro la band, e questo è molto sano e ragionevole.

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Uno dei miei album preferiti degli ultimi tempi è il lavoro solista di BAIO che risale allo scorso anno—in particolare adoro "The Names."

Nessuno ti obbliga a rimanere sempre uguale a te stesso, anche perché lo status quo non si muove: è sempre lì che ti aspetta, nel caso desiderassi fare un passo indietro. Se penso a quante volte lasciamo che la frustrazione monti fino a farci arrivare al punto di non ritorno nel lavoro, nella vita e nelle relazioni, credo sia importante che ci siano modelli di questo genere: artisti che rispettiamo come esseri umani che non si tirano indietro quando c'è da chiudere una pagina per scriverne una totalmente nuova. In questo modo, anche chi li segue si sentirà autorizzato a cambiare prospettiva. Meglio così, rispetto a chi spreca il suo tempo a buttar merda su quello che ha costruito in passato, salvo poi rendersi conto di far inevitabilmente parte di quel passato anche lui, tanto da doversi cospargere di merda.

È un po' che non mangio hummus. Non fa più parte della mia piramide alimentare nella sezione "snack salutari", e anche la mia vita ha preso pieghe diverse rispetto al periodo-hummus. Ho imparato che è ok anche mangiare verdure senza per forza doverle pucciare in qualcosa di cremoso, e soprattutto mi sono reso conto che l'hummus perfetto non esiste.

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