Oggi come oggi ci sono bizzeffe di criptovalute in giro, e sembra che non si possa passare una settimana tranquilla senza news riguardo una manciata di furti digitali e di conflitti catastrofici nel mondo delle valute digitali decentralizzate.
Ciononostante, questa nuova criptovaluta creata da dei crittografi esperti si distingue dagli altri perché vanta la più grande mancanza dei bitcoin: l’anonimato.
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Zcash, inaugurato la scorsa settimana con la versione 1.0 “Sprout”, è essenzialmente una fork bitcoin sperimentale che tenta di evidenziare una nota contraddizione della cosiddetta criptovaluta “irrintracciabile”. Invece che pubblicare i dettagli completi di tutte le transazioni su una registro pubblico e distribuito chiamato blockchain, Zcash può nascondere il mittente, il destinatario e il valore della transazione sfruttando ciò che in matematica è conosciuto come dimostrazione a conoscenza zero.
In pratica, una dimostrazione a conoscenza zero è una tecnica per provare matematicamente la veridicità di una dichiarazione senza rivelare alcuna informazione che normalmente andrebbe rivelata. Ciò significa che quest amagia permette alle transazioni che passano per Zcash di essere verificate senza rivelare alcun tipo di dettaglio. Il fondatore e CEO di Zcash Zooko Wilcox-O’Hearn lavora su questa tecnica di processazione delle transazioni almeno da quanto il misterioso e semi-sconosciuto creatore di Bitcoin Satoshi Nakamoto, e ha lavorato con crittografi della John Hopkins University che avevano inizialmente lavorato a un upgrade per l’anonimato di Bitcoin chiamato ZeroCoin.
Come spiegato dal creatore di Zcash, “Se i bitcoin sono l’http dei soldi, Zcash è l’https,” facendo riferimento al protocollo web che protegge i visitatori di un sito da intrusioni illecite.
Zcash inoltre sottolinea un’altra insidia del sistema bitcoin e similari: le grandi aziende con migliaia di computer dedicati al mining, di fatto, sono le uniche entità davvero capaci di estrarre bitcoin in maniera produttiva.
Con l’andar del tempo, lo “sforzo” richiesto per estrarre criptovalute come i bitcoin—che prevede che dei computer si impegnino per risolvere milioni di complessi problemi matematici per generare ciò che viene definita una “prova di lavoro”—aumenta drasticamente, rendendo virtualmente impossibile estrarre bitcoin a meno che tu non possegga un capannone in Cina riempito di migliaia di CPU progettate proprio per estrarre bitcoin. Ma visto che le capacità di estrazione di Zcash dipendono principalmente dalla RAM dei computer, l’estrazione di bitcoin diventa fattibile anche con vecchie CPU e GPU, abbassando drasticamente le risorse richieste per entrare a far parte di questa “industria”.
Ciò significa che potete scaricare ora il client di Zcash (magari da un pc performante, per avere i risultati migliori possibili) e seguire queste istruzioni per configurare il tuo wallet e simili e cominciare a estrarre.
Per ora, il client di Zcash funziona solamente su sistemi Linux a 64-bit e le sue interfacce funzionano solamente via linea di comando. Se non ti piace avere a che fare con i tecnicismi, puoi sempre comprare Zcash (ZEC) con soldi reali sui vari mercati online. Puoi anche iscriverti a un servizio che estrae ZEC per tuo conto su delle macchine dedicate in cloud.
Come per tutte le criptovalute, la sicurezza non è garantita. Zcash è sperimentale, e patisce ancora diversi problemi di sicurezza. Ma se vuoi correre il rischio e spendere un po’ di cicli CPU per estrarre monete Zcash, è possibile che un domani valgano qualcosa in più.