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‘The Backrooms’: la foto di un ufficio vuoto diventata meme inquietante

La foto di un ufficio triste e dalle pareti gialle sta evocando strani ricordi collettivi e creando un'intera mitologia sui suoi corridoi labirintici.
The Backrooms foto originale
Foto: 4chan 

Di tanto in tanto, online spunta un’immagine che mette i brividi a chiunque. Nel 2009 è stato il caso di Slender Man: i suoi arti oblunghi ritratti in una foto ritoccata hanno attirato il nostro sguardo senza scampo e generato meme, film e tentati omicidi. Un decennio dopo, un nuovo orrore ha iniziato a perseguitarci, ma questa volta non è un personaggio: è un luogo.

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A maggio 2019, un utente anonimo su 4chan ha chiesto ai membri della board sul paranormale /x/ di postare “immagini inquietanti che hanno solo qualcosa di ‘strano’”—e una delle risposte era la foto di un ufficio vuoto con pareti gialline e luci al neon.

Un commento successivo pubblicato da un account anonimo ha battezzato la foto “The Backrooms,” descrivendola come un’area con centinaia di milioni di chilometri quadrati di vecchia moquette umida e labirintiche pareti mal tappezzate. C’è solo il costante ronzio delle luci da ufficio e la vaga sensazione che qualcosa di oscuro ci attenda dietro l’angolo.

Chris Frewerd ha notato la foto nel 2019, quando aveva solo 16 anni, e gli è rimasta impressa nel cervello. Sembrava spuntare ovunque su 4chan, così una mattina Frewerd si è alzato alle 5 del mattino per diventare una delle prime persone a dedicarle un racconto. “Qualcosa del post originale su 4chan mi parlava, e sono sicuro che è stato lo stesso per i milioni di persone che sono rimaste affascinate dal concetto di The Backrooms,” racconta a VICE.

Frewerd ha pubblicato la sua storia sul subreddit r/CreepyPasta e ha ricevuto un po’ di upvote. Poi molte altre persone hanno condiviso le proprie odi allo spazio vuoto, da immagini photoshoppate a giochi interattivi. Frewerd pensa che il fascino di The Backrooms derivi da un tipo specifico di nostalgia comune nella sua generazione.

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“Tante persone sono cresciute nel periodo di transizione dei primi anni 2000, dove cose del passato sono rimaste immutate, senza manutenzione, edifici interi mai ristrutturati,” dice. “È una di quelle strane esperienze condivise.”

The Backrooms ricorda a Frewerd la biblioteca della città in Kansas in cui è cresciuto, la sua vecchia scuola e quelle strane aree giochi nel mezzo dei centri commerciali. Spesso descritti come spazi liminali, questi luoghi desolati stanno sull’orlo del vecchio e del nuovo, tanto familiari quanto strani.

“Tanti del luoghi pubblici nella mia vita erano simili a questi edifici vecchi, un po’ decadenti, con interni datati e strane auree a circondarli,” dice Frewerd. “The Backrooms è la somma perfetta di questo concetto.”

Il subreddit r/backrooms conta al momento più di 160.000 membri che discutono lo spazio nei minimi dettagli insieme a meme, mappe e modellini di diverse stanze. Come per Slender Man, il tutto è cresciuto esponenzialmente a partire dalla semplice immagine. Ci sono thread pieni di discussioni su nuovi livelli che potrebbero trovarsi sopra, sotto o di fianco a The Backrooms, compresi tunnel bui e un hotel abbandonato. Questi spazi inventati hanno design e storie proprie, ma hanno causato una divisione nella community.

Litbeep, 24 anni, è tra le tante persone che voleva tenere le cose semplici ed evitare l’aggiunta di altre storie. Ha lanciato il secondo forum r/TrueBackrooms apposta e lì 15.000 persone circa si concentrano solo sull’aspetto dell’immagine originale e le sensazioni che questa evoca. Condividono le interpretazioni che mostrano l’aspetto che i corridoi gialli o le stanze attigue potrebbero avere da un altro angolo, ma non vogliono occuparsi di ciò che non si vede nell’immagine.

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“Quando ho sentito parlare di The Backrooms per la prima volta e visto l’immagine, sono stato colto alla sprovvista,” dice Litbeep. “Vedere queste stanze gialle spoglie, senza mobili o quasi, mi ha provocato un senso di nostalgia e mancanza. Certe volte, questi sentimenti si evolvono in un po’ di ansia.”

Per Litbeep non c’è bisogno di aggiungere altri livelli o mostri nascosti, la stranezza del luogo basta e avanza. Evoca ricordi di infanzia di spazi in cui sentiva di non doversi trovare.

“Per esempio, magari un genitore lavorava fino a tardi in ufficio una sera e ti lasciava in un’altra stanza di questo grande edificio vuoto pieno di corridoi simili a un labirinto. Magari restavi a scuola oltre l’orario di uscita e camminavi per i corridoi vuoti di un luogo che in genere è pieno di vita.”

Tama Leaver—docente di Internet Studies all’Università di Curtin a Perth, in Australia, e attuale presidente della Association of Internet Researchers, che interpreta i fenomeni online da un punto di vista accademico—ritiene che la popolarità di The Backrooms sia dovuta alla sua atmosfera soprannaturale, di cui si può discutere all’infinito.

“Il soprannaturale ci affascina da sempre, e questo tipo di meme funziona così bene perché ti invita a interpretare ciò che non si vede,” spiega. “Funziona meglio del resto perché non deve essere esplicativo, invitando anzi le persone a interagire con brandelli di informazioni scoperte o create, a parlarne e fare congetture.”

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Leaver dice che il senso inquietante di familiarità contribuisce al successo di The Backrooms, perché le persone si riconoscono nella sensazione mentre esplorano lo spazio misterioso. “Qualsiasi meme durevole ha il potenziale di unire le persone in una forma di conoscenza condivisa ed è soprattutto vero per questi meme che incoraggiano la discussione collettiva e la ricerca di nuovi materiali.”

All’inizio del 2022, lo YouTuber Kane Pixels è finito al centro dell’attenzione della comunità di the Backrooms quando ha condiviso un film in stile found-footage (un genere di finto documentario basato sul ritrovamento casuale di materiale audiovisivo) girato nello spazio labirintico. Ha ottenuto oltre 20 milioni di visualizzazioni.

“È il tipo di cosa che aspetto di fare da sempre,” racconta. “Vedere apparire questi misteri di internet e vedere le persone arrovellarsi, è qualcosa a cui ho sempre voluto contribuire.”

C’è voluto un mese per creare il primo video, per cui Pixels ha usato Blender (software di grafica 3D) e After Effects (software di compositing) per ricreare lo spazio in 3D con effetti super realistici. Ammette di essersi spaventato da solo in certi momenti—mentre lavorava a notte fonda, capitava che un effetto o una clip video si “inceppassero”, lasciando ombre inaspettate sulle pareti gialle e facendo saltare Pixels sulla sedia.

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Per Pixels, The Backrooms è la manifestazione fisica di un passato mal conservato nella memoria, che attrae chi ha ricordi nebulosi degli anni Novanta e inizio Duemila. “Ricordo per lo più quegli anni tramite frammenti di foto di famiglia,” racconta Pixels. “Il flash è sempre attivo, le luci sono sempre un disastro, i muri sono gialli, il bilanciamento del bianco è sempre sbagliato.”

David R conosceva il post originale su 4chan, ma sono stati i video di Pixels a farlo interessare a The Backrooms. Il 24enne—che ha chiesto di non pubblicare il suo nome per intero per questioni di privacy—dice di essere terrorizzato all’idea di perdersi in quei corridoi di carta da parati, ma è attratto dalla loro misteriosa familiarità. Pensa che The Backrooms appaia in modo diverso a seconda della persona che vi entra e che la carta da parati sia la riproduzione di un luogo che quella persona ha visitato ma non riesce a ricordare.

“Ogni persona ha il ricordo di essere stata in un posto come The Backrooms,” dice. “La maggior parte della gente è stata in posti strani da molto giovane e se ne è semplicemente dimenticata.”

Quella stessa sera, David mi manda alcuni fotogrammi da una cassetta VHS su cui è registrata una vacanza di famiglia fatta quando lui aveva quattro anni. Si era dimenticato della cassetta finché sua madre non gliel’ha fatta vedere. Nelle immagini è in sella a un monopattino, solo, in un labirinto desolato di corridoi.

“Perdermi in un luogo è una cosa di cui non mi preoccupo più da molto tempo,” mi dice. “Se mi perdessi in un paese straniero magari mi preoccuperei un po’, ma alla fine capirei come tornare a casa usando il mio telefono o quello di un’altra persona. Ma se un giorno mi svegliassi dentro The Backroom, cosa farei?”