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Un 18enne ha ricreato MySpace ed è tutto bellissimo

SpaceHey screenshot

Tutti i tuoi amici ne avevano uno. Tua sorella ce l’aveva. Molti dei gruppi musicali che intasavano il tuo iTunes ne avevano uno. Persino l’eterna icona dell’adolescenza Effy Stonem aveva una pagina MySpace. Alla fine degli anni Duemila, tutti erano su MySpace, a laccarsi i capelli e scattarsi foto profilo dall’alto verso il basso.

MySpace era associato soprattutto all’essere alternativi, e rappresentava un parco giochi in cui emo, scene queen, metallari e goth si mescolavano tra loro. Ma il suo fascino trascendeva i confini della sottocultura, tanto che nel 2009 il sito aveva 100 milioni di utenti.

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Poi il richiamo della piattaforma ha cominciato ad affievolirsi, soprattutto dopo quel tentativo fallimentare di tenere il passo con Facebook che l’ha trasformata in una creatura senz’anima. Ma ora, nel 2021, le acque dei social media sono agitate—e un nuovo sito vuole riportare in vita lo stile e il senso di comunità del vecchio MySpace.

SpaceHey è un social network che si concentra su due aspetti assenti nelle piattaforme moderne: la personalizzazione e la privacy. Interamente programmato dal 18enne tedesco An, il sito è praticamente identico a MySpace—con tanto di blog, bollettini e, soprattutto, la possibilità di usare HTML e CSS per personalizzare il proprio profilo con colori, immagini e musica.

“Ero un neonato quando andava di moda MySpace,” mi spiega An via email. “Non l’ho mai potuto usare. Ma, tra gli amici più grandi di me e internet, ne ho sentito parlare tantissimo. Sono giunto alla conclusione che oggi non esiste niente del genere, dove puoi essere così creativo.”

Puntando a risolvere questo problema, An ha sfruttato il tempo libero durante la pandemia per trasformare la sua visione in realtà, consultando pagine web archiviate, screenshot e video per assicurarsi che il suo sito fosse il più possibile autentico.

SpaceHey screenshots
Photo: Natty’s SpaceHey page.

SpaceHey è stato lanciato ufficialmente il 29 novembre 2020, e ha guadagnato circa 55.000 utenti in tutto il mondo in poco più di due mesi. (An non sa dirmi dati demografici esatti—cerca di ridurre al minimo ovunque può la raccolta dati, per garantire un’esperienza più privata).

Una di queste persone è il poeta 32enne T.J., che usava MySpace per condividere le sue opere negli anni 2000.

“Sono capitato per caso su SpaceHey da Twitter,” mi racconta. “Odio Facebook e stavo cercando una ragione per limitare il mio tempo lì. Appena sono arrivato qui e ho sentito l’atmosfera del MySpace originale, mi sono innamorato.”

Anche Kelly Chaos, che si descrive come una scene queen in pensione, è un’altra millennial che è migrata su SpaceHey. Era molto nota su MySpace: aveva oltre 800mila amici, prima che la sua pagina fosse hackerata.

“MySpace era una parte importante della mia vita tra il 2004 e il 2010,” mi racconta. “Ero al liceo e rappresentava un modo per sfuggire al bullismo che subivo all’epoca. Ho passato tutte le pause pranzo nella biblioteca della scuola su MySpace.”

Kelly Chaos SpaceHey
Foto: la pagina SpaceHey di Kelly Chaos.

Dopo aver saputo di SpaceHey da un amico, Kelly si è iscritta subito, pensando che il sito potesse rallegrarla durante la pandemia. Ma, come T.J., si è trasformata presto in un utente attivo e ha già accumulato oltre 1400 amici. Aggiungere gente che non conoscevi nella vita reale era la norma su MySpace, ma lo è diventato sempre meno quando gli spazi digitali si sono trasformati in una proiezione della realtà, anziché un luogo di evasione.

“La maggior parte delle piattaforme social oggi sono tossiche,” dice Kelly. “Nelle tre settimane che ho passato su SpaceHey ho ricevuto più amore e supporto di quanto ne abbia ricevuto negli ultimi cinque anni. È bello.”

T.J. è d’accordo. “È come un rifugio, specialmente per chi come noi è cresciuto ascoltando i My Chemical Romance sull’iPod.”

Ovviamente, SpaceHey è già pieno di musicisti. MySpace era legatissimo alla scoperta di nuova musica, e questa relazione simbiotica non è mai stata riproposta (se non forse da TikTok, che possiamo considerare un’eccezione recente). SpaceHey è come un nuovo inizio.

Natty, 28 anni, è il vocalist della band Cassus. Non ha mai creato un profilo suo su MySpace, ma lo usava per ascoltare musica le cui influenze lo condizionano tutt’oggi—soprattutto per il suo progetto solista Tir.

“Spero di incontrare persone simili a me e far crescere il mio pubblico come hanno fatto all’epoca band come gli Underoath o i Silverstein,” dice.

Sia Kelly che Natty sottolineano quanto la comunità “alternativa” stia prosperando su SpaceHey, e come sia un fenomeno inter-generazionale. Parte del fascino della piattaforma può essere ricondotto alle nuove leve della musica emo e al suo ritorno in senso ampio—che non si limita alla musica, ma contamina anche moda e trend su TikTok. Aggiungi la nostalgia generica per tutto ciò che compie 20 anni, l’estetica e-girl e cottagecore, e hai la ricetta perfetta perché la Gen Z voglia l’esperienza MySpace che non ha avuto.

Mona, che ha 17 anni e vive in Nuova Scozia, in Canada, ha iniziato a frequentare SpaceHey per curiosità, per vedere che aspetto avesse il vecchio internet e per scrivere poesie e promuovere la sua musica. È d’accordo che la nostalgia giochi un ruolo importante nell’interesse della sua generazione verso SpaceHey.

“La nostalgia è un elemento costante nelle mode e i trend che seguiamo. Negli anni dieci del Duemila le persone erano fissate con gli anni Ottanta, ora i nuovi adolescenti sono ossessionati con le neo culture di internet,” spiega.

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Photo: One of Mona’s poems on SpaceHey.

Altri ragazzi e ragazze sono interessati alla programmazione, come la 18enne Jess. I suoi genitori avevano MySpace, e lei ha sentito parlare di SpaceHey da TikTok. Da quando si è unita, guarda video tutorial su YouTube per imparare a perfezionare il suo profilo.

“Mi piace l’idea di creare un profilo che si adatta alla tua personalità e poter incontrare gente con interessi simili ai miei. Imparare a scrivere i codici è la mia parte preferita, finora. Pensavo fosse difficile, ma una volta che capisci le regole base i risultati che puoi ottenere sono incredibili!”

MySpace non è l’unico sito degli anni Duemila a essere stato riportato in vita di recente: Geocities ha già un successore spirituale in Neocities, per esempio.

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Photo: Jess’s FaceHey page.

È chiaro che la nostalgia e il desiderio di tornare al vecchio internet non siano solo una questione estetica. Kelly, Natty e T.J. confessano di voler tornare disperatamente a un’atmosfera social che sia meno politica e meno corporate.

“Tutti i social media mainstream dell’ultimo decennio sono molto più ‘rigidi’ secondo me,” dice Natty. “MySpace era un po’ il lato selvaggio di internet, dove gli utenti avevano più controllo sui propri profili e le grandi corporation avevano meno potere sulla piattaforma in sé, paragonato a ciò che fanno Facebook e Instagram con il continuo bombardamento di pubblicità.”

T.J. è d’accordo e sottolinea la natura oppressiva delle piattaforme moderne. “Facebook è un sito malfidato, che aspira al monopolio e conduce pratiche di oppressione come prendere di mira l* sex worker, ma lascia che il razzismo dilaghi, punendo piuttosto chi lo denuncia.”

Mentre parla con me, An insiste nel dire che SpaceHey è più di un clone di MySpace, e questo è chiaro anche da come si comporta lui stesso. Non si limita ad aggiungere ogni nuovo utente come faceva Tom di MySpace. An risponde alle lamentele degli utenti su Twitter, ma non ha paura di bannare chiunque entri su SpaceHey per fare diffondere odio o compiere aggressioni, compresi neo-nazi e TERF. E la comunità lo apprezza moltissimo.

“Voglio ringraziare An per quello che sta facendo. Nonostante sia troppo giovane per sapere quanto sia stato importante MySpace per gente come me, è già un eroe per tutti noi,” ha detto Kelly.

Resta però il dubbio che SpaceHey non riuscirà a durare nel tempo. Ha senso nel 2021 un sito in cui bisogna fare sempre log-on e log-off e che non avrà mai una app? La nostra comprensione di ciò che sono i social media è così lontana da ciò che era a quei tempi, e questi siti sono destinati a fallire o a trasformarsi nello stesso mostro da cui stiamo cercando di scappare?

“Se devo essere onesto, Facebook è iniziato allo stesso modo: un progetto di un ragazzino che nel tempo si è trasformato nella scacchiera megalomane che è ora. Chissà se il destino di SpaceHey sarà lo stesso,” si chiede T.J.

Forse SpaceHey continuerà a prosperare, conquistando la scena come nuovo cuore pulsante del vecchio internet, o forse rimarrà solo come carcassa vuota di ciò che esisteva un tempo. In entrambi i casi, è tutto piuttosto emo.