Stando a una recente indagine nazionale, gli statunitensi consumano molte più bevande alcoliche rispetto al passato. Tra il biennio del 2001-2002 e quello del 2012-2013, le percentuali di rischio legate ai disturbi e alle malattie conseguenti all’abuso di alcol sono schizzate, rispettivamente, al 30% e al 49% in più.
Il sondaggio però, oltre a mostrare il livello di “crisi alcolica” degli Stati Uniti, si sofferma su di un altro dato interessante, avvalorato da uno studio recente (ma anche da altri in precedenza): bere moderatamente, e quindi un drink o meno al giorno per le donne e due o meno per gli uomini, può diminuire il rischio di malattie cardiovascolari e più in generale apportare benefici alla salute.
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Prima di trarre conclusioni, tuttavia, è bene soffermarsi su qualche aspetto in più.
Innanzitutto, una gran fetta degli studi effettuati usa gli astemi come gruppo di riferimento, e ciò è piuttosto problematico. Spesso chi è astemio presenta comunque il rischio d’insorgenza di malattie (o persino di una storia d’alcolismo precedente), confermandosi un debole metro di paragone.
In secondo luogo, molti degli studi che collegano l’assunzione moderata d’alcol ai benefici per la salute vengono effettuati sugli adulti. Non è così automatico che gli individui fra i 20 e i 30 anni presentino effetti positivi sulla salute.
E ora arriviamo al nuovo studio australiano che, per dare una risposta chiara a questi quesiti, ha analizzato gli effetti dell’assunzione moderata di alcol in adulti d’età compresa fra i 25 e i 36 anni. Anziché comparare i “bevitori moderati” agli astemi, il team d’esperti li ha paragonati ai “bevitori occasionali,” quelli che assumono alcol in rarissime occasioni, controllando inoltre le abitudini motorie, lo stato di salute mentale e altri fattori rilevanti di tutti e due i gruppi analizzati.
Il risultato della ricerca, udite udite, è decisamente positivo nei confronti dei bevitori moderati. Se comparati a quelli occasionali, infatti, i moderati incontrano un rischio minore di contrarre la sindrome metabolica, che a sua volta si distingue in diverse anomalie metaboliche quali obesità centrale, resistenza all’insulina e alti livelli di colesterolo.
L’autrice dello studio, la dottoressa Seana Gall (ricercatrice senior all’università della Tasmania in Australia), sostiene che “gli effetti benefici dell’assunzione moderata di alcol sembrano conseguenti alla maggiore presenza di colesterolo HDL buono.”
Sempre secondo la ricercatrice, questi studi sperimentali mostrano come anche la (limitata e moderata) assunzione d’alcol possa migliorare la capacità del nostro corpo (specialmente del fegato), di produrre colesterolo buono. Ma non finisce qui. Il vino e la birra risultano più salutari dei liquori, sebbene stando a Gall e ai coautori dello studio siano necessarie ulteriori ricerche per confermare e o meno questo punto.
Ora però sorge spontanea una domanda: cosa intendiamo per “bevitore moderato”? Secondo Gall, la trasposizione in quantità d’alcol a questa domanda è 10-20 grammi di alcol puro al giorno, che a sua volta si traduce in uno o due drink sempre al giorno. “È importante puntualizzare, però, che i cocktail serviti nei ristoranti e nei bar equivalgano ben più che a un drink standard.” (Questo vale anche per quelli che vi preparate in casa.)
Se siete interessati a non superare la soglia dei 20 grammi d’alcol (o 10, nel caso delle donne), il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism ha sviluppato uno strumento utile e disponibile online che vi dirà esattamente quanti grammi d’alcol ci siano nei vostri drink. (Amanti della birra artigianale, ricordate che una pinta di birra 8% Vol. rientra o eccede il limite dei 20 grammi).
“Fossi una persona giovane interessata a uno stato di salute ottimale, limiterei il mio consumo d’alcol a 1 o 2 drink al giorno,” continua Gall.
In ultimo, la dottoressa consiglia di stare alla larga dall’alcol almeno uno o due giorni alla settimana, essendo questa una pratica che ha comprovato benefici per il cervello e per il fegato (oltre a tenere alla larga il rischio di binge drinking. “Seguite queste direttive e ne beneficerete sia sul lungo che sul breve periodo,” conclude.
Anche altri esperti del settore concordano con gli esiti di questo studio australiano. “Moltissime culture presenti su questo pianeta, fra cui includiamo le più longeve e sane, apprezzano un bicchiere di vino ai pasti,” esordisce Paul Lavella Jr., consulente autorizzato del Summit Behavioral Health in New Jersey e Massachusetts. Quello a cui è necessario prestare assoluta attenzione, quando si parla di alcolici, è il cambio di marcia. “Tra i 20 e i 30 anni succedono un sacco di cose, le vite possono cambiare. Ci si può laureare, entrare nel mondo lavorativo, sposarsi o avere figli. Tutte queste cose comportano a stress,” spiega Lavella. “Se prima di tutto ciò già eri solito bere uno o due drink al giorno, potresti aumentare il tiro con l’insorgere di stress. Se l’aumento d’assunzione di alcol diventa la nuova norma, allora può essere problematico.”
Questo articolo è stato pubblicato originariamente da Tonic