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Capire i testi di Franco126

franco126 live

La settimana scorsa Franco126 è stato protagonista di un evento della serie Niente di Strano, organizzata da BuddyBank e Tidal, dividendo il palco con i 72-HOUR POST FIGHT.

Franco126 è stato per diverso tempo quello-che-canta-con-Carl-Brave. Il “basso” dei due, quello che ha sempre gli occhiali da sole anche sul palco, schivo quanto basta per fare colpo, un po’ per i cazzi suoi, ma che lascia intuire un’anima di panna montata e cioccolato fondente. Quando il socio e compagno di sbronze ha lanciato il proprio progetto solista, sancendo la rottura del duo che ancora oggi viene ricordato con toni nostalgici, in molti avranno pensato che per Franchino fosse arrivata la data di scadenza. E invece no: abbandonato l’auto-tune e lasciati i cliché su Roma a casa, il nostro uomo, da certo Mauro Repetto, si è rivelato essere un Max Pezzali.

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Lasciati i cliché su Roma a casa, il nostro uomo, da certo Mauro Repetto, si è rivelato essere un Max Pezzali.

Lo ha fatto con un album solista—che si chiama Stanza Singola, nel caso il concetto non fosse chiaro—che unisce pop e cantautorato italiano, ma non più abbellito da istantanee polaroid di attimi quotidiani, piuttosto annacquato da immagini sfocate e reminiscenze emotive. Insomma, Franco126 ha stupito tutti e forse anche se stesso mettendo in mostra la sua capacità di suggerire stati d’animo e ricreare atmosfere quotidiane prima ancora che situazioni. Ma, soprattutto, Franchino è diventato immediatamente “il figo romantico”.

Come ogni cantante pop che parla di amore e sventure, e che arriva a un certo successo popolare, Franchino si è trasformato in un idolo per le ragazze. A differenze di alcuni suoi colleghi come Carl Brave (fregno e dannato) e Tommaso Paradiso (quello da presentare ai genitori), Franco è stato investito della carica di figo romantico, quello sensibile e un po’ sfigato, che si fa le pare sulla tipa e che probabilmente boicotta la sua stessa vita amorosa.

franco126 stanza singola
La copertina di Stanza Singola, cliccaci sopra per ascoltarlo su Spotify

Risultato? Ai ragazzi piace perché giustifica le loro stesse cazzate sentimentali e la loro vita naa naa ancora che stamo pellaaaria, e perché rivedono in lui l’amico che ti capisce, con cui dimenticare tutto con una risata e spallucce. A noi ragazze piace da morire perché ci fa crogiolare nelle nostre paturnie sentimentali, proiettiamo su di lui l’ultimo stronzo che ci ha spezzato il cuore, ma che tuttavia non riusciamo a odiare perché alla fine è buono, non lo fa con cattiveria, è confuso, bla bla… E noi giù di lacrime e mutandine bagnate mentre cantiamo faccio ancooora la moka per duuee accecate da grosse fette di prosciutto emotivo sugli occhi.

E da cantante preferito a uomo ideale che vorremmo nelle nostre foto di Instagram il passo è breve, e anch’io mi sono lasciata conquistare dal fascino di quello sfigato in amore che appare tra le righe. Tuttavia, leggendo attentamente le parole di Franco126 ho fatto una scoperta scioccante: Franchino potrebbe essere il peggior uomo di cui innamorarsi.

I testi di Franco mi hanno acceso una lampadina su come spesso le relazioni sentimentali possano essere molto contorte e faticose, spesso proprio per colpa nostra.

Chiaramente non parlo di Franco come persona, che non conosco e con cui non ho mai bevuto una birra (e che, spoiler alert, non si chiama nemmeno Franco). Ma i suoi testi mi hanno acceso una lampadina su come spesso le relazioni sentimentali possano essere molto contorte e faticose, spesso proprio per colpa nostra.

Molti dei tratti che associamo all’uomo canonico, quello delle canzoni, della letteratura e dei film, sono infatti ispirati a una concezione della mascolinità vecchia, con i suoi lati romantici ma che a ben guardare mostrano un modo di approcciarsi alle relazioni non del tutto sano. Il Franchino delle canzoni, insomma, è un “vero uomo”: misterioso e affascinante, ma anche incapace di comunicare e di mostrare empatia.

franco126 carlo pastore
Franco126 e Carlo Pastore a Niente di Strano

Prendiamo “Frigobar”, primo singolo estratto da Stanza Singola, in cui Franco dice che “Se va così non è né mia né tua la colpa”, e aggiunge “E lo so, vuoi una risposta / E io vorrei dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in bocca”. A una prima lettura chiunque si scioglierebbe proiettando su queste parole la propria storia personale, colorata da un amore complicato, quasi adolescenziale. Ma quello che Franco mette in scena è uno dei tipici problemi comunicativi che può rendere un rapporto tossico. In questo caso si tratta di un tipo di comunicazione passiva, un non-dire del soggetto, che non riesce a esprimere in modo assertivo i propri sentimenti per la ragazza in questione.

Stesso meccanismo anche in “Brioschi”: “E ti vorrei parlare / Ma mi mangerei le parole / Continuo a bere vodka e Schweppes / Magari il primo passo lo fai te”. Carino, vero? Un ragazzo timido e impacciato con le parole, ma è chiaro, anche se non lo dimostra apertamente, che è cotto di te, quindi tu spreca energie e tempo per interpretare i suoi silenzi, magari, chissà, dopo tanto tempo, si farà avanti. E invece magari poi si rivela solo un soggetto passivo che, invece di venirti a parlare e offrirti un drink, preferisce bersene cinque da solo mentre ti osserva da lontano.

Alla lunga, nel rapporto si accumuleranno talmente tanta frustrazione, ansia e insicurezza che vi sembrerà di vivere in un film di Ozpetek più che in un videoclip indie.

Se tutto questo vi appare come una storia d’amore degna della regia di Francesco Lettieri, vi assicuro che nella realtà comporta solo silenzio, scarsa partecipazione emotiva e fughe da situazioni di coppia ritenute stressanti. E, alla lunga, nel rapporto si accumuleranno talmente tanta frustrazione, ansia e insicurezza che vi sembrerà di vivere in un film di Ozpetek più che in un videoclip indie.

Se prendiamo il testo di “Stanza Singola”, invece, troviamo la stessa situazione di impasse comunicativo, ma con meccanismi diversi. Prendete la frase “Stammi vicino e tienimi lontano”: bella, vero? Fa un po’ film drammatico della Nouvelle Vague, giusto? Bzzz! Errore. Questo è l’esempio di uno dei più pericolosi casi di comunicazione distorta in cui potete cadere in un rapporto.

franco126
Franco126 live per Niente di Strano

Il soggetto in questione, incapace di esprimere i propri sentimenti e le proprie intenzioni, o di capirli chiaramente per se stesso, attua strategie comportamentali e comunicative ambigue. È il tipico caso dell’uomo che a malapena vi saluta, ma poi vi scrive messaggi carini su Instagram. È l’uomo che vi cerca, vuole vedervi, ma non è chiaro nei suoi intenti, o non “ci prova” con voi. Infine, è quello che vi provoca, magari ferendovi, allontanandovi, solo perché vuole che siate voi a corrergli dietro.

Le conseguenze di simili meccanismi si possono vedere chiaramente in pezzi come “San Siro” (“E qualcosa si è guastato tra di noi / Io ti ho detto: ‘Vai’, tu mi hai detto: ‘Rimani’”) e “Fa Lo Stesso” (“Ho detto: ‘Bye’, qualche rotella fuori posto / Ma poi t’ho guardato un secondo di troppo, lo so”). Ovvero, un rapporto in cui ormai la frustrazione e il rancore reciproco hanno infettato l’amore, causa una comunicazione ambigua volta più alla chiusura in difesa che al gioco di squadra.

Avete sentito uno schianto nella vostra testa? Era il rumore delle vostre fantasie romantiche che si infrangevano.

Adesso, avete sentito uno schianto nella vostra testa? Era il rumore delle vostre fantasie romantiche che si infrangevano. Forse mi odiate, ma un giorno mi ringrazierete per avervi aperto gli occhi su un tipo d’uomo, che alla fine tutte rincorriamo ma è peggio della panna nella carbonara—che non è Franchino l’uomo, rimettiamolo in chiaro, ma i suoi testi inquadrano bene. L’uomo che sa cosa e chi vuole, quello assertivo e ben comunicativo, non è proprio l’eroe romantico da film hollywoodiano che sogniamo, ma è sicuramente quello che vi auguro di amare.

Nei testi di Franco126, invece, si descrive un uomo indeciso e, nonostante le apparenze, insicuro verso se stesso e la persona che vuole conquistare. E tale stato emotivo non gli permette di tirare fuori gli attributi per farvi capire chiaramente cosa vuole da voi, ma preferisce barricarsi dietro una trincea di silenzi e ambiguità, aspettando che siate voi a fare la prima mossa.

franco126
Franco126 live per Niente di Strano

Voi, invece, restate appese a un rapporto, o anche a un semplice flirt, che vi fa continuamente sperare in una svolta perché si presenta come una situazione vaga, che non è positiva, ma nemmeno del tutto negativa. E quindi, frustrate e confuse, aspettate che il Franchino di turno maturi all’improvviso come l’avocado e vi dichiari le sue intenzioni. Spoiler: molto improbabile.

Insomma, le canzoni di Franco126, tutto sommato, non ci fanno proprio sognare una storia d’amore a lieto fine come credevamo. Che poi, a pensarci bene, un album che si intitola Stanza Singola forse non è proprio la miglior immagine per rappresentare una felice vita in due.

* Come dicevamo all’inizio, Franco126 ha cantato davanti a una piccola folla in un ufficio al diciannovesimo piano della torre Unicredit. Il live era il terzo della serie Niente di Strano, organizzato da BuddyBank e Tidal, ed è stato davvero una figata. Prima è stato il turno dei 72-HOUR POST FIGHT con le loro strumentali sognanti, jazzate e psichedeliche, e poi Franchino ci ha regalato addirittura un’inedita versione acustica di “Cos’è l’Amore”, la canzone scritta con Ketama126 e la voce di Franco Califano. Lo potevi vedere in streaming su YouTube in diretta, ma se te lo sei perso non preoccuparti perché tanto puoi rivederlo qua sotto.