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Musica

I Quiet Ensemble fanno suonare i pesci rossi

...i topolini e le banane, ma trasformano anche la bava delle lumache in uno spettacolo luminoso. Li abbiamo intervistati per scoprire il confine tra natura e tecnologia.
Mattia Costioli
Milan, IT

Uno dei miei passatempi preferiti è controllare la casella "Messaggi" di Noisey, riceviamo un sacco di roba davvero orribile (ad esempio una volta ci hanno proposto di recensire un libro di racconti erotici), ma a volte capita di imbattersi in qualche perla. Sono sempre super emozionato quando apro il video di qualche animale carino che si diletta in discipline umane come suonare il pianoforte oppure fare parte di una sotto-cultura, ma questo volta è stato un po' diverso, voglio dire, non so quanti modi ci siano di suonare cinque pesci rossi, ma sicuramente quello qui sotto è molto interessante.

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Questo progetto si chiama "Quintetto", ed è stato realizzato dai Quiet Ensemble, che all'anagrafe sono Bernardo Vercelli e Fabio Di Salvo. Dal 2009 studiano il rapporto tra tecnologia e natura, e stanno per diventare la vostra cosa preferita di questa settimana.

Tra un paio di settimane saranno al Robot di Bologna con il loro nuovo progetto, un concerto luminoso. Li ho intervistati per scoprire come stanno i loro animaletti e per farmi spiegare come sono stati realizzati tutti i loro progetti.

Noisey: Ciao ragazzi, ho appena visto il video con le vasche dei pesciolini rossi: "Quintetto". Mi spiegate come vi è venuto in mente di realizzare una cosa del genere? Tecnicamente come funziona?
Bernardo: L'idea di fondo è che ogni pesce rosso sia un musicista, anzi, uno strumento, in un certo senso. Ad ogni vasca è attribuito uno strumento, quando la vasca si accende il pesciolino modula, e quindi suona, lo strumento. La verità è che sono i pesci a decidere se il concerto sarà piacevole o noioso, ma potrebbero anche semplicemente decidere di starsene fermi e non produrre alcun suono. Adesso sono cinque anni che abbiamo iniziato questa ricerca tra natura e tecnologia, tra caos e controllo. Ciò che ci interessa è di sottolineare quelle piccole cose che, non solo non valorizziamo, ma di cui non ci rendiamo nemmeno conto. Vogliamo fornire un secondo punto di vista su alcuni eventi che vengono dati per scontati, come ad esempio il movimento di un pesce rosso, che può trasformarsi in una melodia inedita.

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Voi cosa avete capito di questo rapporto tra caos e armonia? Qual è il confine, soprattutto in musica? Intendo dire: secondo voi un suono casuale può essere piacevole?
Fabio: Questo è uno dei soggetti della nostra indagine. La nostra operazione artistica, in ogni caso, punta ad ottenere un risultato che sia interessante per la nostra ricerca e per il nostro gusto personale, e l'armonia non sempre è garantita, a volte il risultato è estremamente sbilanciato verso il caos. A volte il risultato è praticamente rumore puro.
Bernardo: In ogni caso quando i pesci decidono di fare una partitura noiosa o fastidiosa il nostro scopo è comunque raggiunto, noi diamo libertà alla natura, e vogliamo esserne sorpresi, quindi non possiamo pretendere che sia sempre bello.

Orchestra Da Camera.

Chiaro. Come avete costruito il gigantesco strumento che suonano i topolini, ma soprattutto, ora dove l'avete messo?
Bernardo: L'abbiamo fatto in mille pezzettini e dato da mangiare ai topolini. No dai, lo strumento è lungo all'incirca quattro metri e mezzo, e sotto ogni ruota è nascosto un cavo legato al carillon, perché altrimenti il topolino se lo mangia. In base alla velocità delle varie ruote si crea un'armonia unica e originale. Lo strumento adesso è nello sgabuzzino.

Anche i topolini sono nello sgabuzzino?
Bernardo: No, loro stanno bene, li abbiamo liberati in campagna.

Orienta; è qui ora, che decido di fermarmi.

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Invece la bava luminosa delle lumache come l'avete costruita?
Fabio: Si tratta di un sistema di videocamere che seguono il percorso delle lumache dall'alto. La lastra è soltanto una superficie di proiezione. Ci sono vari passaggi: con una telecamera rileviamo la posizione delle lumache, mentre con un software andiamo a proiettarne il percorso. Diciamo che l'esperienza percettiva in questo caso è una proiezione.

Natura Morta.

Mi raccontate anche qualcosa su "Natura Morta", per concludere?
Fabio: Quel video è tratto da un live di una trentina di minuti in cui abbiamo sei frutti diversi che interagiscono con uno schermo, quando il frutto suona lo schermo si accende. Se il frutto suona significa che siamo riusciti a captare le micro-tensioni elettriche che ci sono all'interno, poi con un controller MIDI possiamo giocare e modulare ciò che abbiamo ottenuto.
Partendo da questi suoni, che in realtà nei primi minuti del concerto sono debolissimi e puri, riusciamo a costruire una ritmica, riempiendo delle batterie elettroniche che registriamo direttamente lì sul palco con questi sensori all'interno della frutta. Durante la perfomance tocchiamo il frutto, oppure lo spostiamo, perché sono sufficienti modificazioni minime per cambiare il suono. C'è da dire che in alcuni passaggi è veramente fuori controllo, ma è proprio una parte del gioco.

Tra pochi giorni partirete con un nuovo progetto al Robot di Bologna, mi date qualche anticipazione?
Fabio: Il progetto si chiama "Enlightment", è una ricerca che abbiamo cominciato l'anno scorso quando abbiamo realizzato lo spettacolo del Faust, in cui abbiamo collaborato con Matteo Marangoni. Lo spettacolo si concludeva con una manifestazione della potenza della macchina teatrale: quello è stato il nostro primo studio delle interferenze luminose. Per farla facile: ogni fonte luminosa produce un'interferenza che riusciamo a captare grazie a uno strumento collegato ad una scheda audio, che amplifica queste interferenze trasformandole in noise puro. Ogni luce tuttavia produce un suono diverso, diciamo che il risultato è diverso in base alla luce di partenza. Avremo un centinaio di luci in scena, che andremo ad accendere e spegnere creando delle ritmiche, creando un'evoluzione sonora e luminosa che sembrerà una specie di orchestra.
Bernardo: Sì, il setup è proprio orchestrale, nel senso che i fari sostituiscono gli strumenti classici. Queste interferenze che andiamo a rielaborare in realtà sono esattamente ciò che negli spettacoli teatrali si cerca di far sparire, perché altrimenti ti rovina lo spettacolo. La lampada che illumina un soggeto nel nostro spettacolo diventa soggetto e protagonista. Penso che questo sia un po' il nostro modo di agire, guardare soggetto e oggetto da un altro punto di vista. L'1 ottobre faremo un'anteprima al Robot, poi sarà aperto al pubblico nelle giornate successive.