La stravaganza, in termini di moda, si sa non accomuna tutti ma in certi casi quando l’esuberanza è colta e le provocazioni diventano consce, il discorso cambia.
Cecilia Matteucci è nota per aver sposato appieno questa filosofia. Nella sua vita, tanta mondanità: aste, mostre, teatri e ovviamente sfilate. La si può incontrare in Via Monte Napoleone, alle vernici della Biennale di Venezia o anche su Instagram. Nel dicembre 2012, Manuela Pavesi e Benoît Béthume, l’avevano già fotografata nel The Wise Up Issue di i-D, ritraendola con i capi del suo archivio, perché la sua più grande passione, è collezionare moda. Fin dalla nostra prima telefonata ci siamo da subito intesi e focalizzai sulla questione, mettere in mostra quello che ancora non ci aveva mostrato: kimoni giapponesi dell’Ottocento, tailleures di Coco Chanel degli anni Venti, abiti di Balenciaga, i Dior fin dagli inizi, Saint Laurent, gli anni Ottanta, Novanta, fino ad oggi. “Se vieni a trovarmi indosso anche il Biki della Callas” mi ha detto; così qualche giorno dopo sono andato a conoscerla.
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