Música

Dieci canzoni italiane per fumare MA SENZA IL RAP


Sarebbe potuto essere tutto molto semplice. Avremmo potuto svegliarci oggi, 20 aprile, festa mondiale dell’erba, e scrivere sbadigliando il solito articolo sui migliori pezzi per farsi le canne. Avremmo potuto ficcarvi in gola, come una madre-uccello coi suoi pulcini, della confortante pappa pre-masticata: “La porra”, “Welcome to Baggio”, “La mia signorina” e la discografia di Babaman. Avremmo potuto darci un’aria di riscopritori rivendicando l’importanza di un classico come “Pollo no!” di Gamba the Lenk—i nostri timpani a pregustare il suono tagliente dei due pezzi del grinder che sbattono l’uno contro l’altro, per tirar fuori anche le ultime dolci, dolci bricioline di sativa. E invece no.

Invece abbiamo tirato su le migliori menti della nostra generazione (senza trovarle fortunatamente distrutte dalla pazzia affamate, isteriche o nude) e abbiamo generato la seguente lista di dieci canzoni italiane a tema marijuana ma senza il rap. Senza Ghali, Maruego o gli Articolo 31. Così la prossima volta che siete in cameretta a sfondarvi la faccia potete far scoppiare il cervello ai vostri amici con quella volta che Nino D’Angelo ha consigliato dove andare a comparla a Napoli, o quell’altra volta che il padre di Jesto ha fatto un pezzo tutto acustico sugli spinelli. Prego.

PINO DANIELE – “PUTESSE ESSERE ALLERO”

Ci sono due modalità per fumare: una in cui elimini completamente qualsiasi concezione di dignità e decidi di dedicare la tua carriera musicale all’erba diventando quindi Babaman, e una in cui semplicemente dici “Putesse essere allero cu nu spinello ‘mmocca,” e sei un po’ preso male ma sai che quello che ci vorrebbe è una parolina di conforto e una cannetta. Soprattutto una cannetta. 

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LUCIO BATTISTI – “GLI UOMINI CELESTI”

“Ti faranno fumare / per farti sognare che / il futuro o un messia / presto tutto cambierà” *svarione psichedelico con phaser e djembe*

NINO D’ANGELO – “‘O SPINELLO”

Perché quello che ci voleva al reggae per svecchiarsi era proprio un po’ di sana cazzimma. Un ringraziamento a Nino per le parole “Abbasc ‘e Filangier, aret a casa mì, se venn a robba bon, pare na farmacia ottimo consiglio per gli acquisti se doveste trovarvi a Napoli con una banconota da venti euro in mano senza sapere bene cosa farne.

Nota a margine: siamo già a due canzoni napoletane che parlano d’erba e ne abbiamo in mente almeno altre due. Dimostrazione che la via da seguire è quella partenopea.

RAZZI TOTALI – “COME UN HIPPY”

La militanza anti-hippie della scena punk rock italiana anni Novanta—frutto di un fraintendimento delle posizioni provocatorie del punk 77—ha prodotto vari risultati a dir poco comici, tra cui questo allucinante inno paternalista (“Tu avevi dei sogni e sognavi con noi / Ora fumare l’erba è tutto quello che vuoi / E quegli occhi arrossati prima erano blu / Erano occhi da amica, occhi che non hai più”) all’interno dello stesso album che contiene “Ho vomitato nelle All Star”. Accendiamone una alla salute di questi noiosoni!

ALBERTO CAMERINI – “FATTI UNA CANNA”

No, sì, questa è solo per dimostrarvi che l’erba non è proprio per tutti. Camerini è grandioso e siamo disposti a fare a botte con chi neghi lo status di capolavoro a “Rock’n’roll Robot” e “Tanz Bambolina”, ma Alberto fumato non si può sentire. 

EUGENIO FINARDI – “LEGALIZZATELA”

E fatevela una coscienza politica, maledetti fricchettoni. 

STEFANO ROSSO – “UNA STORIA DISONESTA”

Come dimostra il video qua sopra, il padre di Jesto ha scritto una canzone contenente le parole “Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello”. The more you know!

KAMMAMURI’S – “I LOVE YOU MARYANNA”

Rino Gaetano torna fattissimo da un viaggio in Nepal o in Tibet o in uno di quei posti dove hanno quel charas buonissimo e decide che, se Paul McCartney poteva incidere dei dischi bellissimi in quelle condizioni pietose, nulla gli può impedire di fare la stessa cosa.

ANTONELLO VENDITTI – “CHEN IL CINESE”

La smettiamo con questi pregiudizi che gli spaccini sono solo marocchini, albanesi o nigeriani? Eh? Perché anche in Oriente hanno dell’erba ottima—”sempre più dolce,” dice l’Antonello nazionale, felice che all’uscita venticinque non ci siano solo la Laurentinaaaaa e Bruno l’infame ma anche un ottima fonte di THC.

ÜSTMAMÓ – “ROLLAMUFFIN”

Abbiamo lasciato in fondo il video che guarderete per il resto della giornata e della nottata finché non vi cadrà la brace del ciloom sul tappeto e dovrete usare una fetta di pizza per spegnere l’incendio incipiente, e domani penserete di esservelo immaginato.

Grazie a Federico Martelli, Tommaso Naccari, Demented Burrocacao e Mattia Salvia. 
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