In questi tempi di disperazione anche il Bel Paese ha iniziato a soffrire la vita in quantità sufficiente da dare i natali a una vera e propria scena post-metal e affini, con dei risultati stupefacenti. Magari un giorno vi parleremo diffusamente di gruppi ed etichette, intanto per rendervi partecipi di questi momenti gioiosi e farvi riflettere sulla mancanza di senso dell’esistenza vi facciamo ascoltare in streaming, in anteprima, il terzo lavoro dei Postvorta.
La formazione ravennate nasce nel 2014 con una serie ben precisa di influenze in mente: Isis, Neurosis, Cult Of Luna, Russian Circles, Callisto, Amenra. Vale a dire: chitarroni, pezzi da dieci minuti, voce straziante e aperture atmosferiche, il tutto corredato da una notevole ricerca del suono che richiede pedaliere ben nutrite. Il risultato è un ibrido tra post-metal e post-rock che non ha paura di osare, tanto che sullo splendido e corposo (settantadue minuti) primo album Beckoning Light We Will Set Ourselves On Fire (2014) trovate addirittura una cover di “Angel” dei Massive Attack in versione sludge che è una bomba.
Carmentis è il secondo EP del sestetto romagnolo dall’uscita del debutto, che con soli tre brani supera agilmente la mezz’ora di musica e continua a vedere la band alle prese con un concept particolarmente strutturato e iniziato con il precedente Ægeria (2015) e per cui, si dice, verrà completata una trilogia di lavori dedicati. Il tema affrontato dai Postvorta è quello della nascita fin dal momento dell’avvenuto concepimento, e se Ægeria si concentrava sul periodo della gravidanza, Carmentis ha a che fare con la venuta al mondo e i primi giorni di vita, che da motivo di gioia si tramutano in un inferno. Da qui “Colostro”, il primo latte, “Cervix”, il collo dell’utero, e “Patau”, una rara malattia cromosomica che porta i nuovi nati alla morte entro le prime settimane di vita.
Nelle parole della band, “Carmentis, ha avuto un periodo di gestazione molto lungo non per ciò che ha riguardato la fase compositiva, ma per quanto ha invece riguardato la sua “ambientazione” e “coscienza”. È stato il frutto di un periodo storico e personale molto difficile e triste ed il tutto alla fine è stato trasmesso in musica. Il senso di disagio sembra essere sempre presente nei brani dei Postvorta. Quel senso di impotenza di fronte agli eventi, eventi che non si pianificano, ma accadono. È su questo che si basa la “coscienza” del disco, sulla vita. Questo nuovo lavoro, che ha visto la partecipazione di Tero Holopeinen dei Callisto, è stato molto importante per noi dato che i Callisto son un’influenza fondamentale per la band quanto Isis e Cult Of Luna. Tero ci ha aiutato nel brano “Patau” con la sua steel guitar, mentre ha poi chiuso il disco con il brano “13” (che è concettualmente legato a “Patau” in quanto la sindrome di Patau è chiamata anche Trisomia 13), in cui la sua visione dark aiuta a chiudere il concept del disco, ovvero il lato più oscuro di una serie di eventi che invece di essere portatori di felicità, si possono rivelare dei veri e propri incubi. Inoltre, un’altra artista che ha collaborato con noi per questo lavoro, è stata Mers Sumida la quale, con la sua incredibile e violentissima voce, è riuscita a creare un vero e proprio senso di sconforto sul finale di “Patau”.”
Carmentis esce il 15/05 per 3rd I Rex, che ha sede a Londra pur se gestita da un italianissimo, e da queste parti viene distribuito tramite Argonauta. Ascoltatelo in streaming qua sotto con attenzione, e riflettete a fondo sull’opportunità di procreare.