Mi sono alzata presto una mattina, diversa. Come tutti i giorni mi sveglio e, mentre faccio la doccia, accendo Radio Nova. È una radio francese—come me—nota per essere un po’ fuori dagli schemi e dove puoi ascoltare ogni tanto qualche chicca che ti svolta la giornata. Ed è proprio quello che mi è successo quella mattina.
Mentre cercavo di non sboccare i gin tonic che avevo bevuto la sera prima parte un pezzo un po’ pazzo, un po’ retro e anche un po’ fresco, con un testo… in italiano! Non saprei spiegarvi bene il perché, ma mentre l’ascolto gioisco tantissimo. Capitemi, ma sulla radio francese non ci sono molte occasioni di ascoltare musica italiana, a parte quando parte quella voce da Nutella che si trova Eros Ramazzotti e gli strilli di Laura Pausini.
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Quella mattina era una di ottobre dell’anno scorso, e avevo appena ascoltato “Diverso” delle Feste Antonacci. Curiosa di capire chi c’era dietro questo progetto avevo cominciato a cercare informazioni su internet ma avevo trovato ben poco, a parte un fantastico video che mi ha conquistata per sempre (e potete vedere qua sotto) e un EP intitolato Grandi Successi.
Io però non mi davo pace: chi c’era dietro alle Feste Antonacci? Erano davvero italiani? O era un gruppo francese nostalgico dell’italodisco alla Pino D’Angiò? Ma, soprattutto, qualcuno li conosceva in Italia? Magari vivevano qua a Milano. Chiedendo a colleghi e amici italiani, nessuno li aveva mai sentiti. Il mistero si infittiva.
Un giorno, però, vedo un annuncio sulla loro pagina Facebook: “Saremo a Milano dal 30 al 2 febbraio. Chiunque voglia incontrarci è il benvenuto”. Qualche settimana dopo ero seduta a un tavolo insieme a Giacomo e Leonardo e i loro rispettivi bicchieri di grappino e Coca-Cola. Finalmente ero riuscita a mettere un volto su questo progetto musicale di due italiani espatriati a Parigi.
Noisey: Da dove venite? Cosa facevate prima di vivere la vita mondana parigina?
Leonardo: Io sono di Siena. Prima facevo jazz, poi ho avuto un problema alla mano e quattro anni fa sono andato a Parigi a studiare con un maestro di composizione. Ora abito a Parigi da quattro anni e ho ripreso il piano che suonavo da bambino.
Giacomo: Io sono Genovese e sono a Parigi da più di dieci anni. Ci sono andato per fare una scuola da ingegnere del suono ma non l’ho mai finita perché ho iniziato uno stage a Radio Nova. Sono andato ad una loro festa e, essendo un ragazzo zelante, sono andato a parlare con il loro storico ex-direttore, Marc H’Limi. Gli ho detto “Zio, devo fare uno stage in questa radio” e insomma, mi hanno preso.
E io vi ho sentiti per la prima volta proprio su Radio Nova. Com’è la situazione lì?
Giacomo: Conta che tutto questo è successo un po’ di anni fa, prima che la radio fosse venduta a Canal+. Prima era proprio chi ci lavorava che scopriva le cose, H’Limi era un personaggio incredibile e aveva carta bianca dall’ex-proprietario. Ora le cose sono un po’ calate, forse perché si è ristretto il mercato musicale in generale. Oggi Nova è una radio privata che però almeno rifiuta i deal con le case discografiche per passare i pezzi. Però lo spirito di scoperta c’è ancora, altrimenti non avrebbero mai passato in onda “Diverso”.
Quindi oltre alle Feste Antonacci, lavorate nel mercato musicale?
Giacomo: Sì, scriviamo musiche per pubblicità e colonne sonore. Di recente, abbiamo fatto la colonna sonora di una serie televisiva pre adolescenziale per Disney Channel per esempio. Non ne siamo molto orgogliosi… Ma prima di viverci ci ho messo 3 anni di lenticchie e pedalate.
Leonardo: È un mercato molto prolifico perché ormai si produce materiale foto e video per qualsiasi cosa. Però è difficile entrarci.
Come siete arrivati a conoscervi ed iniziare un progetto insieme?
Leonardo: Ci siamo conosciuti a un matrimonio di un amico comune, qua in Italia. Il fatto è che abbiamo questa coglionaggine che ci unisce, vogliamo entrambi scrivere in italiano e ce la caviamo entrambi bene come musicista. Quindi c’è subito stata un’intesa. Però ci facciamo autoanalisi terribili, è come in una relazione. Siamo persone che riflettono molto e hanno idee molto precise, ma è chiaro il beneficio che questo porta.
Giacomo: La seconda volta che ci siamo visti, Leonardo è arrivato con un giro di pianoforte. L’ha suonata e a un certo punto mi ha detto “Mi sono alzato presto questa mattina, diverso”, e da lì è nata “Diverso”. E poi tutto il resto.
Come vi è venuto in mente il nome Le Feste Antonacci?
Leonardo: Guardando i video di Biagio, che di solito mostrano una situazione di festa. C’è sempre solo Biagio insieme a delle donne. Abbiamo iniziato a pensare ad alcune melodie chiedendoci, ma questo groove secondo te passerebbe a una festa di Biagio Antonacci? E questo? Allora elaboriamo.
E come mi sono ritrovata a sentirvi su radio Nova una fredda mattina di ottobre?
Giacomo: Abbiamo mandato la prima mail a Radio Nova a giugno 2018 e non ci hanno risposto. Ma non abbiamo mollato e ad ottobre hanno passato il pezzo in radio. Da lì abbiamo avuto un picco di views su YouTube, è questo che ci ha lanciato. Poi un canale musicale, Délicieuse Musique, ha pubblicato “Mi Piace lo Sport“. E da lì è stata un’escalation.
L’EP era già pronto?
Giacomo: Sì. Abbiamo iniziato il progetto a giugno 2017. I pezzi che sono usciti li abbiamo finiti un anno e mezzo fa e sono tutti stati registrati in una cantina di 6 metri quadrati a Porte de Clignancourt.
Come ha reagito il pubblico francese? Erano tutti esaltati come me?
Leonardo: Molto meglio di quello che ci aspettassimo. Quando è uscito il pezzo avevamo un po’ perso le speranze, ci sentivamo abbandonati a noi stessi. E invece è stata una bella sorpresa. Alla Francia piace l’esotismo.
Invece chi è l’uomo del video di “Diverso”?
Giacomo: È un mio amico, il concetto del video nasce da lui. Ero andato ad una festa di Halloween a cui lui era venuto vestito da meccanico. Inoltre, è un grande appassionato di parrucche. Ho passato la serata a guardarlo e ridere dicendomi che dovevo fare qualcosa con questo personaggio, che aveva una forza comica incredibile. Tra l’altro, all’inizio ci piaceva tenere una certa riservatezza, e pensavamo di usarlo come il volto delle Feste Antonacci. Poi in realtà era una cosa troppo elaborata e difficile da portare avanti.
Leonardo: Evolvendoci diventava un freno, perché si scontrava con l’energia che emergeva dai nostri brani e dalla nostra sinergia musicale. Quando il volto vuole manifestarsi deve essere libero di farlo.
I video sono una parte importante e integrante del vostro lavoro, mi sembra di capire. Oltre a Diverso è uscito anche quello di “Vacanze Romane”, cover dei Matia Bazar. Come avete fatto a girare questa pazzia?
Leonardo: L’abbiamo girato in un giorno con un nostro amico che faceva l’operatore. L’idea era che due gladiatori romani, data la saturazione del mercato nella loro città, decidessero di andare a Parigi per trovare lavoro. Quindi abbiamo noleggiato dei costumi, che tra l’altro sono stati utilizzati per il film di Asterix, e siamo andati in giro per Parigi nei posti turistici. La gente si incazzava quando dicevamo no alle richieste di foto perché pensava che fossimo gente pagata dal Comune per fare animazione.
Avete già fatto dei live in Francia?
Leonardo: Abbiamo debuttato in un kebab per il collettivo Sauce Blanche. Qualche settimana più tardi abbiamo fatto il nostro vero esordio come una band a questo festival electro di Nantes, il Paco Tyson. Evento che ha ufficialmente visto la nascita de Le Feste Antonacci Expérience, da pronunciarsi rigorosamente alla francese, il nostro alter ego live con band che francamente ci entusiasma.
Io vi conosco perché in Francia ormai siete un nome che sta girando, ma ai miei amici milanesi ho dovuto introdurvi io. Ora state facendo i primi passaggi: Radio Raheem, Carlo Pastore, suonerete al MI AMI… com’è successo?
Giacomo: Giorgio Valletta ha sentito “Mi piace lo sport” e l’ha passata su Radio Raheem. Poi ci ha contattato Carlo Pastore per passare il pezzo durante Babylon su Radio 2. E durante il nostro passaggio a Milano, durante il quale abbiamo fatto un mini live a Radio Raheem, siamo andati al concerto di Auroro Borealo, uno dei primi in assoluto ad averci contattato in realtà, e abbiamo salutato Carlo Pastore che ci ha parlato dell’eventualità di suonare alla prossima edizione del MI AMI. Ovviamente ci siamo subito gasati accettando a qualunque condizione.
Leonardo: Inizialmente il piano machiavellico era cercare di avere visibilità in Francia per poterci legittimare in Italia. Capita spesso che se un progetto viene accettato all’estero poi funziona subito anche da noi. È ancora presto, però si percepisce una buona energia comunque. E Milano sembra anche il posto giusto dove essere.
Qual è il vostro rapporto con la musica italiana in generale? Qua va tantissimo la trap da un paio di anni.
Leonardo: Seguiamo veramente poco la musica italiana. Gli unici che ci vengono in mente in questo periodo sono i Nu Guinea, che spaccano i culi. Non siamo grandi fan della trap. Anche in Francia va tantissimo, comunque. Ogni quartiere di Parigi ha il suo rappresentante. Il problema di questo genere è che ha come target i giovanissimi e mette sul tavolo misoginia, soldi, apparenza. Il rap di denuncia sociale non esiste più.
Giacomo: Però facendo musica per la pubblicità di trap ho dovuto farne parecchia, e devo dire che per trovare l’ispirazione ho dovuto aumentare il mio consumo d’erba.
Qualche artisti francesi che consigliate per le orecchie?
Giacomo: Jacques Brel, anche se è belga. Serge Gainsbourg, l’album Mélodie Nelson. C’era questo gruppo che si sentiva un po’ di tempo fa, i FAUVE. E Pablo Padovani, che faceva il turnista e ha suonato come chitarrista con i Tame Impala, e ora ha deciso di fare questo progetto che si chiama Moodoïd. La differenza tra la Francia e l’Italia è che in Francia c’è una via di mezzo tra l’underground e il mainstream. Cosa che in realtà adesso sta cominciando anche in Italia, nonostante il processo che stava portando l’indie a essere questa cosa qua si è un po’ corrotto.
Leonardo: Questi trentenni che hanno nostalgia del Maxibon a me fanno proprio incazzare. Come la nostalgia dei mondiali del 2006.
Per il futuro, che avete in mente?
Giacomo: Per ora vogliamo lasciar tempo ai quattro pezzi dell’EP di vivere.
Leonardo: La cosa più surreale sarebbe suonare a un concerto di Biagio. Oppure farci invitare a suonare a una sua festa. Così ce l’avremmo fatta.
Le Feste Antonacci suoneranno al MI AMI di Milano sabato 25 maggio.
Gabrielle sarà sotto palco al MI AMI a difendere le Feste dai rapper che avranno letto l’intervista, ed è anche su Instagram.
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