Il Natale più strano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale è alle porte, ma possiamo già dire, con un ragionevole margine di certezza, che una portata accomunerà tutte le tavole anche in quest’anno bislacco: il salmone affumicato.Tra Vigilia e Santo Stefano, il salmone almeno una volta appare sulla tavola della mia famiglia. Nel mio caso se ne occupa nonno perché, di fatto, deve solo scaldare qualche fetta di pane e mettere il salmone su un bel piatto accompagnato da panetti di burro. Il salmone regala colore alla tavola, sembra prezioso e piace oggettivamente a tutti.“È facile capire se è un buon salmone dagli ingredienti. Devono esserci Salmone, Sale e Zucchero. Stop.”
Come si fa il Salmone affumicato
Il punto è che da qualche anno il salmone affumicato non è prezioso per niente. Nei banchi frigo del supermercato potete trovare almeno quattro marche diverse con provenienze e affumicature differenti a prezzi decisamente abbordabili. Indovinate un po’? Molto probabilmente fanno schifo tutte e quattro.La carne attaccata alla spina dorsale del salmone viene recuperata, rimessa insieme e ritrattata per il salmone di fascia bassa, notoriamente quello che costa meno.
Momento "Come è Fatto". Per fare il salmone affumicato sappiate che esistono in linea di massima tre modi. Partendo dal top, come avviene per Upstream, il pesce viene diviso in filetto, baffa, ventresca, posteriore e fettine. Il cuore del filetto per intenderci è il più pregiato. Viene fatta una marinatura a secco di sale e zucchero alternata (prima sale, poi zucchero) e quindi sciacquata. La marinatura è parte della ricetta eh, quindi insieme al sale si possono mettere diverse spezie. Dopo che il nostro bel salmone è stato sciacquato arriva l'affumicatura. L'affumicatura è il marchio di fabbrica. I legni usati si pretende che siano pregiati in un prodotto top. "La nostra affumicatura, per essere poco invadente, viene fatta con il pesce disteso che viene colpito per due ore da piccoli colpi di fumo di legno di faggio dell'Appennino parmense."Non è detto che il miglior salmone sia quello selvaggio e basta: un conto è una pesca a traino, in cui gigantesche reti acchiappano tutto, un altro sono i salmoni pescati a canna.
Quale salmone affumicato comprare
Uno dei veri problemi legati al salmone, che da una parte ci dicono essere un alimento fantastico e sano e dall’altra viene demonizzato, è che da decenni il suo processo - pesca e produzione - non rispecchia proprio la definizione di “sano”.Dagli anni ‘50 esiste un fenomeno chiamato acquacoltura. Nel 1970 i norvegesi hanno capito che tutti quei salmoni che pescavano nell’Oceano Atlantico potevano essere tranquillamente allevati in vasche galleggianti. Oggi, secondo questo rapporto, gli allevamenti di salmone producono 2,6 milioni di tonnellate sui 3 milioni di tonnellate di tutto il salmone consumato in totale. Nella maggioranza dei casi vengono usati agenti chimici e antibiotici per allevarli, con conseguenze sull’inquinamento marino disastrose.Gli allevamenti di salmone producono 2,6 milioni di tonnellate sui 3 milioni di tonnellate di tutto il salmone consumato in totale.
Claudio ci racconta, secondo la sua esperienza. “Il salmone buono arriva da due parti: se è selvaggio da una pesca sostenibile, se è allevato da un allevamento che lavora bene.” Insomma, non è detto che il miglior salmone sia quello selvaggio e basta: un conto è una pesca a traino, in cui gigantesche reti acchiappano tutto quello che trovano e un altro sono i salmoni pescati a canna.“C’è molta demonizzazione sugli allevamenti. Ma esistono allevamenti intensivi e allevamenti distensivi. Questi ultimi sono in oceano aperto e c’è un limite massimo di pesci per vasca, così come è controllato quello che mangiano.”Il discorso è un po’ quello dei polli: il pollo ruspante, che ci evoca scenari idilliaci di campagne della nonna, non è un pollo che passeggia selvaggio per i boschi. Semplicemente viene allevato in maniera migliore. “I salmoni li scelgo personalmente per il mio prodotto sono delle Isole Fær Øer da un allevamento distensivo che li prende in maniera non distruttiva. Vengono portati vivi in Danimarca dove vengono poi lavorati prima di arrivare in Italia,” mi dice Claudio Cerati.Allevamento e pescato portano a un altro consiglio: guardare da dove arriva. Ovviamente leggere l’etichetta è sacro e se nel primo caso state attenti a certificazioni varie (non basta che sia scritto davanti, ma devono esserci dei simboli così), la seconda cosa da fare è vedere il luogo di provenienza. “I luoghi migliori sono Danimarca, Norvegia, Scozia e Irlanda. Se il salmone viene dall’Est Europa (come dalla Lituania) o dal Pacifico sappiate che lì la maggior parte degli allevamenti è intensivo.” E in genere lo si vede nel prezzo: se la catena costa poco all’inizio, costerà poco anche il prodotto finale.I luoghi migliori sono Danimarca, Norvegia, Scozia e Irlanda. Se il salmone viene dall’Est Europa o dal Pacifico, sappiate che lì la maggior parte degli allevamenti è intensivo
In sostanza: se lo trovate scritto significa che l’hanno aggiunto dopo con sostanze chimiche per fare finta che sia più affumicato di quello che è. L’anno scorso il New York Times ha anche detto come queste pratiche di affumicatura sembrino aumentare il rischio di cancro, come era stato scoperto anche per l’industria della trasformazione della carne. “Se gli ingredienti sono sale, salmone e zucchero, guardate anche in che percentuale sulla tabella nutrizionale,” aggiunge Cerati.Se non avete lo sbattimento di controllare etichette e tabelle e cercare allevamenti di salmone su Internet, ci sono altri due modi per capire al volo se è un salmone affumicato di qualità: il packaging e il prezzo.In genere la confezione fighetta è un indicatore di buon salmone. Ma guardate il prezzo: almeno 11/12 euro l’etto.
Segui MUNCHIES su Facebook e Instagram