Ogni tanto, capita che nel supermercato vicino a casa mia facciano uno sconto speciale su questo gelato, che costa quasi 5 euro per mezzo chilo di gelato. E, tutte le volte, appoggio la fronte contro la porta del congelatore e mi chiedo se abbia senso pagare cinque euro per qualcosa che sa di lacci di scarpe.
Troppo, direte voi, cinque euro. Ma non è niente in confronto a quello che un turista taiwanese ha dovuto pagare per un cono di gelato a Firenze. Secondo il Times questa gelateria, di cui non si sa il nome, ha venduto un cono a 25 euro.
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L’uomo, neanche lui identificato, ha chiesto il motivo di un prezzo tanto esagerato e ha ricevuto come risposta un “perché è molto buono”. Chiarissimo. Il turista, abbastanza sorpreso, ha pagato. (non credo che la legge vieti di restituire un gelato nemmeno toccato, però)
Dopo essere uscito e aver messo al corrente la sua guida turistica, la polizia è intervenuta sul posto.
Dopo una breve indagine, della serie: “Hai fatto pagare a questo tizio 25 € per un gelato?” il negozio è stato multato di 2.000 € per non avere un listino prezzi a portata di mano. “Nascondere i prezzi è un’abitudine molto comune con cui si cerca di fregare i turisti, ma che crea una brutta impressione in tutto il mondo”, ha detto a Repubblica un portavoce della polizia.
Quel portavoce sa di cosa sta parlando. Le gelaterie che nascondono o non mostrano affatto il listino prezzi sono molte vicino a Ponte Vecchio e altre zone turistiche limitrofe. Secondo TripAdvisor, ci sono circa 236 indirizzi di pasticcerie o gelaterie a Firenze, e quelli con le peggiori recensioni hanno misteriosi problemi con gli scontrini alla cassa. Tanti turisti hanno pagato gelati dai 10 ai 16 euro, per poi riversarsi su TA con recensioni super negative, che includono frasi come “più grande fregatura della mia vita” e “ladri e ladri“.
Queste fregature non sono un’esclusiva di Firenze: a novembre 2017, tre turisti hanno pagato 540 euro per un pranzo, a base di pesce, in un ristorante vicino a Piazza San Marco, a Venezia. Luca Tang scrisse a Luigi Brugnaro, il sindaco della città, invitandolo ad agire contro i ristoranti che “rischiavano di rovinare la reputazione di Venezia”, approfittandosi di turisti che non parlano italiano. Brugnaro rispose definendo Tang e i suoi genitori “spilorci”. Non proprio un maestro di diplomazia.
Oh, ora sì che i 5 euro del gelato del supermercato suonano molto bene.
Questo articolo è apparso originariamente su Munchies US.
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