“Ho sempre considerato le battle come una competizione o una guerra in cui l’obiettivo principale è distruggere, obliterare completamente il tuo avversario dicendo qualsiasi cosa. Qualsiasi cazzo di cosa ti viene in mente, purché scateni una reazione nel pubblico. Quindi non ci sono limiti”. Così Eminem apre, parlando con una calma che sembra annunciare tempesta, il suo nuovo freestyle. Si intitola “Kick Off”, dura undici minuti e lo potete guardare qua sopra.
È da quando è uscito con Kamikaze che Eminem sembra tornato a far parlare di sé come ai vecchi tempi. Arrabbiato per il modo in cui il suo penultimo lavoro Encore era stato accolto dalla stampa e da parte dei suoi fan ha quindi insultato un sacco di gente in maniera non proprio politicamente corretta. È stato dissato e ha dissato. È pure salito sull’Empire State Building per eseguire un pezzo nel cielo notturno di New York City. E adesso questo nuovo freestyle, pubblicato in occasione della ri-distribuzione nelle sale di Bodied, un vecchio film sulle battle che Eminem aveva contribuito a produrre.
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Come annuncia un cartello all’inizio del video, “Kick Off” è stato girato allo Shelter di Detroit, in Michigan, cioè il locale dove Eminem si è esibito nei suoi primi freestyle e che è stato immortalato per sempre nel celebre film 8 Mile. L’obiettivo di Eminem è chiaro, sia dalla dichiarazione d’intenti tradotta qua sopra che dall’estetica scelta: tornare alle radici del suo rap con un prodotto ai limiti dell’amatoriale, continuando il percorso basato sull’impeto cominciato con Kamikaze.
Dato che di solito Eminem riesce a parlare di trentotto argomenti nello spazio di una strofa potete solo immaginare quanti temi tocchi lungo il corso degli undici minuti di “Kick Off”. Ci sono insulti a Justin Bieber, dipinto come un ragazzino che frequenta una scuola cattolica che si mette a spacciare; c’è uno “Scopo Christina [Aguilera] con un cucchiaio di plastica / Mentre ascolto G-Funk e mi sparo un po’ di Snoop”; c’è un altro “faggot”, cioè “frocio”, censurato come nella controversa “Fall” e messo lì apposta perché “non c’entra niente l’essere gay, è solo dove mi stanno portando i giochi di parole che faccio”.
Inoltre Eminem parla dell’attentato al concerto di Ariana Grande a Manchester del 2015 paragonandosi al terrorista dietro l’attacco: “Schiacciato tra una macchina per il lavaggio del cervello / Come un regime islamista, un attentatore suicida / Jihadista, estremo, radicalizzato che guarda Ariana Grande cantare la sua ultima canzone della serata / E mentre il pubblico se ne va dal cazzo di concerto / Fa detonare la bomba che ha appicciata all’addome / Questa non la finirò, per ovvi motivi“. Va fatto notare che Eminem sta palesemente usando l’immagine per la sua forza evocativa, dato che ha raccolto oltre due milioni di dollari in beneficienza per le vittime di quell’attentato.
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