Ieri ad Atene sono scoppiate nuove proteste mentre il parlamento greco veniva chiamato a votare su un accordo da 86 miliardi di euro negoziato tra il governo e i suoi creditori europei, che doveva essere firmato prima della mezzanotte. Circa 2.000 poliziotti sorvegliavano i manifestanti—tra cui membri dei sindacati e del partito comunista, anarchici, e sostenitori di Syriza—che si riversavano in Piazza Syntagma. La folla chiedeva al parlamento di respingere le nuove rigide misure di austerity incluse nel piano di salvataggio.
La sommossa è scoppiata intorno alle 21, quando i manifestanti hanno iniziato a lanciare pietre e molotov contro la polizia. Gli agenti hanno risposto con granate stordenti e lacrimogeni, in alcuni casi hanno anche usato i manganelli contro i manifestanti. Il furgone di una TV locale è stato dato alle fiamme. Poi un gruppo di manifestanti si è distaccato e diretto nelle stradine laterali, dove ha vandalizzato auto, pensiline, vetrine delle banche e bancomat. Nel frattempo la polizia continuava a lanciare lacrimogeni e a rispondere con la violenza ai manifestanti—anche un passante è stato picchiato da un agente. Secondo le autorità, più di 50 persone sono state arrestate durante gli scontri.
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In ogni caso è di questa mattina la notizia che il parlamento ha appoggiato il piano di riforme. Alexis Tsipras alla fine ha accettato l’accordo da 86 miliardi, nonostante non sia molto diverso dalle misure di austerity rifiutate dal popolo greco la scorsa settimana.
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