Música

Abbiamo chiesto alle fan straniere dei Måneskin cosa amano di loro

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Tre anni fa, quando i Måneskin arrivarono secondi a X-Factor Italia, per Noisey mi venne chiesto di scrivere un pezzo sul fenomeno pop e sull’entusiasmo che li circondava. All’epoca sembravano essere all’apice della loro fama: erano freschi di televisione, di un tour estivo sold out, bellissimi, giovani, provocatori, protagonisti di un documentario su loro stessi ad appena vent’anni, i secondi classificati a una gara di cui nessuno, già allora, era intenzionato a ricordare il vincitore. E invece erano soltanto all’inizio.

Maneskin Roxy Theater Los Angeles
Måneskin al Roxy Theater di Los Angeles il 2 novembre 2021.

Scrissi allora che li consideravo musicalmente poco interessanti, mentre il loro grande punto di forza era l’estetica, con l’immagine da beautiful and damned che si cucivano addosso: abbastanza trasgressivi da esser percepiti come interessanti e innovativi dal pubblico generalista — che ha bisogno però di rassicurazioni sul fatto che i ragazzi con i pantaloni di pelle e l’eyeliner non assumono, non sia mai!, sostanze stupefacenti. Ma pure belli, elfi vestiti Gucci, scelti da Alessandro Michele in persona come volti, corpi e pelle dell’ultimo profumo chic.

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Nell’ultimo anno i Måneskin hanno ricevuto le massime benedizioni dal nazional-popolare, vincendo prima il festivàl di Sanremo e poi Eurovision, e anche quelle dei sacerdoti del rock and roll anni Sessanta/Settanta. Iggy Pop ha collaborato con loro al remake di un pezzo e sono stati chiamati dai Rolling Stones ad aprire un loro concerto a Las Vegas.

maneskin las vegas
Måneskin all’Allegiant Stadium di Las Vegas il 6 novembre 2021 in apertura ai Rolling Stones.

La musica pop italiana sfonda difficilmente fuori dal nostro Paese, con pochissime eccezioni—come alcuni nomi famosissimi che conquistano fette di mercato in America Latina, o il Grammy di Laura Pausini, il successo di alcuni cantanti negli anni Ottanta in Europa dell’Est. Mi ha raccontato un amico giornalista di essersi reso conto di quanto i Måneskin sono diventati big quando la scorsa estate ha incrociato su Tinder una ragazza norvegese che voleva conoscere soltanto ragazzi italiani e che aveva scritto nella sua biografia che stava cercando qualcuno che fosse “il suo Damiano.”

I Måneskin hanno una fanbase di ragazze e ragazzi giovanissimi, che li apprezzano soprattutto perché sono giovani e provocatori; hanno con il gruppo un legame viscerale, e in questi ragazzi che suonano coi tacchi a spillo e le calze a rete riconoscono sé stessi. Nella voglia adolescenziale di rompere il cazzo e in quell’attitudine casinista e vagamente punk.

Måneskin Bowery Ballroom
Måneskin alla Bowery Ballroom di New York il 27 ottobre 2021.

Quando ho chiesto su Twitter attraverso una pagina fan se qualcuno volesse parlare con me per questo articolo, ho ricevuto cento risposte in poco più di un paio d’ore. Avevo preparato una serie di domande, che spaziavano dal generico “Quando hai scoperto il gruppo?” a questioni meno legate alla musica e più all’aspetto intimo di sentirsi fan e del legame con la band. Com’è il rapporto con la community online, cosa significa nella vita quotidiana essere fan, o se chi ascolta i Måneskin sia stato invogliato a sentirsi altra musica italiana, contemporanea o meno. Non avevo aspettative riguardo le risposte, ma mi ha sorpresa riceverne tante e omogenee, quasi sovrapponibili da persone—principalmente ragazze—provenienti da regioni del mondo lontanissime e con parecchi anni di differenza l’una dall’altra.

Una delle ragazze con cui ho parlato è Jade, che ha 15 anni e vive nelle Filippine. Come molte, ha scoperto i Måneskin sui social media dopo la vittoria all’Eurovision, perché tutti parlavano di loro. Mi ha detto che il gruppo le piace perché sono giovani, stilosi, provocatori e le fanno provare un grande senso di libertà.

Marua, invece, ha 24 anni e vive in Messico: il suo messaggio è pieno di entusiasmo, di punti esclamativi e di caps lock. “Quando vedo i Måneskin, vedo gioventù, libertà, coraggio, gioia, talento, bellezza, hotness e un sacco di energia e di amore!!! […] Amo moltissimo la loro autenticità e onestà!!! Non è una cosa che si trova facilmente al giorno d’oggi…”. Gioventù e sfrontatezza sono temi che tornano e si ripetono in ogni messaggio come una formula magica o una preghiera, ed è a tratti commovente rendersi conto dell’aura quasi sacrale e del rapporto fideistico che lega i loro fan a questi musicisti, di cui si fa un grande parlare nella critica musicale. Forse in questo senso Manuel Agnelli ha ragione, e i Måneskin sono davvero i nuovi Beatles: sono pochissimi i gruppi con fanbase così accanite, vitali, innamorate.

Måneskin Roxy Theater Los Angeles
Måneskin al Roxy Theater di Los Angeles il 2 novembre 2021.

Quando i critici musicali parlano del gruppo, si dividono in due fazioni piuttosto ampie. La prima: bravissimi, evviva il rock; e la seconda: sono l’undicesima piaga d’Egitto, piuttosto che ascoltarli mi buco i timpani con due spille da balia (o, come ha scritto Chris Deville su Stereogum: “Prima di pensare che questa sia una vittoria per il rock, sappiate che la cover dei Måneskin di ‘Beggin’’ è davvero brutta in modo atroce, offensivo — un attacco balbettante, bestiale e snervante che mi rifiuto di credere qualcuno stia davvero ascoltando in maniera non-ironica.”)

Una delle domande che ho fatto a Stefania, che ha 17 anni e vive in Romania, riguardava i suoi versi preferiti delle canzoni del gruppo: la musica cantata in italiano resta molto spesso un enigma mai tradotto all’estero e non è scontato che parlanti non italiani decidano di andare oltre i riff di chitarra e le melodie orecchiabili. Una delle sue frasi preferite viene da “Vent’anni”: “E andare un passo più avanti, essere sempre vero / Spiegare cos’è il colore a chi vede in bianco e nero.” Mi dice che forse un giorno se la tatuerà perché la punge sul vivo, e il modo in cui è scritta le fa venire da piangere. In generale, le canzoni che le piacciono parlano di coraggio e della determinazione a seguire i propri sogni, senza badare a quello che gli altri dicono di te. Quali bisogni ciascuno di noi colmi ascoltando musica è una questione enorme e aperta; credo abbia a che fare con il bisogno di cercare pezzi di sé stessi negli altri e di costruire idoli per sentirsi meno piccoli e meno soli.

Maneskin Allegiant Stadium Las Vegas Rolling Stones
Måneskin all’Allegiant Stadium di Las Vegas il 6 novembre 2021 in apertura ai Rolling Stones.

Diya invece ha 17 anni e vive in India: mi scrive un messaggio dolcissimo, e come le altre è emozionata di comparire in un pezzo che parla del suo gruppo preferito. Una delle cose di cui mi parla è il tema della sessualità, che i Måneskin affrontano in modo apertissimo, negli show e nei videoclip più che nei dischi: “Da persona queer, il fatto che siano così aperti riguardo la loro sessualità è di ispirazione, perché il posto dove vivo per me è davvero opprimente. Guardarli mi fa sentire più libera. Tutti i membri del gruppo sono rispettosi, femministi e sono molto più maturi della loro età. […] Mi piacciono tutti allo stesso modo, ma forse la mia preferita è Victoria perché mi fa sentire più a mio agio e più sicura di me stessa, ed è il mio idolo visto che sto imparando a suonare il basso”.

Le ragioni per cui i Måneskin non piacciono hanno in generale a che fare con la tecnica o con l’originalità—mentre le ragioni per cui la loro fanbase li ama hanno a che fare con il cuore, con lo stile e con il coraggio. Insindacabilmente, sono un gruppo che ha qualcosa di magnetico. Tanto vale prenderla così, smettere di discutere e guardarsi lo spettacolo del mondo che canta all’unisono in italiano—anche se, forse, non la canzone che vorresti tu.

Maneskin Bowery Ballroom New York
Måneskin alla Bowery Ballroom di New York il 27 ottobre 2021.