Ho intervistato Maria Vittoria qualche settimana fa, in uno dei miei weekend in Veneto, dove vive anche lei; ci conosciamo da un po’ ed entrambe condividiamo la passione per il cibo, ma questa volta volevo discutere con lei di un argomento importante.
Maria Vittoria è figlia di panificatori da generazioni e la sua famiglia segue il mondo del biologico da oltre 20 anni. “Ho sempre visto mio padre, artigiano del pane, un po’ come eroe” mi racconta. “Quando il biologico ancora non era un trend e non si trovava ai supermercati, quando gli ortoressici e gli hashtag #healthyeating ancora non esistevano, ha deciso di andare controtendenza, comprare un forno a legna, utilizzare farine biologiche locali e un metodo di lievitazione naturale. L’aveva vista lunga lui, non solo da punto di vista economico, ma anche dal punto di vista etico, alimentare e ambientale.”
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Ed è proprio questo che l’ha portata ad intraprendere un percorso di studi in Giurisprudenza focalizzato nel diritto agroalimentare.
Ho sempre ignorato che chi studia giurisprudenza può scegliere anche di non diventare un semplice avvocato. Così, quando mi ha accennato al diritto agroalimentare, incuriosita, le ho chiesto se poteva spiegarmi in maniera semplice le questioni riguardanti l’OGM in Italia ed Europa, perché siamo in un periodo importante, in cui se n’è tornati a parlarne ed è importante rimanere informati su ciò che potrebbe cambiare irreversibilmente le sementi italiane.
MUNCHIES: A che punto siamo con la questione OGM in Italia? Dobbiamo aspettarci un’invasione a breve?
MARIA VITTORIA: Diciamo che come in tutte le cose ultimamente, siamo un po’ nella merda. Siamo stati da poco umiliati davanti alla Corte Europea di Giustizia, che ci ha ricordato che non possiamo fare come ci pare e piace in tema di OGM. In quanto Stato membro, l’Italia è vincolata alla normativa europea, che esplicitamente autorizza la coltivazione degli organismi geneticamente modificati.
Ciononostante fino a poco tempo fa, da veri italiani, ce ne siamo altamente fregati. Infatti il nostro governo ha sempre fortemente ostacolato la loro coltivazione, addirittura vietandola. Fino a quando tre agricoltori italiani, seguendo il sogno americano delle grandi distese di perfetto mais geneticamente modificato, grandissima utopia, hanno deciso di dare del filo da torcere al governo. Così la Corte Europea ci ha fatto un big “cazziatone” e adesso anche noi siamo, nella teoria ma non ancora nella pratica, un paese OGM-friendly.
La modificazione genetica delle sementi comporta infatti un miglioramento delle tecniche agricole e una produzione più efficiente.
Non tutto l’OGM è una merda per ambiente e persone, giusto?
Esatto! Bisogna fare assolutamente chiarezza sulla questione OGM, perché molti dei miei coetanei pensano ancora che siano un qualcosa di dannoso per la salute dell’uomo o dell’ambiente, del tipo che li associano al pesce mutante con tre occhi della puntata dei Simpson. Ovviamente non è assolutamente così, anzi sarebbero potenzialmente una grande invenzione per mettere fine alla fame nel mondo! Ovviamente, se usati nel giusto modo. La modificazione genetica delle sementi comporta infatti un miglioramento delle tecniche agricole e una produzione più efficiente. Ma a quanto risulta dai dati, ad oggi ancora 795 milioni di persone nel mondo non hanno abbastanza da mangiare, quindi chiaramente qualcosa non sta funzionando.
Gli OGM che in realtà troviamo oggi sul nostro piatto, in Italia, per adesso sono solo sul piatto per via degli animali che poi ci mangiamo (Sì, la vostra pizza col salamino è piena di OGM), sono frutto di un’unione tra aziende chimiche e sementiere che di certo non hanno come scopo quello di mettere fine al fenomeno della denutrizione.
Perché gli OGM non hanno senso di esistere in Italia?
Perché gli OGM sono perfetti, ovviamente solo dal punto di vista economico, per paesi come Stati Uniti, Canada, Cina, che puntano ad avere un commercio globale standardizzato, che mira alla quantità e non alla qualità del prodotto, che investe su monocolture intensive e che ha eliminato qualsiasi legame con l’agricoltura tradizionale. L’Italia si basa invece sul principio opposto, la nostra economia è trainata dal “Made in Italy” ed alimentata da quel mercato di nicchia composto da prodotti di alta qualità strettamente connessi alla morfologia del territorio, all’origine geografica e alle tradizioni agricole italiane.
Che rischi ci sono per la biodiversità delle sementi Italiane?
Ovviamente il rischio è elevato. Introdurre gli OGM nell’ambiente è un atto irreversibile, che rischierebbe di contaminare il patrimonio genetico delle nostre colture e danneggiare la nostra produzione alimentare, famosa in tutto il mondo appunto per essere un modello di tipicità. C’è da dire, però, che ultimamente stiamo assistendo a una sorta di rivoluzione alimentare, sia in Italia che in Europa, dove il consumatore inizia a dare più valore al cibo e alle produzioni locali, influenzando quindi le scelte produttive degli agricoltori.
Tra l’altro se guardiamo anche ai nostri vicini di casa spagnoli, che sono tra i paesi europei ad utilizzare gli OGM in agricoltura, nell’ultimo periodo hanno drasticamente diminuito la superficie coltivata con sementi modificate geneticamente.
Quindi consumatori continuate così! Continuate a imporvi e a rompere le scatole per la vostra frittata con uova bio da galline allevate a terra con mangimi senza OGM!
Ci sono produttori in Italia che hanno lavorato sull’OGM in modo sensato? Ci sono casi limite in Italia e/o Europa interessanti che ci fanno temere per il futuro dell’OGM in Italia?
Direi che in Italia per adesso nessuno ha lavorato sugli OGM in modo sensato, anche perché fino alla pronuncia della Corte Europea di Giustizia era praticamente vietato. Non è andata tanto bene neanche a uno dei famosi agricoltori che hanno portato avanti la battaglia per coltivare gli OGM in Italia. Anche se ne è uscito formalmente vincitore, i movimenti italiani per la sovranità alimentare e gli attivisti NO-OGM lo stanno ostacolando in ogni modo, addirittura bruciando i suoi campi. Sembra assurdo, ma per le gli agricoltori italiani la questione è affrontata come una vera e propria guerra. Comunque indipendentemente dai vincitori e dai vinti, essendo tutti in primis consumatori, stiamo tutti perdendo questa battaglia, perché già adesso stiamo assistendo a una grandissima perdita di biodiversità nel nostro pianeta.
Qualche film o libro da leggere sull’argomento senza prendersi troppo male, esistono?
Innanzitutto, consiglio questo bellissimo speech dell’attivista Vandana Shiva in Parlamento europeo, contro i diritti sulle sementi.
Se avete del tempo leggete la Bibbia, cioè il Dilemma dell’Onnivoro di Michael Pollan. Per chi preferisce entrare nel tecnico della questione OGM e dei diritti sulle sementi, Sementi e Diritti di Cinzia Scaffidi e Stefano Masini, edito da Slow Food Editore. Per chi vuole prendersi davvero male, consiglio invece I signori del cibo di Stefano Liberti, reportage nell’industria alimentare di cui una parte riguarda proprio le monocolture di soia che stanno distruggendo la biodiversità della Terra.
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