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Google Maps ti aiuta finalmente a trovare parcheggio

Ho la patente da undici anni ma, tuttora, odio impazzire per trovare parcheggio. È in assoluto uno dei compiti che mi mette più ansia della vita metropolitana — come faccio a far restare buoni gli altri automobilisti maltolleranti nei confronti di chi occupa la carreggiata un nanosecondo più del dovuto perché sta cercando parcheggio, o ha qualche difficoltà di manovra per entrare in un posto libero? Come posso fuggire il più lontano possibile abbastanza velocemente quando sfioro inavvertiamente l’auto di qualcuno? Come diavolo si fa un parcheggio in retro? (Ok questa lo so, ho imparato una volta per tutte un metodo infallibile solo l’anno scorso.)

Sarei disposto a pagare per evitare questa fonte di preoccupazione, persino a vendere tutti i dati dei miei spostamenti in città a una grande compagnia come Google. Proprio per questo, ho accolto con grande sollievo la notizia che l’azienda californiana ha esteso la funzione Difficoltà di parcheggio di Google Maps anche a Milano e Roma. Grazie al nuovo strumento, infatti, sarà possibile farsi un’idea sulla situazione dei parcheggio nel luogo che si vuole raggiungere e capire se è facile, media o limitata. La disponibilità viene mostrata attraverso un’icona con la lettera P a fianco del tempo stimato della durata del percorso.

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Il calcolo sulla difficoltà di trovare parcheggio viene effettuato in base ai dati raccolti in precedenza dall’applicazione in merito a una determinata location sfruttando un modello di machine learning basato sulla regressione logistica, scelta perché capace di non farsi influenzare dal rumore di fondo dei dati di partenza e per la facilità di categorizzazione dei risultati.

Una schermata della nuova applicazione. Immagine via.

Gli aspetti che influiscono sulla disponibilità di parcheggio sono l’orario, il clima, la presenza di eventi speciali, le giornate festive, chi ha parcheggiato in maniera irregolare. Tutti questi fattori contribuiscono a rendere le capacità di previsione molto complesse. Per determinarli, i tipi di Google si sono affidati ai dati oggettivi raccolti attraverso il crowdsourcing come il tempo impiegato dagli utenti per parcheggiare e una ventina di model feature — come la capacità di riconoscere come segnale caratteristico di un parcheggio effettuato con difficoltà il numero di giri effettuato con l’auto in una determinata zona prima di riuscire effettivamente a sistemarsi in un posto libero o il grado di dispersione dei posti liberi disponibili in una determinata location — tanto per citarne qualcuna.

Le funzionalità di Google Maps, tuttavia, non si fermano qui: un tool attiva per il momento solo su Android e disponibile per 25 città degli Stati Uniti consente invece di accedere ad una lista di garage e parcheggi in prossimità della propria destinazione, questa seconda meta viene aggiunta automaticamente al percorso assieme alle indicazioni per raggiungere a piedi — o in altro modo — la propria meta.

In ogni caso ecco la lista delle città non statunitensi in cui forse sarà possibile alleviare la mia ansia da automobilista grazie a Google Maps:

Alicante, Amsterdam, Copenhagen, Barcellona, Colonia, Darmstadt, Dusseldorf, Londra, Madrid, Malaga, Manchester, Milano, Montreal, Mosca, Monaco di Baviera, Parigi, Praga, Rio de Janeiro, Roma, San Paolo, Stoccolma, Stoccarda, Toronto, Valencia e Vancouver.

Buona fortuna.