Non diciamoci cavolate, anche se è passata più di una settimana dalla fine del Festival di Sanremo, stiamo ancora ripensando a quei cinque giorni.
Ci siamo ritrovati a leggere i tweet di Tananai e a cercare un modo per farlo partecipare all’Eurovision, a cercare di recuperare disperatamente un biglietto per una qualsiasi data di Blanco, a cantare “Brividi” ovunque a tutte le ore del giorno e della notte, a fare i TikTok con “Ciao Ciao” de La Rappresentante di Lista e a studiare i testi di Dargen D’Amico.
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Per il momento, la Top 20 della classifica italiana è sommersa di singoli usciti con il Festival e questo ci porta a un ragionamento molto semplice e cioè che la musica di Sanremo rappresenta ormai la musica in Italia in questo momento e gli artisti che hanno più successo radiofonico, su Spotify e in televisione.
A Sanremo c’era un clima incredibile; una delle cose che, purtroppo, è molto difficile trasmettere a chi sta a casa è il mood che si vive prima di una esibizione, la tensione, e la scarica di adrenalina con paranoie annesse una volta che l’artista è sceso dal palco dell’Ariston. Tutto il team che ha lavorato con il cantante, come PR, manager, A&R, vocal coach e stylist, resta attaccato alla TV a vedere l’esibizione e ad aspettare il rientro. È come una partita degli Europei di calcio, completa di tempi supplementari e calci di rigore. Ci sono tifo, urla, momenti di estrema gioia e momenti di introspezione e chiusura.
Le lunghe giornate di chi si esibisce, causa Covid, sono fatte di interviste, dirette Instagram/radio/TV dall’hotel, o dalle ville dove risiedono e dove vengono create delle stanze dedicate alla promo, poi ci sono le prove al teatro, senza un minuto di riposo, per cui nei momenti prima di salire sull’auto che dall’hotel porta all’Ariston, si vivono silenzio e concentrazione quasi sacri.
Tutt’altra storia è quando si rientra in hotel dopo essersi esibiti davanti alla platea dell’Ariston e a milioni di telespettatori. Ci si confronta subito con il team e le persone strette per parlare di cosa ha funzionato, cosa non ha funzionato e di cosa è migliorabile, ma anche giocare a Fifa ‘22 per staccare completamente i pensieri e stare con gli amici.
La Rappresentante di Lista, Dargen D’Amico, Rkomi, Aka 7even, Tananai, Sangiovanni, Irama, Mahmood e Blanco ci hanno permesso di incontrarli e di vedere da vicino la loro vita a Sanremo, tra le camere da letto, giardini, case e stanze di hotel. Abbiamo cercato, tramite la fotografia, di raccontare la loro settimana.
Sangiovanni, per esempio, ci ha accolti sorridendo e ci ha detto che è stata una settimana che l’ha altamente formato come persona, che ha imparato moltissime cose in quei sette giorni, soprattutto su se stesso.
Invece Rkomi, tra un festeggiamento per il primo posto in classifica (da settimane) di Taxi Driver e le esibizioni, ha vissuto questa settimana come un momento giusto per avere il coraggio di mettersi alla prova, farsi conoscere, conoscersi e capire che essere se stessi sul palco di Sanremo è la scelta migliore, dopo mesi e mesi di studi e prove.
Abbiamo incontrato Tananai sulle scale di casa, mentre beveva caffè e ironizzava sul suo ultimo posto in classifica. Con lui abbiamo parlato dell’importanza di divertirsi anche in queste occasioni e dei punti ci ha fatto fare al Fantasanremo senza rendersene conto.
Entrando nell’hotel di Irama siamo stati inseguiti dalle fan che hanno scambiato un ragazzo del nostro team per il suo stylist—perché a Sanremo, quella settimana, c’è la caccia al vip e al cantante. Fotografando Filippo nella sua stanza, abbiamo capito che è una persona molto concentrata e sicura di sé. È soddisfatto del risultato ottenuto al festival, è anche stanco, ma risponde alla domanda “Come stai?” con un “Bene” deciso.
La Rappresentante di Lista, Dargen D’Amico e Aka 7even, che abbiamo incontrato tra mattinata e primo pomeriggio della domenica, sono tutti pronti per l’altro evento importante della settimana, cioè l’esibizione a Domenica In che monopolizza tutti e che è un po’ il mostro finale, dopodiché si può tornare a casa e scaricare la tensione della settimana.
Vedere Mahmood e Blanco prima di tornare in studio al Teatro Ariston per la premiazione, quando erano calmi, di poche parole e in una sorta di meditazione, e poi ritrovarli uscire dal van davanti all’hotel, insieme a Michelangelo, con il premio in mano, urlanti e sorridenti, è stato esattamente come vedere i festeggiamenti degli Europei a luglio. Perché tanto si sa che ci pigliamo bene con il calcio e la musica soltanto quando vinciamo.
Questo Festival di Sanremo, che è stato, in parte, anche studiato a tavolino per riportare anche una parte della Gen Z a seguirlo, ci ha fatto staccare la spina dalla situazione mondiale odierna che stiamo vivendo e ci ha fatti respirare un po’. Forse è per questo che nessuno di noi vuole uscire dalla bolla di “Brividi”, “Insuperabile”, “Sesso Occasionale”, “Ciao Ciao”, “Dove Si Balla”, “Farfalle”, “Ovunque Sarai”, “Perfetta Così” e le altre canzoni.
Segui Benedetta Borioni e Alessandro Treves su Instagram. Grazie a José Limbert (assistente fotografia), Rosario Rex Di Salvo (executive producer) e Elvis Furlan (fixer).