In questo momento, mentre scrivo, la mia schiscetta riposa di fianco al computer. È di plastica trasparente con vezzose bordature rosa. Al suo interno ci sono: del tofu che era prossimo alla data di scadenza; dell’insalata che aveva ampiamente oltrepassato la data di scadenza; del guacamole che ho comprato già pronto, vanificando quindi i benefici dell’avocado con la quantità di conservanti, coloranti e chimica varia ad esso aggiunti.
Ecco, oggi a pranzo, da qualche parte in Giappone, un carcerato mangerà meglio di me.
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Il termine ‘mensa di una prigione’ evoca inevitabilmente un’immagine punitiva: dopo anni di film e serie TV nella nostra mente si è cristallizzata l’immagine del ‘rancio’ marroncino e colloso, servito in una sala rumorosa e affollata, dopo aver fatto una lunghissima fila che spesso diventa il pretesto per accoltellamenti. Ecco, la dieta quotidiana nelle prigioni giapponesi è quanto di più lontano da questa immagine.
Questo video di Only in Japan ci porta all’interno dell’ex prigione di Abashiri, nell’isola di Hokkaido a Nord del Paese. Gli edifici che componevano il carcere, trasferito a qualche chilometro di distanza, ora possono essere visitati per far vedere ai visitatori come vivono i carcerati (esatto, una sorta di ‘museo interattivo carcerario’ – che volete farci, sono giapponesi).
E quindi come si mangia in una prigione giapponese?
Molto bene, apparentemente.
Il Bangaichi Shokudo Diner, la caffetteria a disposizione dei visitatori che replica il cibo della mensa, propone due diversi menu del giorno: uno con il luccio grigliato e uno con il maccarello, entrambi accompagnati da due insalate, una zuppa di miso, riso e orzo al vapore. Salutare, vero? Non solo: salutare e dall’aspetto appetitoso, servito com’è con la formula tipica del teishoku, il pasto giapponese servito su un vassoio e composto da tanti piccolo assaggi. E prima che iniziate a dire ‘Ah, ma quanto costa ai poveri contribuenti giapponesi!” ve lo diciamo noi: l’equivalente di 7 dollari a pasto.
La composizione di colazione, pranzo e cena è molto simile – in piena tradizione nipponica – e cambia ogni giorno cercando di garantire un apporto nutrizionale bilanciato. Nel menu settimanale figurano anche curry con riso, tofu fritto e ramen.
Sarebbe bello aprire una discussione sulla situazione delle carceri italiane e sull’importanza che un’alimentazione corretta può avere sul benessere psicofisico dei carcerati, ma è lunedì mattina e la schiscia inizia a emanare un odore sospetto.
Qualcuno ha idea di quale crimine devo commettere per passare un po’ di tempo in una prigione giapponese? Mi bastano un mesetto o due, eh.
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