Il corpo giaceva nella sua Nissan, immobile — come stesse dormendo con la testa fra il sedile e lo sportello. Una giacca bianca la copriva leggermente, lasciando intravedere un top nero che finiva sopra l’ombelico.
Il suo nome era Paola, una giovane transessuale. Ed è stata uccisa nel bel mezzo di Città del Messico, a qualche metro dalla sede nazionale del Partido Revolucionario Institucionale — lo stesso del presidente Enrique Pena Nieto.
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Dopo il suo assassinio, le amiche hanno cominciato a pubblicare video sui social network. “Paola! Stanno uccidendo Paola! Resisti!” urlano in un filmato, fra le sirene della polizia.
Dopo un minuto e mezzo, la camera inquadra un uomo dentro una volante della polizia col lunotto rotto. L’uomo assicura di non esser stato lui ad averla uccisa: chi registra il video non ci crede, e gli urla contro qualcosa.
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È successo il 30 settembre scorso. Stando ai testimoni, l’uomo che compare nel video avrebbe abbordato Paola per strada e le avrebbe offerto 200 pesos (circa 10 euro) per una prestazione sessuale. Dopo di che si sarebbero sentiti dei colpi: le amiche di Paola – anche loro lavoratrici sessuali – si sarebbero scagliate contro l’uomo, in attesa dell’arrivo della polizia.
Una volta catturato, il sospetto avrebbe cercato la fuga rompendo il vetro della macchina della polizia, senza però riuscirci: stando al giornale Proceso, l’uomo sarebbe stato poi liberato il 2 ottobre scorso per mancanza di prove.
Proprio per questo, due giorni dopo è stata organizzata una protesta nello stesso luogo del tragico evento, nei pressi di Puente de Alvarado e Insurgentes — una delle arterie più trafficate della capitale.
Alla manifestazione hanno aderito diverse transessuali, preoccupate dal fatto che il caso rischia di chiudersi responsabili, e con un nulla di fatto.
‘Paola! Stanno uccidendo Paola! Resisti!’
La morte di Paola si somma alle altre 247 transessuali uccise in Messico tra il 2008 e l’aprile del 2016. L’anno con più casi registrati è il 2012 (49): il dato del 2016 era già a 18. 19, con Paola.
Il Messico è il secondo paese con più casi di transessuali uccise nel mondo, solo dopo il Brasile — che ne conta 845 nello stesso periodo. Al terzo posto ci sono gli Stati Uniti (141).
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In generale, l’America Latina è la regione con la più alta cifra di episodi simili: 1654, contro i 2115 a livello globale. Si tratta in genere di morti molto vielente, fra pugnalate (429), strangolamenti (80) e lapidazioni (52).
Nel totale dei casi registrati in tutto il mondo, sono 505 le persone assassinate che si muovevano nel mondo della prostituzione. Sono spesso vittime molto giovani: nel 45,2 per cento dei casi, hanno addirittura tra i 20 e i 29 anni.
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