C’è una scena memorabile nel film del 2012 Questi sono i 40, in cui Pete (Paul Rudd) fa finta di dover usare il bagno per poter scrollare il suo iPad in santa pace. “È la quarta volta che vai in bagno, perché non sento odori?” gli chiede la moglie, Debbie (Leslie Mann). Pete tenta di darle una risposta senza senso, ma fallisce.
Di recente anche la mia ragazza ha fatto dei commenti sulla quantità “anormale” di tempo che “passo sul cesso,” così ho iniziato a chiedermi se succeda solo a me e al protagonista di quel film, o se tanti altri uomini dedichino parte della propria vita adulta all’andare—o al fingere di andare—in bagno. Attenzione, non parlo di tempo passato genericamente in bagno a fare cose come pettinarsi, lavarsi i denti, farsi la doccia o truccarsi. Parlo proprio del tempo passato seduti sulla tazza.
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Stando a una ricerca condotta nel 2018 da un’azienda di sanitari, Pete e io non siamo soli. Lo studio ha rilevato che un terzo degli uomini che vivono nel Regno Unito passa più di sette ore all’anno sul gabinetto a “godersi una tregua” ed “evitare lo stress.”
Preso dalla curiosità, ho creato un sondaggio io stesso e l’ho mandato a 38 uomini tra i 19 e i 55 anni, per sapere quali siano le loro abitudini. Il 92 percento ha risposto che passa almeno 20 minuti seduto sul suo trono di ceramica. Poco più del 70 percento ha detto di passarci anche 30, se non 40 minuti. Sei persone hanno ammesso di passarci anche un’ora.
Per avere un metro di paragone, ho posto a dieci donne la stessa domanda—tutte hanno risposto che non stanno sul gabinetto più di una decina di minuti.
Studi scientifici hanno dimostrato che il tempo medio del moto intestinale è 12 secondi. Può ovviamente richiedere più tempo, ma il consiglio è di non passare comunque più di dieci minuti sul gabinetto. Donne: ottimo lavoro. Uomini: che c’è che non va?
Interpellati su cosa li trattenga in bagno così a lungo (funzioni naturali escluse), l’84 percento degli intervistati ha risposto che sono i social media, mentre il 68 percento dice di guardare video e il 62 percento di leggere le notizie. Le risposte successive per popolarità erano: rispondere a email e messaggi (49 percento) e guardare un episodio di una serie TV (24 percento). Altri hanno detto che leggono un libro (14 percento) o fanno telefonate (8 percento).
Un paio hanno citato “noia,” altri “relax” e “igiene.” Ma la risposta più comune, con oltre l’80 percento di voti, era che stavano in bagno “per avere un po’ di tempo per sé.”
Andy, un 30enne che vive a Belfast, mi racconta che sfrutta i suoi 25 minuti di media sul gabinetto per pianificare i pasti della giornata e “rimuginare sui fatti suoi”—ma ammette che la cosa ha causato “più di una discussione” con la persona con cui vive.
“È una cosa che faccio da sempre,” mi dice, aggiungendo che i temi su cui rimugina sono cambiati col passare degli anni. “Ora che vivo con la mia ragazza, sfrutto spesso quel tempo in solitaria per pianificare cene per entrambi e prepararmi alle giornate e a tutti i miei impegni.”
“Quel tempo passato da solo può essere molto produttivo,” spiega.
Harry, 25 anni, mi racconta che trascorre sul water “tra i 20 e i 30 minuti” e lo fa “da quando ne ha memoria.”
Parlando con lo psicoterapeuta Benjamin Jackson, che è specializzato in problemi maschili, emerge che alcuni uomini facciano affidamento al tempo passato soli in bagno per “rigenerare livelli di testosterone che subiscono un calo” dovuto alle pressioni sociali, lavorative e persino sessuali.
“Lo chiamo tempo nella caverna,” dice Jackson, discutendo il cliché. “Chiedo sempre ai miei pazienti uomini dove ricavano questo tipo di tempo per sé stessi. Se vivono in un appartamento piccolo o condividono casa con dei coinquilini, quel posto è spesso il gabinetto.”
Continuando a spiegare la sua teoria ormonale, Jackson mi dice che “l’ossitocina [l’ormone che regola i legami sociali e l’intimità] provoca un calo del testosterone, per cui un uomo che passa tanto tempo in una stanza da solo sta cercando di ricalibrare questi livelli per essere il tipo di partner [o coinquilino] che sente di dover essere.”
Molti uomini, dice, tendono a compiere “attività mentali con un focus specifico, come guardare una partita di calcio o leggere le notizie,” per allentare lo stress.
I conti tornano, considerando che il 63 percento degli uomini che hanno risposto al mio questionario dicono di metterci apposta di più sul cesso quando si sentono frustrati al lavoro o a casa. Perché? Perché lo considerano il loro “safe space.”
Come dice Andy, di Belfast: “È un’occasione per fare reset ed è un intervallo di tempo senza interruzioni, solo per te.”
In questo senso, quindi, il bagno è un luogo occupato anche per liberarsi psicologicamente—un aspetto che ci porta irrimediabilmente a ragionare sulla salute mentale.
La vergogna che tanti uomini associano con il discutere dei propri sentimenti è tristemente nota: uno studio del 2019 ha rivelato che il 58 percento degli uomini che vivono tra Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia sente una certa pressione nel dover essere “emotivamente forte e non mostrare debolezze.” Non sorprende, dunque, che ciò che Jackson descrive come una possibile sessione di terapia per un uomo—e che trova spesso compimento in queste lunge gite al bagno—consista nel passare un’ora da solo, senza dover parlare con nessuno.
“La caverna è un luogo importante,” dice Jackson, “purché non diventi una tana in cui evadere del tutto ed eludere chiunque.”
Il fatto che uno dei partecipanti al sondaggio abbia descritto il cesso come un luogo in cui godersi “un momento da solo, senza le pressioni della vita,” suona decisamente più pregnante, alla luce di tutto questo.