LGBTQ

La transfobia di JK Rowling non era proprio un segreto, dato che ci ha anche scritto un libro

Il problema della transfobia dell'autrice di Harry Potter non è una novità e non è solo su Twitter—e la comunità trans ce lo dice da anni.
jk Rolling transfobia
Foto di Samir Hussein/WireImage.

Aggiornamento di settembre 2020: riproponiamo questo pezzo dopo l’uscita del quinto libro della serie Cormoran Strike, "Troubled Blood". Nel libro, Robert Galbraith (pseudonimo maschile utilizzato da Rowling) scrive delle indagini su un uomo cisgender che per uccidere le sue vittime si traveste da donna. La storia ha sollevato forti critiche da parte di chi sostiene che Rowling stabilisca un'equazione tra un uomo disturbato e le donne transgender, e ha ricordato le posizioni di Rowling molto vicine alle TERF, femministe secondo cui le donne transgender devono essere escluse dalla lotta di emancipazione femminile.

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Sono anni che il pubblico e la critica cercano di far notare che l'autrice di Harry Potter J.K. Rowling intrattiene buoni rapporti online con persone notoriamente transfobe. Ma negli ultimi giorni l'ha confermato: è un'ardente sostenitrice dell'essenzialismo biologico e sostiene esplicitamente vari transfobi e le loro credenze. Si tratta dell'ultimo passo nel lento ma inesorabile allontanamento tra i lettori di Harry Potter e una donna che ha dimostrato di non essere affatto portata per il ruolo di celebrità della cultura pop, ma anche molto determinata a interpretarlo.

Se J.K. Rowling è stata deludente nelle sue uscite pubbliche e nelle interviste e preoccupante su Twitter, è stata indubbiamente orripilante in qualità di scrittrice di gialli. E non c'è niente di più vendicativo e grottesco—e rivelatore—del romanzo del 2014 Il Baco da Seta, pubblicato con lo pseudonimo di Robert Galbraith.

Il Baco da Seta è una cosa molto pericolosa: una satira "nera" del mondo dell'editoria, con le sue rivalità, i suoi risentimenti e le sue pose. È impossibile per un autore scrivere un libro così senza scoprire le proprie carte. Non è un argomento su cui ti viene voglia di scrivere un libro a meno che tu non abbia qualche sassolino da toglierti.

Mettiamo subito in chiaro che i gialli, di regola, sono pieni di personaggi bastardi fino al midollo. Ma tendono anche ad avere un punto di vista piuttosto preciso, a essere chiari su quale personaggio deve essere benvoluto dal lettore e accettato come narratore della storia e chi è soltanto un altro indiziato che merita di essere una delle vittime o punito come killer. All'interno del mondo giallo della Rowling/Galbraith, le nostre guide sono l'irresistibile ma sciatto Cormoran Strike e la sua fedele assistente Robin Ellacott (praticamente una Hermione fallita). E possiamo capire molte cose da chi la serie di Strike prende in giro, chi attacca e chi elogia.

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In Il Baco da Seta, Rowling si occupa principalmente di perdenti letterari: la vittima è un pretenzioso autore di terribili romanzi impegnati, Owen Quine, che viene ucciso in maniera particolarmente morbosa e orrida. I sospetti sono molti: un agente risentito e avido, editori viscidi e opportunisti, e uno scrittore di successo che aveva tagliato i ponti con la vittima anni prima.

Ma non pensate che questo personaggio sia un alter ego di Rowling, un modo per prendere in giro la sua stessa reputazione. È chiaro a ogni riga che il mondo del romanzo è quello dell'editoria impegnata, che non ha mai preso sul serio la serie di Potter né la sua autrice, un mondo che in qualche modo è più facile prendere in giro come elitario e autocompiaciuto mentre ciò che produce ha un impatto minimo sulla cultura popolare.

Ma una parte sostanziosa del caso gira attorno al rapporto della vittima con una sua studentessa di scrittura e protégé, una giovane donna transgender di nome Pippa.

Di tanto in tanto, le descrizioni di Rowling all'interno dei libri di Galbraith assumono un tono feroce. Ma le sue descrizioni di Pippa, i tratti e i manierismi che decide di enfatizzare quando scrive dal punto di vista di Strike (in genere uno dei due narratori affidabili in questo mondo) sono reificanti e alienanti in un modo che ricorda molto da vicino quello usato dai transfobi per descrivere e mettere in discussione la validità delle identità di uomini e donne transgender.

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La critica letteraria e autrice di VICE Katelyn Burns ha scritto un articolo al riguardo, usando questa particolare sequenza per contestualizzare e dimostrare la transfobia della Rowling. Scrive:

In questa scena, una donna trans, Pippa, segue e cerca di accoltellare il protagonista, Cormoran Strike, prima di venire intrappolata nell'ufficio di Strike. Dopo aver chiesto di vedere un documento di Pippa, viene rivelato che è trans e viene notato il suo pomo d'Adamo ed evidenziato che tiene le mani in tasca. Pippa cerca varie volte di scappare dall'ufficio finché Strike non dice: "'Se scatti verso la porta un'altra volta chiamerò la polizia e testimonierò e sarò felice di vederti condannata per tentato omicidio. E non ti divertirai per niente dentro, Pippa', aggiunse. ‘A meno che non ti faccia operare prima.’”

Questa è roba davvero sgradevole, e non è un episodio isolato, perché per quanto citare alcuni passaggi isolati possa far sembrare offensivo Il Baco da Seta, il romanzo nella sua interezza è molto peggio. È un'opera in cui Rowling brutalizza senza sosta i personaggi più vulnerabili della storia e le loro aspirazioni.

Ma penso che Burns sottovaluti addirittura la velenosa pietà che i personaggi di Rowling esprimono per Pippa e Kath, l'aspirante scrittrice che l'ha a tutti gli effetti adottata come una figlia. Non sono soltanto l'identità di genere e l'aspetto fisico di Pippa che Rowling si diverte a guardare al microscopio, ma anche la sua ingenuità, la sua stupidità, la sua futilità.

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Quando Strike e Robin finalmente scoprono la verità sulla famiglia segreta che la vittima dell'omicidio Owen Quine nascondeva, si rivela l'intenzione di creare una nuova famiglia con l'amante Kath e la figlia adottiva Pippa. Il quadro dipinto da Rowling è di persone fondamentalmente illuse, il cui happy ending può essere al massimo una parodia di una famiglia.

È una scena disgustosa. La pietà paternalistica che riserva a Pippa è incorniciata da un generale disprezzo per lei e Kath. Entrambe avevano il sogno di farcela come autrici, un sogno che l'eroe di Rowling Strike considera narcisistico e offensivo ("Che cosa significava questa mania di comparire sulla pagina?" si domanda a un certo punto).

Ciò che è rimarchevole qui e nel resto del libro, è come ci si muove dalla transfobia superficiale, spontanea e crudele verso Pippa fino a una malizia molto specifica verso persone che sognano di essere degne di quel tipo di successo e importanza che Rowling stessa ha raggiunto.

È difficile leggere tutto ciò come qualcosa di diverso dal bullismo. Potrebbe funzionare come una specie di autoritratto denigratorio di Rowling stessa prima che la serie di Harry Potter diventasse un fenomeno globale, ma se così fosse ci aspetteremmo di trovare un personaggio che segue la stessa ascesa di Rowling. Non è quello che troviamo in Il Baco da Seta. Non c'è nulla in Il Baco da Seta che ricordi la parabola di Rowling. La sua ferocia è indirizzata ad altre persone.

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Il crudele ritratto di Pippa non è l'unica caratterizzazione dolorosa nella serie. Nel primo giallo di Strike, Il Richiamo del Cuculo, ci troviamo davanti a descrizioni stranamente feticizzate di personaggi neri di razza mista. In nessun punto del romanzo la lente razializzata che Strike punta su Rochelle viene messa in discussione e, anzi, alla fine del romanzo Rochelle si rivela per una disonesta manipolatrice troppo avida e stupida per capire il pericolo in cui si trova.

Ora, il libro di Rowling è anche pieno di persone bianche altrettanto disfunzionali e venali, in particolare uomini bianchi. Robin ha un fidanzato di nome Matthew che sembra fatto per servire da mea culpa per aver inventato Ron Weasley. Come nella serie di Potter, Rowling riserva il massimo della sua ira per i gli snob, gente nata nel privilegio e nel potere che comunque ama togliere quel potere agli altri. Ed essendo sempre Rowling, anche qui si trovano i lunghi passaggi descrittivi dell'Inghilterra al cambio delle stagioni e momenti di illuminazione.

Ma mentre i libri di Harry Potter godevano di una combinazione di specificità storica (l'intera serie è un'allegoria del revanscismo plutocratico che contrassegnò l'epoca Thatcher) e analogie fastidiosamente semplicistiche (elfi domestici!), la serie di Strike ha difficoltà con il vago e superficiale liberalismo dell'autrice. Ci sono le obbligatorie osservazioni su come Londra stia cambiando, la rapida polarizzazione tra chi ha tutto e chi non ha nulla, ma sono completamente separate da una critica ragionata o vero desiderio di cambiamento. Vista la forte corrente di risentimento e pregiudizio che attraversa i libri, è facile capire perché abbia basi così fragili. È difficile identificare problemi o pensare a cosa li causa quando ti manca l'empatia.

Leggendo i libri di Strike, tuttavia, risulta chiaro che la visione politica di Rowling è peggiorata con la celebrità.

J.K. Rowling è transfoba. Ha scritto un romanzo transfobo. I suoi tweet sono transfobi. Ne ha anche scritto uno razzista (forse più di uno, se contiamo gli stereotipi che sono disseminati nei libri di Potter, ma qui parlo solo dei gialli). Ma la cosa che mi perseguita dei romanzi di Strike, e ciò che ci fa capire di Rowling, è che i loro momenti e le loro decisioni autoriali peggiori sembrano sospinti da un certo disprezzo difensivo. È diventata una scrittrice famosa e amata dai più giovani per una storia su un gruppo estremamente privilegiato di amici "sfigati" che combattevano contro degli avatar molto esagerati del classismo e del razzismo. Ma il successo l'ha resa più vendicativa, più piena di risentimento.

Crescendo, molti dei giovani lettori che avevano amato queste storie ma faticavano a riconoscervici cominciarono a chiedere a Rowling perché i suoi tentativi di inclusione fossero limitati ai retcon dopo la fine della serie. Molte persone aspiravano a diventare i nuovi J.K. Rowling e hanno offerto spunti e pensieri su come le storie sarebbero potute migliorare. E davanti alle critiche alle domande sui suoi lavori e i pregiudizi che avrebbero potuto influenzarli, la risposta di Rowling è stata di inventarsi un nuovo nome e sfogarsi in un'altra serie in cui finalmente ha detto quello che pensava di tutta questa gente che pensa di meritare di meglio della sua totale indifferenza.