Vice Interviews – Mavado

Mavado è la cosa migliore che sia successa alla scena dancehall degli ultimi anni. Ha tirato fuori gli shout out del secolo (“Anywaaaaayeeeeeee” e “Gangsta for liiiife”), se lo guardate negli occhi giurereste di intravederci il demonio, e il suo album di debutto è un capolavoro oscuro ed intenso. Quando sono arrivato al Rex di Londra, per il suo primo concerto europeo, la polizia—con tanto di mitragliatrici MP5—aveva già bloccato il traffico su due corsie. All’ingresso, oltre al metal detector, c’era una signora il cui unico lavoro consisteva nello smanacciarti le palle per verificare che non stessi nascondendo nulla nell’area pelvica. All’interno, ragazzi in completi bianchi decorati da teschi tempestati di diamanti tracannavano Cognac e fumavano erba. Dopo un paio d’ore di gruppi di supporto, Mavado ha fatto la sua entrata davanti a più di duemila persone e ha cantato con foga, ma senza sbavature, di: essere un gangster, sparare alla gente, stringere tette “like the trigger of a gun”, del suo padre morto, ancora del suo essere gangster, di mitra, di sparare alla gente, e in generale dell’essere gangster. Dopo lo show ho avuto soltanto un paio di minuti per parlargli nel backstage, prima che venisse rapito dal suo entourage di 20 ragazze e guardie del corpo e scortato verso un afterparty.

Vice: Ho sentito dire che hai iniziato a cantare in pubblico in chiesa, quando eri solo un bambino. Avevi una bella voce?
Mavado: Assolutamente. Ho una bella voce ora, per forza ce l’avevo anche allora.

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Usavi la tua frase “Gangsta for life” anche allora?
No.

Dopo aver tirato fuori un testo come Red Bull & Guinness, un sacco di gente ti avrà chiesto di cantare sulle loro basi…
C’è un botto di gente che mi contatta offrendomi dei gran soldi per cantare sulle loro basi, ma se non mi piace il ritmo, se non suona come piace a me, quel ritmo, se non ci sta dentro con le cose che faccio io e storie così, allora non ci metto la mia voce, manco per tutti i soldi del mondo, perché io no, io non frego la musica.

Molto nobile. Dimmi qualcosa della tua educazione.
Beh, che non lo sai, siamo gente del ghetto—Kingston, Jamaica, Cassava Piece, Kingston 8, Kingston great, capisci quello che ti dico? Crescere nel ghetto e storie così, vita dura, sai? Ma dobbiamo comunque farci forza e passarci attraverso e diventare degli uomini migliori. Cassava Piece è un ghetto. E’ esattamente come viene raccontata. E’ tutto un unico, grande ghetto.

PRANCEHALL
Gangsta For Life: The Symphony Of David Brooks è fuori su VP Records.