Perché Nina Moric si è buttata su CasaPound?

Sulla prima pagina del Tempo dell’altro giorno campeggiava un titolo piuttosto curioso, accompagnato da una foto della modella e conduttrice croata Nina Moric: “La tartaruga Nina, la showgirl si butta in politica con l’estrema destra di CasaPound.”

Non appena me l’hanno passato ho subito pensato che fosse una boutade, o una gigantesca trollata—una cosa ai livelli di Ugo Tognazzi capo delle Brigate Rosse. E invece, nella notizia non c’era alcuna traccia di ironia: tutto era apparentemente serissimo.

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In un’intervista rilasciata a Radio Cusano Campus, Moric ha spiegato che “quella di CasaPound è una proposta molto interessante” e che “la gente si è fatta una idea molto sbagliata su di loro, sono poco in vista, invece con me magari avrebbero una occasione, una opportunità.”

Poi è arrivata un’altra intervista, più corposa, direttamente su Il Primato Nazionale, sito d’informazione strettamente legato a CasaPound. Tra elogi a Vladimir Putin e frasi come “bisogna far innamorare le persone nuovamente di questa nazione,” Moric afferma di essere intenzionata a “trasformare le critiche in complimenti sia verso di me che verso CasaPound, voglio che la gente inizi a parlare di CasaPound guardando al presente e al futuro e che smetta di parlare solo del passato.”

A suggellare l’alleanza (che per ora rimane sul piano della comunicazione) è arrivata anche una foto all’Osteria Angelino di Milano—uno dei due ristoranti del leader di CasaPound Gianluca Iannone—in cui Nina Moric è insieme a Davide Di Stefano, il noto sversatore di Coca-Cola sui fumetti satirici che prendono per il culo il DVX e i suoi adepti.

Di fronte a tutto ciò, è normale sentirsi esplodere la testa come in quella famosa scena di Scanners. Ma questa “svolta” politica di Nina Moric è molto meno assurda di quello che può sembrare a prima vista; né tantomeno è una semplice notizia di “costume” o una stranezza da colonna destra, come l’hanno trattata la maggior parte dei quotidiani.

Anzitutto, le notizie dell’avvicinamento a CasaPound circolano almeno dall’inizio di febbraio. I primi a parlarne sono stati i siti dedicati allo spettacolo e al gossip—tra cui Novella2000, tramite un articolo in cui si dice che “la modella croata è stata avvicinata da CasaPound, che avrebbe un posto in lista per lei alle prossime elezioni politiche.”

Rispondendo inoltre ai commenti sotto un post contro Giorgio Napolitano sulla sua pagina Facebook (“non è solo contrario alle elezioni anticipate, lui è proprio contrario alle elezioni”), Moric ha scritto che “appena si vota, proverò ad entrare nelle liste di CasaPound (se accettassero la mia proposta).” Il Primato Nazionale non se l’era lasciato sfuggire, e aveva rilanciato quel commento sulla propria pagina.

Ora, è proprio dalla pagina Facebook di Nina Moric (quasi 230mila fan) che bisogna partire per ricostruire il percorso che ha portato alla vicinanza politica con i “fascisti del terzo millennio.” Sebbene sia stata aperta nel febbraio del 2015, la pagina è rimasta sostanzialmente inattiva fino al gennaio del 2016

A partire da febbraio-marzo dello stesso anno la frequenza dei post è aumentata sensibilmente, per una serie di motivi che ha spiegato direttamente Nina Moric: “Passiamo più tempo con il telefono in mano che davanti alla TV, questo dato di fatto mi ha portato a decidere di creare un account per mettermi in gioco, la pagina in poco tempo è cresciuta, cresce di giorno in giorno e questo mi permetterà di fare tante cose che ho in mente di fare per voi.”

Oltre agli scatti professionali e le foto che la ritraggono in scene di vita quotidiana, gli interventi si sono velocemente cristalizzati in tipologie abbastanza definite: ci sono post sul mondo dello spettacolo; post di commento a programmi televisivi e all’attualità (anche di costume); post a metà strada tra il glamour e la thug life; post motivazionali; post in cui lancia messaggi pubblici all’ex marito; post di battute da scafata hater dell’Internet; e post in cui Moric stessa si “auto-memizza” con le gif.

La cifra di tutti questi post, e delle risposte che Nina Moric dà agli utenti, vuole essere sempre e comunque ironica—e del resto, è quello che sostiene il claim: “la pagina è ironica, è l’unico obbiettivo è far sorridere.”

Con il passare del tempo, poi, i post politici hanno assunto un peso sempre più rilevante. Nina Moric ha iniziato a intervenire sugli argomenti più disparati: dai marò ai Casamonica, passando per Massimo D’Alema, Sergio Marchionne e il referendum costituzionale. Tra i suoi bersagli preferiti ci sono i buonisti (“ho la sensazione che il tempo per voi stia per scadere”), i radical chic e il politically correct, Angela Merkel (contro cui ha invocato una shit-storm), Saverio Tommasi (ehi, siamo d’accordo su qualcosa!), Selvaggia Lucarelli, la Turchia e altro ancora.

Diversi status sono dedicati a Matteo Salvini. Se in un primo momento non emergeva una grande simpatia, e anzi non mancavano gli inviti “ad andartene a…”, la posizione di Nina Moric ha assunto toni sempre più favorevoli nei confronti del leader leghista—fino ad arrivare a qualcosa di molto simile a un endorsement (seppur con qualche riserva).

Lo stesso discorso si può fare per Donald Trump. Il giorno delle elezioni Moric ha scritto che “l’idea di un Donald Trump con una bomba atomica in mano un po’ mi inquieta”; qualche tempo dopo, invece, il neo-presidente americano diventa il bomber di “una destra evoluta, molto evoluta, al passo coi tempi.”

E a proposito di bomber, Nina Moric può a tutti gli effetti considerarsi la madrina del bomberismo. Sin da subito, infatti, non ha mai nascosto le sue simpatie nei confronti di pagine come Calciatori brutti e soprattutto Sesso Droga e Pastorizia, che a sua volta la considera una “pastorella vera” nonché una sorta di admin morale. 

Alla fine di ottobre del 2016, Moric ha fatto un “esperimento social” insieme ai gestori—ossia una breve diretta Facebook sulla pagina di SDP per scommettere “che sarebbe diventato più virale Nina Moric che succhia una cannuccia, che chiunque altra succhiasse qualcosa di più concreto.”

Quando recentemente è stato chiuso SDP, Moric ha scritto che “sul cadavere dei leoni festeggiano le cagne, ma le cagne rimangono cagne e i leoni restano leoni,” invitando a ripopolare la pagina di riserva “seduta stante.”

Una circostanza interessante è che Il Primato Nazionale, nel parlare della chiusura di SDP, abbia ripreso proprio il post qui sopra. 

E qui torno al punto di partenza, dal momento che l’avvicinamento tra Nina Moric e CasaPound può essere considerato come un tentativo di gettare un ponte tra una certa sfera politica e quella culturale delle pagine Facebook e del fenomeno bomberista sopracitato. E questo, appunto, è valido in entrambe le direzioni.

Per Nina Moric, ossia per il personaggio da hater politicamente scorretto che emerge dalla sua pagina, CPI è quasi un approdo “naturale.” Non solo perché rispecchia le sue idee di destra (come ha detto in un’intervista al Corriere della Sera), ma soprattutto perché l’immaginario di CasaPound—secondo quanto scritto da Alessandro Lolli su Prismo—”gioca sul fatto di non sedere sul trono: la sua intuizione fondamentale […] è proprio l’esaltazione della posizione marginale in cui si trova, con tutta l’aura romantica che ne consegue.”

Per CasaPound, insomma, il sostegno di una figura come Nina Moric serve molto più a livello comunicativo che politico. Dopotutto, scrivono gli autori del saggio Fascisti di un altro millennio?, “le modalità con cui il gruppo comunica al proprio interno e verso l’esterno rispondono a incentivi di tipo identitario e alle logiche di notiziabilità di una comunicazione politica sempre più personalizzata e spettacolarizzata.”

Tuttavia, ci sarebbero delle condizioni affinché questa cosa possa funzionare in qualche modo. “Chiunque può aderire a CasaPound a patto di: 1) amare incondizionatamente l’Italia 2) far precedere i fatti alle parole,” ha detto il vicepresidente Simone Di Stefano sulla propria pagina Facebook. “Su questo e solo su questo valuteremo il percorso di Nina Moric con CasaPound.”

Insomma, come si dovrebbe prendere questa evoluzione di Nina Moric? È una mossa estrema di self-branding per continuare a rimanere sulla cresta dell’onda? È l’ennesimo prodotto dell’intersezione tra spettacolo, social, politica e gossip? È una svolta seria e genuina? È queste tre cose insieme?

Al momento, non è possibile farsi un’idea del tutto chiara. Forse sono queste tre cose insieme. O forse no: è una “provocazione,” di quelle per cui alla fine ci si giustifica con la frase “ma dai, su, stavo solo trollando”—anche se, in questo caso, si finisce per fare propaganda a favore di un movimento che di ironico non ha davvero nulla.

Ma forse non è nemmeno questo. Forse, molto più semplicemente, nell’arco di qualche mese è spuntato fuori una specie di incrocio italiano tra Tila Tequila (in una versione decisamente più raffinata e intelligente) e Pepe the frog.

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