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Hanno arrestato il sindaco di Riace per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

Domenico Lucano è l'inventore del "modello Riace", un sistema di accoglienza dei migranti conosciuto in tutto il mondo.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Questa mattina, la Guardia di Finanza ha messo ai domiciliari il sindaco di Riace Domenico Lucano. Le accuse principali della procura di Locri sono due: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta di rifiuti.

Non si tratta di una notizia di poco conto o semplicemente locale: il paese è un simbolo nella gestione dell’immigrazione famoso in tutto il mondo—al punto tale da far guadagnare a Lucano un posto nella lista di Fortune delle 50 persone più influenti al mondo.

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Riace, infatti, era un paese semideserto e spopolato nella Locride. Da quando Lucano è sindaco—cioè dal 2004—il borgo ha accolto oltre 6mila richiedenti asilo e li ha integrati nel tessuto culturale e lavorativo attraverso il sistema dell’accoglienza diffusa.

Come spiega Repubblica, i migranti sono ospitati nelle case disabitate del paese concesse loro in comodato d’uso gratuito. I soldi stanziati dal ministero sono poi “girati a cooperative che danno la possibilità ai migranti di imparare un mestiere tramite ‘borse lavoro’, che assicurano un piccolo stipendio.” Sono previsti anche dei “bonus” da usare negli esercizi commerciali convenzionati, che consentono ai richiedenti asilo “di fare acquisiti e provvedere personalmente alla gestione dell’economia domestica.”

Secondo il rapporto di un’ispezione della prefettura di Reggio Calabria del gennaio del 2017, si tratta di un “microcosmo strano e composito che ha inventato un modo per accogliere e investire sul futuro.” Gli ispettori, nelle loro considerazione finali, scrivono che “l’esperienza di Riace [è] importante per la Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene della regione.”

Un’altra ispezione della prefettura reggina—svolta nel 2016—forniva però un quadro diametralmente opposto, segnalando una situazione “estremamente confusa” e piena di “criticità per gli aspetti amministrativi e organizzativi.” Quest’ultima relazione apre così la strada all’indagine della procura di Locri, che nel 2017 iscrive Lucano nel registro degli indagati con addebiti piuttosto pesanti: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’UE, concussione e abuso d’ufficio.

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Da lì in poi è anche iniziato un duro scontro tra il sindaco e il Ministero dell’Interno, che da due anni ha bloccato i finanziamenti destinati ai progetti di accoglienza a Riace. Per protestare contro questa decisione e quello che veniva percepito come un attacco mortale al “nostro modello di accoglienza,” Lucano—fortemente inviso a Matteo Salvini, che l’ha definito “uno zero”—ha anche fatto uno sciopero della fame.

Alla fine di agosto, il sindaco aveva detto che le sue mobilitazioni erano andate a buon fine: “Pare che qualcuno al ministero dell’interno si sia reso conto che non solo devono ripristinare i finanziamenti, ma anche restituire i crediti pregressi,” perché “i rilievi sulla rendicontazione dei finanziamenti, fatti dalla prefettura, si sono rilevati infondati.” Il dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, tuttavia, aveva fatto sapere che i fondi non erano ancora stati sbloccati e che erano in corso valutazioni sulle “molte, gravi e diffuse criticità per spese che non risulterebbero ammissibili.”

Stando al comunicato stampa rilasciato dalla procura di Locri, l’operazione “Xenia”—questo il nome dato all’indagine—avrebbe raccolto “elementi di prova” che dimostrerebbero come il sindaco, insieme alla compagna (a cui è stato disposto un divieto di dimora), avesse “spregiudicatamente” organizzato “veri e propri matrimoni di convenienza tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano.”

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Inoltre, continua il comunicato, Lucano avrebbe “architettato degli espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci, volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia.” In una conversazione intercettata dalla Guardia di Finanza, Lucano sostiene che “per disattendere queste leggi balorde [sull’immigrazione] vado contro la legge.”

Per quanto riguarda la presunte irregolarità legate alla gestione dei fondi destinati all'accoglienza, il Gip ha rilevato che "il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate,” anche se "tutti i protagonisti dell'attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità."

Le reazioni politiche alla misura cautelare non si sono fatte attendere. Su Twitter, Gad Lerner ha scritto che “il mandato di arresto per il sindaco di Riace è uno schiaffo in faccia a chi pratica il dovere dell’accoglienza e conferma la pulsione fascistoide di cui sta cadendo preda il nostro paese.” Salvini, su Facebook, ha invece ironizzato sull’accaduto: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!”

Sul Blog delle Stelle, infine, Carlo Sibilia (il deputato che non crede allo sbarco dell'uomo sulla luna) ha dichiarato che "il sistema dell'accoglienza targato Pd ha creato più indagati che integrati," aggiungendo che "è finita l'era del business dell'immigrazione. Nessuno vuole scappare da un paese in cui si trova bene."

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