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Tecnologia

Il nostro collo ci sta uccidendo

Per fortuna la tecnologia ci viene incontro.

Ogni volta che la mia coinquilina passa per casa e mi vede ricurvo sul telefono o sul computer a leggere qualcosa, mi lancia uno sguardo di disgusto e bofonchia frasi sul fatto che prima o poi il diavolo si riprenderà quello che mi ha dato e io pagherò per tutta l'attività fisica che non faccio. Ma cosa posso dire? Quando il proprio lavoro è stare al passo col mondo di internet, è facile dimenticarsi di scrocchiare il collo e raddrizzare la schiena.

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Secondo uno studio pubblicato recentemente dal New York Spine Surgery and Rehabilitation Medicine, piegare la testa con un angolo di 60 gradi per controllare lo smartphone equivale a mettere un peso di 27 chili sulla cervicale. A lungo andare, si rivelerà di certo un apporto niente male alla lunga storia dell'evoluzione della nostra colonna vertebrale.

C'è una buona notizia, però. Un progetto nato a Seoul e lanciato da poco su Kickstarter vuole aiutarci a correggere la nostra postura, così da contrastare il dolore al collo e alla schiena che affligge milioni di lavoratori sedentari al mondo. E l'idea da cui parte è semplice: ricordarci di stare dritti.

Alex, così si chiama questo piccolo e leggero dispositivo, è un sensore rettangolare che si posiziona sulla nuca di una persona, agganciandosi alle orecchie come un paio di occhiali al contrario—niente paura per chi già indossa gli occhiali, nel video si vede un ragazzo che indossa entrambi e sembra completamente a proprio agio. Alex è inoltre provvisto di una app specifica, da cui si possono regolare intensità e frequenza delle vibrazioni che il dispositivo emette non appena registra una posizione della colonna vertebrale scorretta.

Certo, il fatto di condurre una vita sedentaria potrebbe ucciderci in un sacco di altri modi, e una postura corretta non compensa la mancanza totale di attività motoria. È bello però vedere la tecnologia che cerca di rimediare ai danni di cui è, in un certo senso, responsabile. Ora devo solo sperare che ne facciano una versione un po' più intensa per i recidivi come me.