Sono stati anni passati per strada, a registrare e pubblicare album che la strada l’hanno raccontata: Ministero dell'inferno del TruceKlan, Guilty e Monster di Noyz Narcos, Anima e Ghiaccio del Colle Der Fomento, Manifesto della Gente de Borgata, S.O.S. di Baby K. La strada di Roma, che è come quella di tante altre grandi città sparse per il mondo, piena di storie amare e sogni impossibili. Dieci anni nei quali, partendo semplicemente dall’urgenza di voler dare voce alle storie reali, di vita vissuta, Quadraro Basement è cresciuto intorno alla propria produzione musicale, seguendo nient’altro che la linea istintiva disegnata, album dopo album, dai diversi rapper che hanno registrato all'interno del nostro studio.Prima che tutto prendesse forma, quando Quadraro Basement non lo pensavamo neanche, producevamo anche tekno e organizzavamo serate. Era un periodo in cui lavoravamo con persone al limite, in ambienti culturali estremi, perciò il passaggio al rap hardcore è stato spontaneo. La verità è che gli artisti con cui lavoravamo erano tutti esterni al rap, non venivano dalla cultura hip-hop: provenivano dal metal, dai film horror e da scene underground attinenti e noi eravamo presi dal crossover fra generi, culture e personaggi."Gli artisti con cui lavoravamo non venivano dalla cultura hip-hop ma dal metal, dai film horror e da scene underground. Noyz, Chicoria, Metal Carter."
La storia del Quadraro Basement è fatta di momenti esaltanti, di successo, intrecciati a drammi, violenze ed episodi che sarebbe meglio dimenticare. Un mix di carcere e dischi di platino, di pestaggi e concerti sold out, di pistole e amore: il rap del Quadraro Basement ha più a che vedere con il poter uscire per strada a testa alta senza essere picchiati per quello che si dice nei testi che con il dissing che si fanno i primi in classifica. Ha a che fare con l’essere real, con il raccontare nei testi la propria vita, quella del proprio quartiere, che diventa il mondo."La storia del Quadraro Basement è fatta di momenti esaltanti intrecciati a drammi e violenze. Un mix di carcere e dischi di platino, di pestaggi e concerti sold out, di pistole e amore."
Ascoltando quei dischi ci si rende conto di quanto tutto fosse eccessivo, tanto che siamo finiti pure sui telegiornali, dopo una retata, in cui sono stati fatti nomi e cognomi. Erano i tempi di Mucchio Selvaggio, il film porno con Club Dogo, Truce Klan e KernelPanic che raccontava una storia di rapper contro raver, girato da Matteo Swaitz. Abbiamo partecipato volentieri al film perché eravamo nel pieno delirio di quel tempo. Quel delirio che corrisponde all'Hybris greca, quell'ebbrezza che scaturisce dall'energia e dall'urgenza di fare, di scrivere, di registrare musica e video.Fare i nomi è difficile perché oggi siamo ancora tutti qui che lavoriamo e collaboriamo insieme; è come quando vivi un'esperienza così intensa che poi non ne parli con nessuno perché vuoi custodirla per te stesso. Mentre nel Quadraro Basement si scriveva una fetta di storia del rap italiano, lo sguardo era corto, era al presente e all’urgenza di raccontarlo. Sempre alla ricerca di qualche diamante fra mille pezzi di vetro di bottiglie rotte."Potevi entrare nel Basement e trovare i rapper sdraiati in mezzo allo studio con gente che li scavalcava mentre loro cercavano ispirazione per chiudere una strofa."
Anno dopo anno, album dopo album, chiunque sia passato di qui ha contribuito a costruire la nostra identità e la nostra fama. Abbiamo speso dieci anni lavorando a testa bassa e con in testa il suono delle strade e per noi è tempo di celebrare il cammino fatto in questo periodo faticoso ed eccitante. Un percorso, dal niente a qualcosa, fatto grazie a chi con le rime dei dischi del Quadraro ci ha fatto una vita e ci è cresciuto, si è innamorato, ha fatto a botte, ha spacciato, ha pianto e gioito. Una storia fatta dai fan che hanno cantato le rime ai concerti, in macchina, sui marciapiedi, di notte e di giorno, contribuendo alla nascita di questa realtà a cui, in Italia, se si parla di il rap, viene riconosciuta importanza.Poteva capitare che Chicoria venisse in studio con i suoi quattro pitbull e che registrassimo con loro in studio insieme ad altre quindici persone. L'aria fumosa, tutti a fare casino e due cani sotto al mixer mentre gli altri abbaiavano in giro, era sempre così, potevi entrare nel Basement e trovare i rapper sdraiati in mezzo allo studio con gente che li scavalcava mentre loro cercavano ispirazione per chiudere una strofa."Poteva capitare che Chicoria venisse in studio con i suoi quattro pitbull e che registrassimo con loro in studio insieme ad altre quindici persone."
La gente può dire ciò che pensa, ma Baby K è l'unica rapper italiana che sia riuscita a farsi strada veramente. Siamo riusciti a farla accettare dalla scena che all'inizio non era affatto benevola con lei. L'abbiamo portata al disco con Tiziano Ferro per Sony e sta facendo un percorso incredibile e sudatissimo. Ormai è accettata, ma non era facile stare su un palco in mezzo ad altri rapper e lei ha avuto grinta, fregandosene di tutto e di tutto… un po' come noi.Ovviamente ora in studio non ci sono più i cani, anche perché c'è un banco SSL che li fulminerebbe se solo provassero ad avvicinarsi. Il modo di lavorare è cambiato perché c'è una traiettoria e una consapevolezza maggiore… e poi ora abbiamo i social da gestire, oltre ai rapper, ma la storia di Quadraro è fatta di momenti alti e bassi. I momenti di down c'erano, ma erano solo momentanei, relativi a episodi che andavano male, magari un concerto in cui succedevano dei casini tra cantante e pubblico, ma a parte le storie assurde questa è un'etichetta indipendente che da dieci anni va avanti in modo super professionale e con dei dipendenti. Abbiamo fatto un sacco di strada, anche se in modo istintivo."Qui ci sono stati rapper che sono scappati dalla comunità o dagli arresti domiciliari per poter registrare una strofa in un disco, e sono loro il nostro DNA."