Il gelato è una perversione molto italiana e qui da Munchies non ci tiriamo mai indietro quando vediamo un dolce su stecco o su cono, che si tratti di gelato artigianale o confezionato (a proposito avete mai seguito la nostra sfida fra i gelati industriali nuovi che facciamo su Instagram?)
E appena ho saputo che a Roma alla Garbatella c’era un locale che aveva una drink list ispirata ad alcuni dei gelati confezionati più famosi degli anni ’90—per ora hanno il Solero, Croccante Algida e Liuk—, mi sono fiondata per provarli.
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Bauhaus nasce sulle fondamenta di un forno storico nel cuore del quartiere popolare, noto ai più per una fortunata serie tv. I proprietari sono i fratelli Giglietti, alle spalle hanno già il rodato bar Biffi nell’omonima piazza e hanno coinvolto Patrizio Boschetto per lavorare sulla proposta beverage. Boschetto inizia a formarsi come bartender quasi per caso nel 2002, approcciando la caffetteria dopo aver fatto paracadutismo durante il servizio militare in Toscana, arrivando poi nei bar storici di Firenze come Paszkowski e Gilli.
Dietro il banco, tra una chiacchiera e l’altra, conosce il bar manager di The Fusion bar e ristorante all’avanguardia che introdusse in Italia la tecnica del fat washing, di cui vi parlerò un po’ meglio più avanti.
“I bartender sono un sacco cazzari” esordisce Patrizio “ma se devo dire la verità in una decina di anni ho lavorato praticamente con tutti in città, l’ho tappezzata. Poi esausto ho deciso di partire: New York, Miami, Londra, Berlino, Montecarlo”. Dopo essere tornato in Italia solo ogni tanto per delle consulenze, decide di ritrasferirsi definitivamente nel 2020.
Gli chiedo subito della sua drink List ispirata ai gelati degli anni ’90: “Per creare questi tre cocktail ispirati a gelati confezionati ci vogliono due giorni di preparazione per i singoli ingredienti. Pensa che per il Croccante serve uno sciroppo di cioccolato che deve riposare sei mesi per essere al massimo della sua espressione”.
Chiedo da dove arriva l’idea: “Ho iniziato a sperimentare nel 2013 con Riccardo Di Giacinto e poi nel 2017 con Massimo Viglietti, ci volevamo divertire perché la miscelazione a Roma era molto dritta, chiusa e noi volevamo spiazzare con qualcosa di assolutamente distante dalla fighetteria che di solito ci si aspetta in uno stellato. Il gelato confezionato ci sembrava perfetto”.
Non immaginatevi drink dolci e stucchevoli: la cosa sorprendente non è solo bere letteralmente il gelato, ritrovandone lo stesso esatto sapore della nostra infanzia, ma di riuscire a riconoscere tutti gli ingredienti utilizzati, dalla vaniglia, alla nocciola, passando per la liquirizia fino al limone.
Io che ci sono cresciuta negli anni ‘90 ho pensato fosse un imperativo assaggiarli, ma i più giovani? “Sono incuriositi, magari non conoscono il gelato o l’hanno sentito nominare, ma inutile dire che sono i clienti dai 30 ai 40 che impazziscono. Il Croccante è quello che spinge in una maniera incredibile” chiude Patrizio.
Per realizzare questi cocktail ci vuole una forte tecnica: infusioni, marinature, cotture e filtraggi, prima ho citato il fat washing, ovvero il lavaggio dalle parti grasse che permette di estrarre essenze praticamente da qualsiasi cosa, volendo anche dalla carne; in questo caso viene applicato alla frutta secca e alla panna. Hanno una struttura complessa e quindi è impossibile riprodurli a casa però Patrizio ci da la ricetta per fare un simil Croccante:
- 50 ml Vodka aromatizzata alla vaniglia (per infonderla loro ci mettono 9 ore, giusto per farvi capire)
- 20 ml sciroppo di amarene (loro lo chiarificano ma noi useremo quello volgare in commercio)
- 5 ml di Nocino, liquore alle noci
- 1 bicchiere di aceto di mele
- shakerare bene e a parte montare la panna da aggiungere on top come guarnizione
Dopo diversi concorsi e due mondiali vinti Patrizio non fa più il lavoro sporco “la verità e che sono stanco di miscelare, la passione c’è sempre ma stare otto ore sul banco è diventato per me faticoso” confessa. “Fortunatamente ci sono Danilo Longo, che conosco da diverso tempo, e Valerio Perria giovanissimo, che sta crescendo da Bauhaus” chiude. Ora gli piace gestire i reparti food e beverage, farli dialogare, ideando la drink list e immaginare l’abbinamento con il cibo.
Infatti per gustare questi tre speciali cocktail al meglio è previsto un accompagnamento pensato con lo chef Andrea Castagna, arrivato direttamente dal Noma di Copenhagen: per il Solero, a base cachaca (distillato brasiliano ottenuto dalla canna da zucchero usato per Mojito e Caipirinha) una bomba di pizza fritta ripiena di marmellata al passion fruit; per il Liuk una chips di patata con ricotta e liquirizia; per il Croccante un rocher di cheesecake salato al cioccolato e nocciole. Sono tutti stuzzichini agrodolci da gustare a fine pasto o anche come aperitivo.
Ovviamente mi sono prenotata nel caso decidesse di interpretare altri intramontabili come il Mottarello, la coppa del Nonno e il Cornetto. Io l’idea l’ho data, sperando di non dover aspettare la prossima estate.
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