Crime

Gli eredi di El Chapo: chi sono i 10 signori della droga più ricercati al mondo

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Joaquín ‘El Chapo’ Guzmán, il boss della droga più ricercato al mondo, è stato catturato l’8 gennaio nello stato di Sinaloa, noto come la “culla del traffico di droga messicano” perché luogo di nascita di un gran numero di narcos.

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Ora che è di nuovo dietro le sbarre – sei mesi dopo la sua spettacolare evasione – l’agenzia americana Drug Enforcement Administration (DEA) ha finalmente potuto stampare la parola “captured” sulla sua foto segnaletica, pubblicata sul sito web dell’agenzia.

Screenshot via D.E.A

Ora che El Chapo è stato catturato, ecco una breve guida ai boss della droga più ricercati al mondo.

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Ismael Zambada García, detto El Mayo – Cartello Sinaloa (Messico)

Screenshot via D.E.A

Ismael “El Mayo” Zambada è una figura leggendaria della criminalità messicana, e secondo quanto si racconta non avrebbe trascorso nemmeno un giorno della sua vita in prigione. 

Si pensa abbia quasi 70 anni, ed è considerato da molto tempo un leader importante quanto El Chapo per il cartello Sinaloa, nonostante mantenga un profilo decisamente più basso. 

Zambada e il cartello Sinaloa sono noti per il traffico di una vasta gamma di sostanze stupefacenti, come l’eroina, la marijuana, e le metanfetamine fatte in casa; il gruppo gestisce anche il transito della cocaina sudamericana verso gli USA. 

Entrambi i boss hanno ottenuto potere con il cartello Guadalajara nel corso degli anni Ottanta. Negli anni Novanta, mentre El Chapo scontava il suo più lungo periodo di detenzione, El Mayo ha continuato a guadagnare sempre più influenza.

Nel 2010 lo sfuggente El Mayo ha rilasciato un’intervista alla rivista Proceso, in cui sosteneva che la sua eventuale cattura o la sua morte non avrebbero danneggiato il traffico di droga in Messico, dove ci sarà sempre qualcuno pronto a prendere il suo posto.

Molti famigliari di El Mayo, tra cui suo fratello e tre dei suoi figli, sono stati arrestati negli ultimi anni. Il più importante, Vicente Zambada Niebla, è stato estradato negli Stati Uniti nel 2010, per poi dichiararsi colpevole e patteggiare un minimo di dieci anni di prigione. Inizialmente aveva tentato di evitare il processo, sostenendo che prima del suo arresto gli era stata promessa l’immunità se in cambio fosse diventato un informatore della DEA.

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Rafael Caro Quintero — Cartello Sinaloa (Messico)

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Rafael Caro Quintero, nato a Sinaloa, è uno dei fondatori del cartello Guadalajara. È stato catturato nel 1985, nell’operazione lanciata in seguito al rapimento e all’uccisione dell’agente DEA Kiki Camarena.

Quintero è stato condannato a 40 anni di carcere, ma un giudice lo ha improvvisamente rilasciato ad agosto 2013 appellandosi a un cavillo. Quando finalmente è stato emesso un nuovo mandato d’arresto, Caro Quintero era sparito da tempo — quasi tutti pensano che si sia nascosto nella regione-roccaforte del cartello Sinaloa, la Sierra Madre.

La scarcerazione di Caro Quintero ha scatenato reazioni infuriate negli Stati Uniti, dove il caso Camarena è molto sentito ed è diventato un simbolo per le forze di polizia. Il Dipartimento del Tesoro americano ha sostenuto diverse volte che le aziende legate alla famiglia di Quintero sono rimaste pedine importanti nel riciclaggio del denaro derivante dal traffico di droga.

A Sinaloa, alcuni sostengono che Caro Quintero abbia ripreso un ruolo di spicco all’interno del cartello insieme a El Mayo ed El Chapo.

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Nemesio Oseguera Cervantes, aka El Mencho — Cartello Jalisco Nuova Generazione (Messico)

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Nemesio Oseguera Cervantes, alias El Mencho, è uno dei leader più noti del cartello Jalisco Nuova Generazione (CJNG in spagnolo), considerato la seconda organizzazione più importante dopo il Sinaloa per quel che riguarda il traffico di droga in Messico. I due cartelli avrebbero addirittura stretto un’alleanza. Il CJNG è noto per la produzione di droghe sintetiche, soprattutto metanfetamine. 

El Mencho e il CJNG hanno ricevuto poca attenzione da parte dei media fino al 2015, quando il gruppo ha compiuto degli attacchi diretti contro le forze di polizia nello stato di Jalisco — in particolare a maggio, dopo l’abbattimento di un elicottero militare.

Da allora i tentativi di catturare El Mencho si sono intensificati, e le autorità hanno arrestato suo fratello e suo figlio, oltre a diversi altri personaggi di spicco del cartello. Questi arresti hanno causato un’impennata degli omicidi nello stato di Jalisco.

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José Adán Salazar Umaña, aka Chepe Diablo — Cartello Texis (El Salvador)

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José Adán Salazar Umaña è uno dei leader del cartello Texis, che controlla diverse rotte del traffico di droga che passano per El Salvador, e che il boss gestisce per conto dei cartelli colombiani e messicani.

Nel 2001 la DEA ha accusato Salazar, anche noto come Chepe Diablo, di traffico di droga e riciclaggio. Il Dipartimento del Tesoro americano ha aggiunto Salazar alla sua “lista dei boss più ricercati” a maggio 2014, bollandolo come un “trafficante di narcotici straniero.”

Si dice che Chepe Diablo incoraggi i suoi sottoposti a non girare armati, quanto piuttosto a cercare protezione dai poliziotti corrotti. Chepe Diablo è il proprietario di una catena di alberghi e di allevamenti di bestiame, ed è l’ex presidente della prima divisione di calcio salvadoregno. 

Il Ministero del Tesoro di El Salvador ha condotto una lunga indagine su Chepe Diablo nel 2014 e nel 2015, poi dichiarata chiusa dall’ufficio del procuratore generale. Delle indagini condotte da giornalisti locali emerge che il cartello Texis è in attività dai primi anni Novanta, ma ha mantenuto un basso profilo fino a poco tempo fa. 

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Dario Antonio Úsuga, aka Otoniel — Los Urabeños (Colombia)

Screenshot via state.gov

Dario Antonio ‘Otoniel’ Úsuga è il leader del più grande e temuto cartello colombiano, quello degli Urabeños. Il governo americano offre una ricompensa di cinque milioni di dollari a chiunque sia in grado di fornire informazioni che portino alla sua cattura.

L’organizzazione criminale di Otoniel agisce nella regione costiera di Urabà, vicino al confine con il Panama. Oltre a produrre e smerciare cocaina, il cartello opera estorsioni, ed è coinvolto nel traffico di esseri umani. Gli Urabeños, inoltre, avrebbero rapporti molto stretti con gli uomini di El Chapo in Messico.

Con 2.000 affiliati, gli Urabeños – conosciuti anche come Clan Usaga, dal nome del suo leader – sono attivi in tutto il paese e hanno dato vita a sanguinosi conflitti con gang e cartelli rivali. L’esercito colombiano e la polizia, di recente, hanno avviato una controffensiva utilizzando persino i bombardamenti aerei, riuscendo ad arrestare un buon numero di membri del gruppo e alcuni stretti collaboratori di Otoniel.

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Gerson Gálvez Calle, aka Caracol — Barrio King (Perù)

Foto via Polizia peruviana

Gerson Gálvez Calle è il criminale più ricercato del Perù, capo di un’organizzazione denominata Barrio King.

Gálvez, conosciuto come Caracol, è stato in prigione per dodici anni dopo essere stato condannato per tentato omicidio, furto e traffico di droga. Si pensa che anche dal carcere riuscisse a gestire le operazioni del cartello. Subito dopo la scarcerazione, è svanito nel nulla.

Caracol è indagato dall’Interpol. Potrebbe trovarsi oggi in Ecuador o in Brasile. Il suo sogno, secondo quanto riportato da fonti della polizia, sarebbe quello di trasformare il suo cartello in una ‘organizzazione totale’, in grado di controllare la catena di produzione della cocaina dalla piantagione fino al consumatore.

Il Barrio King è accusato di avere esportato centinaia di milioni di dollari di cocaina attraverso i container partiti dal porto di Callao, in Perù, verso il Messico e l’Europa. La pandilla è anche sospettata di avere dato vita a una guerra per il controllo del territorio che ha causato la morte di 140 persone nel 2015. 

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Wei Hsueh-Kang — United Wa State Army (Myanmar)

Screenshot via state.gov

Wei Hseuh-Kang è uno dei comandanti dell’UWSA, un’organizzazione di ribelli narcos che controlla vaste porzioni di territorio nell’est del Myanmar — tra cui la regione del ‘Triangolo d’Oro’, conosciuta per la produzione di stupefacenti.

Il gruppo, che è sostenuto dalla Cina, dispone di un esercito di 30.000 soldati armati fino ai denti; la DEA lo descrive come “l’organizzazione di trafficanti di droga più potente del Sud-Est asiatico, e forse del mondo.” Le metanfetamine sono la loro ‘specialità.’

Secondo l’ex direttore della DEA, il 63enne Wei è il “genio della finanza” che gestisce le casse dell’UWSA, “l’amministratore delegato” del gruppo. Gli Stati Uniti sono sulle sue tracce dai primi anni Novanta, offrendo tra l’altro una ricompensa da 2 milioni di dollari a chiunque fornisca informazioni in grado di condurre alla cattura del signore della droga. Se catturato, Wei verrebbe processato anche a New York.

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Haji Lal Jan Ishaqzai — Afghanistan

Screenshot via whitehouse.gov

Haji Lal Jan Ishaqzai è diventato uno dei maggiori produttori di eroina in Afghanistan tra gli anni Ottanta e Novanta. Dal 2001 in poi, Kandahar è diventata la sua ‘roccaforte’ operativa.

Secondo quanto riportato in passato, Ishaqzai viveva nella stessa strada del fratellastro dell’allora presidente Hamid Karzai, Ahmed Wali Karzai — il quale avrebbe usato i suoi poteri per proteggere il signore della droga afghano. Dopo la morte di Karzai, nel 2011, la caccia a Ishaqzai si è intensificata. 

Ishaqzai – tra i ricercati dell’FBI – è stato arrestato nel 2012. Due anni dopo è evaso dalla prigione — avrebbe corrotto gli ufficiali locali con 14 milioni di dollari di mazzette. La sua fuga dal carcere e il suo ritorno alla produzione e al traffico di eroina sono stati motivo di imbarazzo per le istituzioni afghane.

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Rocco Morabito — ‘Ndrangheta (Italia)

Screenshot dal sito del Ministero dell’Interno.

Rocco Morabito è un boss della ‘ndrangheta, una delle organizzazioni criminali più potenti d’Italia. Cresciuto in Calabria, si è poi trasferito a Milano, dove è diventato ‘celebre’ per la sua dolce vita nei locali più conosciuti della città — al punto da essere ribattezzato “il re della cocaina.”

La ‘ndragheta ha oltre 60mila affiliati in tutto il mondo, e secondo alcune stime il fatturato di questa ‘azienda’ criminale sarebbe pari al 3,5 per cento del Prodotto Interno Lordo italiano. Il traffico di droga è uno dei business più redditizi per gli ‘ndranghetisti, che mantengono ben saldi i propri collegamenti con i produttori del Sudamerica e dell’America Latina, tra cui il famigerato cartello di Sinaloa di El Chapo.

A El Chapo piaceva lavorare con i trafficanti calabresi, che considerava “affidabili perché hanno una grande durezza, più dei colombiani o dei peruviani in genere,” come ha spiegato il magistrato antimafia Nicola Gratteri.

Morabito è nella lista dei sette supercriminali ricercati dalla Polizia italiana, e potrebbe trovarsi ora in Brasile, dove si sarebbe spostato per rinsaldare le proprie connessioni con i ‘signori della droga’ locali mantenendo il proprio ruolo come importatore di cocaina in Europa.

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Semion Mogilevich, detto ‘il boss cervellone’ — Mafia Russa (Russia)

Screenshot via FBI

Semion Mogilevich è uno dei boss più importanti della mafia russa, tra i network criminali più estesi sul pianeta, molto attiva anche sul fronte del traffico di droga. Prima della sua morte nel 2006, l’ex spia del KGB Alexander Litvinenko affermò che Mogilevich aveva un “buon rapporto” con il presidente russo Vladimir Putin.

Mogilevich, soprannominato il ‘boss cervellone’, venne arrestato in Russia nel 2008 per evasione fiscale, salvo poi essere rilasciato l’anno seguente. Nel 2009 l’FBI ha inserito Mogilevich nella sua lista di ricercati: nel 2015, tuttavia, la mancanza di un accordo di estradizione con la Russia – dove il mafioso vive in libertà – ha costretto l’agenzia americana a sospendere la caccia all’uomo.


Keegan Hamilton, Valerio Bassan, Joe Parkin Daniels, Simeon Tegel, Gaston Cavanagh, e Jo Tuckman hanno contribuito alla realizzazione di questo articolo.

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