Secondo l’indagine Istat del 2019 “Senso civico: atteggiamenti e comportamenti dei cittadini nella vita quotidiana”, per il 34 percento degli italiani copiare a scuola è ritenuto un danno per chi lo fa e per il 29 percento un comportamento che danneggia tutti. Oltre il 10 percento lo vedrebbe invece come un comportamento ammissibile e che non danneggia nessuno. La percezione di “gravità” varia con l’età: si passa dal 49,4 percento tra la generazione Z al 76 circa tra i boomer.
Mettendo da parte un attimo la “desiderabilità sociale”—per cui nei sondaggi si tende a dare la risposta percepita come ‘giusta’ anziché quella che si pensa realmente—rispondi sinceramente: ti è mai capitato di copiare a scuola o all’università ?
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Una volta un amico professore mi ha detto: “Noi insegnanti sappiamo quando qualcuno copia—lo abbiamo fatto tutti almeno una volta, siamo stati anche noi studenti. Ma se proprio vogliamo vederla da un punto di vista formativo, anche l’arte dell’arrangiarsi di tanto in tanto è un momento fondamentale, se non se ne abusa.” Altri professori ci fanno addirittura dei TikTok.
Copiare, del resto, è un atto che prevede un certo grado di discrezione, programmazione e intelligenza, con tecniche tramandate nel corso degli anni e migliorate dalla tecnologia.
Con un sondaggio sulle nostre storie di Instagram vi abbiamo chiesto di parlarci dei metodi di vostra conoscenza, dai più classici ai più assurdi. Si tratta di tecniche vecchie e nuove per copiare in presenza (la DaD è un’altra storia), non tutte verificate, spesso ad alto rischio di essere beccati e qui raccolte per dovere di cronaca—mica per emularli.
Come ci ha detto qualunque docente o student* che abbiamo consultato per la stesura del pezzo, del resto, la tecnica più sicura resta sempre… studiare.
Metodi per copiare in classe
- Scrivere tutto ciò che serve sullo schienale della sedia di chi sta davanti. Poi: ripulire bene. Alternative: scrivere sul banco o sul dizionario.
- Scrivere lievemente sul bordo delle matite con uno spillo. Poco spazio, ma fondamentale.
- Scrivere formule, date o piccole informazioni sul cartoncino della gomma da cancellare, sul righello, all’interno di calcolatrici o sulla parte di carta di penne, bianchetti, ecc. Bonus: scriverlo in modo che si veda solo in trasparenza.
- Procurarsi un quaderno o una cartellina semitrasparenti, scrivere lì formule o altro e poi usarli come base per appoggiarsi.
- Usare penne con “l’inchiostro simpatico ” (invisibile).
- Scriversi il minimo necessario direttamente sul polso, e tirare su la manica all’occorrenza. Variante: scriversi tutto sulla caviglia o sulle cosce coperte da una gonna o da pantaloni con tagli.
- Tenere gli appunti dentro un fazzolettino di carta, oppure attaccarli direttamente dietro l’intera confezione, e poi consultarli fingendo di doversi soffiare il naso.
- Scrivere tutto sul polso, e coprire con molti bracciali. Per date e formule: scrivere sulle dita, e coprirle con degli anelli.
- Mettere bigliettini nella manica, per chi ha una manualità livello pro, sotto la gonna, sotto collant abbastanza coprenti, nei calzini o nella cintura.
- Attaccare bigliettini sul bordo interno della maglietta/del maglione.
- Attaccare bigliettini sotto le suole delle scarpe direttamente prima di uno scritto. Variante: scrivere direttamente sui bordi delle scarpe. Gli scarabocchi su Converse e Vans fanno sempre la loro figura—e possono rivelarsi anche molto utili.
- Creare un bigliettino rigido e fissarlo con una puntina sotto al banco in modo che giri.
- Attaccare sul retro dello zaino una pagina di appunti e tirarlo su all’occorrenza. Non per persone distratte.
- Tenere lo zaino aperto col libro proprio su quella pagina che non entra in testa.
- Portarsi un foglio protocollo in più, ma con tutte le informazioni utili all’interno.
- Lasciare un libro in bagno (collaboratori scolastici permettendo).
- Per i compiti a crocette: un colpo di penna sul banco equivale alla prima risposta, due alla seconda, e così via. Alcuni sostengono di aver imparato il codice morse per essere meno sgamabili. Si può fare, l’altra persona rientra nel proprio campo visivo, anche con gesti.
- Prima dell’interrogazione: scriversi in piccolo le formule che servono sui bordi della lavagna. Ma non fissarle troppo.
- Scrivere (ovunque si voglia) usando alfabeti di propria invenzione. Alternativa: farlo con l’alfabeto greco alla lavagna, o in un’altra lingua—spacciandola per il testo di una canzone. L’importante è che non sia una lingua conosciuta da chi vi sta facendo fare il compito.
- Fare foto o screenshot agli appunti, caricati su Apple Watch. Nel caso: “Scusi, stavo guardando l’ora.”
- Quando viene richiesto di consegnare il telefono prima della verifica, consegnarne un secondo che non usa più. Ciao Skam Italia.
- Scrivere all’interno/sotto dei cerotti.
- Investire in una penna bigliettino.
- Fare la copia del compito con la carta carbone e far circolare le copie. Metodo un po’ meno elaborato: far circolare la brutta.
- Scrivere degli appunti su un foglio protocollo con la penna scarica, e poi colorarci sopra con la matita per leggerli. Cancellare tutto una volta finito, e cestinare le prove.
- Con una base di Photoshop: scannerizzare l’etichetta della bottiglietta d’acqua, modificare il testo con degli appunti e ristampare. Durante gli esami si ha tanta sete di conoscenza.
- Lasciare il cellulare tra le gambe e chiuderle ogni volta che chi passa accanto non deve vedere.
- Per chi ha i capelli lunghi: usare le cuffie con registrazioni di appunti o una persona in ascolto. Sempre che si abbia una persona amica disponibile, o il tempo di registrare diverse tracce con gli argomenti il giorno prima.
- Per compiti col dizionario: scrivere gli appunti su pc, utilizzare lo stesso font e dimensione del carattere del dizionario, e infine stampare il tutto ricreando una perfetta pagina da confondersi tra le altre.
- Edizione speciale pandemia: inserire bigliettini nella mascherina e fingere di sistemarsela per dare un’occhiata, o sostituire il trucco della bottiglietta d’acqua con la confezione dell’igienizzante per mani.
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