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‘Siete paranoici’: la Russia avrebbe rubato 20.000 email ai democratici USA

Dopo la pubblicazione da parte di Wikileaks di 20.000 email rubate dal sistema informatico della Democratic National Convention (DNC), non c’è voluto molto perché la colpa ricadesse sull’intelligence russa.

La campagna per la candidata democratica Hillary Clinton ha immediatamente puntato il dito contro la Russia per lo scandalo delle email che è emerso venerdì scorso, solo tre giorni prima dell’inizio della Convention democratica a Philadelphia. Ma i funzionari russi negano fermamente qualsiasi coinvolgimento, e hanno addirittura accusato i politici americani di aver dato la colpa alla Russia per uno stratagemma elettorale.

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La reazione più colorita da parte di un alto funzionario russo è arrivata mercoledì, quando il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha parlato della questione poco prima di un incontro, avvenuto in Laos, con il Segretario di Stato americano John Kerry. Quando un giornalista ha chiesto al capo della diplomazia russa delle accuse nei confronti del suo governo, Lavrov ha detto: “Non voglio usare alcuna parola con quattro lettere.”

Più tardi Kerry ha detto di non aver avanzato accuse esplicite, ma di aver sollevato la questione durante l’incontro. La Casa Bianca non sta accusando i russi in maniera diretta, ma intanto l’FBI ha aperto un’indagine.

Martedì anche Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo, ha rilasciato dei commenti sulle email, affermando che le accuse sono basate su paranoie politiche. Ha detto che i politici stanno semplicemente usando quella che lui definisce “la carta russa.”

“Stiamo ancora vedendo tentativi di usare la questione russa – in modo paranoico – durante la campagna per le elezioni USA,” ha detto secondo quanto riportato dall’Associated Press. “Non c’è niente di nuovo qui, è una sorta di passatempo tradizionale per loro. Noi crediamo che non faccia bene alle relazioni bilaterali, ma capiamo di dover attraversare questo periodo poco favorevole.”

Non c’è voluto molto perché si facessero sentire le ripercussioni della pubblicazione di Wikileaks, e lo scandalo ha immediatamente gettato un’ombra sulla convention in cui Hillary Clinton è stata ufficialmente dichiarata candidata democratica alla presidenza.

I messaggi, rubati dagli account di impiegati di alto livello della campagna, sembrano confermare quello che molti sostenitori di Bernie Sanders hanno affermato durante le primarie del 2016 — che il partito ha favorito l’ex Segretaria di Stato Clinton. Domenica la presidente della Democratic National Convention si è dimessa, e quando lunedì è apparsa durante il primo giorno della convention è stata accolta con fischi e insulti dai sostenitori di Sanders.

La Russia è entrata a far parte del quadro quando gli esperti hanno concluso che probabilmente sono state due agenzie di intelligence russe a entrare nei server della DNC, anche se è comunque difficile stabilire con certezza l’origine degli attacchi informatici. Le stesse agenzie di intelligence sono accusate di essere entrate nei server degli Stati Maggiori Riuniti, della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato nel 2015.

Lunedì l’FBI ha rivelato che sta indagando ufficialmente sul furto delle email. Stando alla CNN, sembra che nei mesi scorsi le autorità avessero già avvisato la DNC di una possibile violazione della sicurezza iniziata nel 2015. In seguito all’avvertimento, ad aprile la DNC ha preso provvedimenti, assumendo la compagnia di cybersecurity CrowdStrike, che ha lavorato fino a giugno per cacciare gli hacker dal sistema, affermando che hanno lasciato tracce che indicano che erano russi.

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