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Chef Rubio se ne sbatte dei tuoi commenti negativi

In questi mesi, diversi personaggi del cinema, della tv e dello spettacolo si sono espressi sul governo Conte. Se da un lato c’è chi sembra aver aperto una linea di credito a Lega e Movimento Cinque Stelle, dall’altro c’è chi ha espresso un giudizio decisamente negativo.

Tra questi, la persona che si è esposta più di tutti è Chef Rubio, conosciuto per la conduzione di Unti e Bisunti e altri programmi (culinari e non). In particolare, è un suo post pubblicato su Instagram ad aver girato parecchio: quello in cui fa il verso ad un post di Matteo Salvini, ribaltandone il messaggio xenofobo e mettendo in luce il caso dei 49 milioni di euro di rimborsi truffati dal partito.

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L’immagine è stata ripresa da diversi media, ha generato un grande dibattito sui social e ha scatenato un discreto putiferio. Per chi non conosce il suo impegno politico e sociale (basti pensare, tra le varie cose, al sostegno dato ai familiari delle vittime di malapolizia) si è trattata un po’ di una “sorpresa.” Alcuni hanno persino arruolato Rubio tra le nuove icone della sinistra—una sinistra che, ovviamente, “non vincerà mai.”

L’ho dunque chiamato per parlare di questo governo e del clima attuale, di cosa significa per lui la politica e di cosa intende per attivismo.

https://www.instagram.com/p/BkeuigYBIU8/?hl=it&taken-by=rubiochef

VICE: Ciao Rubio. In queste ultime settimane ti sei esposto sempre più apertamente contro Matteo Salvini. Ci puoi spiegare perché?
Chef Rubio: In realtà è una vecchia storia. Anni fa, quando ero sconosciuto ai più, avevo aperto una pagina Facebook fake che si chiamava “Matteo Sarvini,” e lì ad esempio mettevo discorsi immaginari e surreali tra lui e la madre che lo cazziava perché si faceva le canne e andava nei centri sociali.

Adesso che la sua propaganda ha ottenuto il consenso di maggioranza è ancor più necessario contrastare le menzogne che vengono raccontate da lui, dal suo entourage. L’ignoranza genera odio, egoismo, cattiveria, xenofobia, razzismo. Lo scambio di opinioni è conoscenza, invece. Per questo mi espongo ma in modo naturale. Lo avrei fatto anche da persona comune e non popolare. Mi sorprende che vi sorprendiate. Esprimo il mio parere da cittadino in una libera democrazia. O non lo siamo più?

Questa ondata nazionalista e identitaria l’ho vista sporadicamente da ragazzino e girando il mondo l’ho incontrata da poche altre parti, dove c’erano condizioni di apartheid: in Israele contro i palestinesi, in Sudafrica contro i neri, e così via. Ogni volta che mi ci sono trovato vicino ha prevalso la mia naturale indignazione, il mio più profondo e stizzito dissenso. Mi chiedo quanto i ministri di questo governo abbiano conosciuto da vicino questo tipo di realtà. Ho l’impressione che abbiano viaggiato poco o solo con tour guidati che gli hanno mostrato le zone turistiche e acchittate per le visite ufficiali.

Ognuno di noi dovrebbe assumersi la responsabilità della propria opinione e non solo sui social. Questo per me è fare politica attiva. Politica dal basso, all’interno del tessuto sociale e non nei palazzi istituzionali o nelle stanze dei bottoni. Quelle sono le sfere alte che spesso girano secondo altre logiche, di equilibri, di diplomazie ma spesso anche di corruzione perché troppo accecate dal potere. Che poi, sai cosa farebbe uscire pazzo Salvini? Se tu da domani non ti inculi più i suoi tweet. Scomparirebbe, come Freddy Krueger. Solo che chi deve vendere i giornali e gli spazi pubblicitari online ha bisogno di queste cose, perché poi ci sono migliaia che vanno sotto a mettere like, e quindi vendi.

Bisogna boicottare: se senti persone che fanno discorsi del genere e non li approvi, devi opporti. Io mi espongo, dico e faccio cose a costo di perdere dei lavori ma credo questo sia prioritario. Temo che arriveremo a vivere in un mondo di cui stiamo prendendo tutto troppo sottogamba. È questo che cerco di mettere in evidenza, e di allertare le persone.

https://www.instagram.com/p/BkD4cTEhrK5/?hl=it&taken-by=rubiochef

A proposito di futuro: come valuti il clima politico in generale, sia in Italia che in Europa?
L’italiano fa quello che dice l’Europa, che a sua volta fa quello che dice l’America. È semplicemente arrivarci un attimo dopo e scopiazzare perché si ritiene giusto quel tipo di atteggiamento. Quindi chiudere le frontiere, chiudere i porti, chiudere i confini, pensare “prima all’italiano,” “prima all’ungherese,” “prima al francese,” e poi al resto.

Comunque, mi fa riflettere molto questo periodo: avevo letto da ragazzino libri come 1984 di Orwell o La svastica sul sole di Dick, che raccontavano futuri improbabili e agghiaccianti. I visionari cercavano di avvisarci che sarebbero arrivati; noi ci siamo fatti due risate, e abbiamo detto: “vabbè, non è possibile che capiti in questa vita.”

E invece ci ritroviamo a combattere contro noi stessi; perché alla fine se abbiamo Salvini al governo, lo devo a un mio simile e non a mio padre, a mia nonna, a mio zio, a un amico di mio padre, ma a un mio simile—un trentenne o un quasi trentenne, che non si sa per quale motivo si è fatto abbindolare da quello che racconta e non si è mai informato.

Ma tu ce l’hai una collocazione politica? Dove ti metteresti, idealmente?
Io sono sempre stato e sempre sarò punk, e sono tendenzialmente anarchico. Se ti devo dire chi mi stava simpatico, ad esempio, uno era Marco Pannella per l’attenzione che poneva sulla situazione carceraria, sull’umanità, sull’essere umano. Però non ho mai votato, né a sinistra né a destra.

Io non mi colloco in nessuna posizione, e non voglio essere accostato né a Saviano, né ad Amendola, né a nessun altro. Anzi, me fa ride che si venga a creare un parallelismo tra me e certe persone.

Di recente sono stato a Ventimiglia, ho vissuto in mezzo ai migranti assieme ad altri attivisti e attiviste: quanti politici lo fanno? Sono stato anche tra i terremotati, eppure mi dicono “pensi solo ai neri e non agli italiani.” Quando si tratta di situazioni create da cataclismi ci metto il cuore e la discrezione. Se sono create da discriminazioni e ingiustizie allora faccio il casino e oltre al cuore aggiungo quella dose di rabbia che sembra fare più notizia agli occhi della gente più superficiale e distratta o di chi non mi conosce.

Parlando d’altro: tu usi spesso i tuoi social per veicolare il tuo pensiero e anche prendere posizione su determinati temi. Lo fai di proposito, o ti sorprende che—penso al tweet pro-Palestina dell’anno scorso—ogni volta si scatenino tutte queste polemiche?
Lo faccio di proposito, per far arrivare il messaggio a chi deve risentirsi di un determinato atteggiamento. Per il resto non mi sorprendo più; mi sono sorpreso le prime volte, perché non pensavo di avere di fronte delle menti così chiuse. Si è voluto spargere merda nei miei confronti dandomi dell’antisemita e non conoscendo nulla della mia vita.

Anche in altre situazioni mi sono trovato di fronte a queste ondate, ma lasciami dire una cosa: sono tipo il 5 percento delle persone che mi scrivono, il resto mi supporta. A questo 5 percento rivolgo tutto il mio sarcasmo e lo denuncio in modo ironico; eppure sulle testate giornalistiche sembra che sia questo a far più notizia, e s’innesca un circolo vizioso che amplifica così le poche esternazioni degli haters, gente che nun c’ha un cazzo da fa’, è incattivita e abbrutita, e passa il proprio tempo sui social.

Nel caso dei post contro Salvini, le reazioni sono state piuttosto forti: molti ti dicono “torna a occuparti di cucina” o “anche tu sei schierato”. Come ti poni di fronte a queste critiche?
[Ride] Ma uno che c’ha una professione non può esprimere un proprio pensiero? È come se uno che sta a spadella’ non possa fare altro che la cipolla e il soffritto.

Queste persone sono state abituate male, da tutti quelli che se ne fottono e vuol dire che non hanno a cuore un pensiero altruista. Perché se io lotto per una situazione migliore, lo faccio—purtroppo—anche per gli stronzi che non si espongono, e che forse si ritroveranno con una situazione migliore.

Pensi sia il modo giusto di “opporsi” a questo stato di cose, quello che stai usando? O non è un po’ un modo di mettersi sullo stesso piano e far cadere il discorso ancora più in basso?
No, no, ti ci devi mettere! Lavorando anche in TV, nell’ambiente di lavoro tutti mi hanno sempre consigliato di non espormi con il mio pensiero, sennò avrei avuto meno follower, ma a me non frega un cazzo, faccio come cazzo me pare. E da quel momento ho sempre espresso la mia opinione su tutto.

Ma non perché volessi fare “l’opinionista”: lo faccio perché ho mio nipote che sta crescendo in un mondo di merda, c’ho i miei amici che la pensano come me, e do la voce alle persone che dico io, e lo faccio a modo mio.

Per questo, secondo me, è fondamentale farlo anche abbassando il tiro; perché se l’abbasso loro ti comprendono. Se voli alto c’è un gap talmente forte tra me—e chi la pensa come me—e quelli che non c’arrivano, che purtroppo non ti capiscono e s’arrabbiano e strillano. I loro insulti sono delle grida contro la loro solitudine e la loro inadeguatezza.

https://www.instagram.com/p/Bj5OxHJBrJ4/?hl=it&taken-by=rubiochef

Questa te la devo proprio chiedere: l’altro giorno Libero ha detto che “la sinistra ha trovato il suo nuovo Roberto Saviano”—cioè tu. È così?
Loro pensavo di aver descritto quello che sono io, ma sono talmente tante più cose di questo che mi fanno sorridere. Manco li riposto quelli là, perché vogliono i like.

Io sono Ronin, combatto in solitaria e faccio quello che ritengo giusto per le persone a cui riesco ad arrivare. Se poi mi chiedete “vuoi mai fare politica?”, io rispondo che la politica la faccio tutti i giorni.

PS: Invito tutti il 3 luglio a Milano, in piazza XXIV Maggio, dove ci sarà il “cous cous clandestino” con il sindacato USB, per finanziare una borsa di studio alla figlia di Soumayla Sacko, il bracciante e sindacalista maliano ucciso a fucilate in Calabria. Sono invitati anche i Cinque Stelle, la Lega, i neonazi, CasaPound, ecc., per vedere che siamo tutti sulla stessa barca. Loro preferiscono creare fratture e fazioni, ma non avranno altro da dire se non: “c’aveva ragione.”

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